"Fate la politica, non il partito" - Live Sicilia

“Fate la politica, non il partito”

Il Sud e lo storico Salvatore Lupo
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La possibile nascita del Partito del Sud ha già indotto molti a cercare di capire come potrebbe cambiare la politica siciliana, individuando possibili punti di contatto con la Lega Nord e tratteggiando paragoni col movimento autonomista di Milazzo e La Cavera che nel 1958 portò alla guida della Regione una coalizione di governo assolutamente inedita con esponenti di destra e di sinistra, tutti insieme “in nome dei superiori interessi dei siciliani” . Livesicilia ha parlato di tutto questo con Salvatore Lupo, storico siciliano e Professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Paleremo.

Professor Lupo, gli indicatori economici siciliani sono tutt’altro che incoraggianti, di riforme vere ancora non se ne vedono e anche la politica regionale sembra arrancare. E’, dunque,il Partito del Sud ciò che serve per raggiungere quel progresso politico, economico e socio-culturale che l’Isola aspetta da tempo?
“No, credo di no. Di sicuro non è quello che serve ai cittadini. Fare un Partito del Sud non significa necessariamente fare anche politiche per il Sud. Sono in molti a pensare che servano migliori politiche per l’intero Paese. Non vedo bene questo progetto: naturalmente il mio è un giudizio personale, ma credo sia un pensiero piuttosto condiviso.”

Il progetto del Partito del Sud però prosegue e anche se la sua nascita non appare imminente, c’è già chi parla di tenerlo a battesimo in occasione delle elezioni politiche del 2013….
“Pur non vedendo bene questo progetto, ammetto che se fossi un politico ci penserei. Nella logica dello scontro politico, infatti, questo percorso ha una sua logica, soprattutto in considerazione del centralismo romano tutto giocato sull’asse Berlusconi-Bossi; non è accettabile che tutte le candidature vengano decise da pochi nelle segreterie romane. E poi c’è da contrastare in qualche modo lo strapotere della Lega Nord”.

A proposito di leghisti, secondo molti i fautori del nuovo Partito del Sud altro non farebbero che vezzeggiare il Carroccio. Condivide?
“Sicuramente si tende a fare il verso alla Lega Nord, ma non è detto che siano la stessa cosa. Bossi e Maroni credono fino in fondo al loro progetto, hanno una forte identità politica e soprattutto, come si dice spesso, sono fortemente radicati nel loro territorio. Tutto questo al Sud ancora non lo vedo. Nonostante queste differenze, noto la tentazione di emulare la Lega e alla base di questo vi è una motivazione forte: contrastare l’accentramento, esclusivamente romano, del sistema politico”

Si sente parlare spesso di Partito del Sud come nuovo soggetto politico in grado di superare le logiche partitiche e di esercitare un’attrazione bipartisan e trasversale. Ma se il progetto di Lombardo e Miccichè andasse in porto, come si comporterà il centrosinistra siciliano?
“Ancor prima di parlare di Partito del Sud, credo che il problema sia un altro: purtroppo il centrosinistra siciliano non esiste, e sottolineo purtroppo. E’un raggruppamento troppo debole che inevitabilmente dinanzi a forze politiche con maggiore forza e capacità si spacca, si frantuma. Questo schieramento politico non ha ancora una linea politica autonoma e chiara.”

Nella storia politica siciliana le spinte autonomistiche non rappresentano una novità assoluta, basti pensare all’esperienza del milazzismo. Intravede dei paralleli con l’attuale progetto di costruzione di un partito a vocazione meridionalista?
“Il milazzismo è stato un evento piuttosto rilevante che ha sprigionato una indubbia capacità autonoma di cambiare i destini della politica siciliana. In passato si credeva davvero nel regionalismo e nell’ autonomismo siciliano. Oggi, invece, non vedo un vero progetto. Più che paralleli, perciò, noto questa grande differenza rispetto alla precedente esperienza autonomista.”

I movimenti politici territoriali sono sempre di più e sempre più rilevanti e tutte le forze politiche nazionali sembrano aver sposato la causa federalista. Possiamo parlare di fine delle differenze ideologiche tra destra e sinistra, sostituite dagli interessi territoriali e dallo scontro Nord-Sud?
“Le idee di destra e sinistra sono ormai da tempo, non dico superate, ma sicuramente annacquate. Io mi sento un uomo di sinistra, così come altri si professano di destra, però queste prese di posizione sono solo aspirazioni ideali, le ideologie sono senza dubbio venute meno. La mostruosità del berlusconismo, scusi se uso questi termini ma non me ne vengono altri, non è di destra né di sinistra, ma ha portato alla riaggregazione dei campi politici in amici e nemici di Berlusconi. E in questo contesto politico trovano spazio i movimenti legati ad uno specifico territorio”.


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