Intervista a Manlio Messina su FdI e Schifani

Messina: “Schifani continua il lavoro di Musumeci. FdI, niente correnti”

A breve la tre giorni di Brucoli: "Parleremo di turismo, infrastrutture e cultura"
L'INTERVISTA
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PALERMO – “Non esistono correnti in FdI, in Sicilia come nel resto d’Italia. Esistono legami d’amicizia. Se venisse fuori una corrente, Giorgia Meloni ne decapiterebbe subito il vertice”.

Manlio Messina, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera ed ex assessore al Turismo in Sicilia risponde secco alla domanda sul punto. Tra pochi giorni i deputati e i senatori di FdI si ritroveranno a Brucoli per un evento organizzato dai gruppi di Camera e Senato dal titolo ‘Italia, le radici della bellezza’. “Teniamo i riflettori accesi sul Sud e sulla Sicilia”, dice Messina.

Dopo il G7 Agricoltura organizzato dal ministro Lollobrigida continuate a battere il terreno in Sicilia.
“L’evento di Brucoli è l’ennesima prova dell’attenzione che Fratelli d’Italia ha per la Sicilia e il Sud. Siamo alla seconda edizione, è anche un modo per fare comunità e rivederci all’inizio di un anno impegnativo. Vogliamo prima di tutto raccontare cosa abbiamo fatto e cosa vogliamo fare su turismo ma anche infrastrutture, cultura e formazione. Con il direttore tecnico della Società Ponte sullo Stretto parleremo del collegamento stabile fra Sicilia e Calabria, poi tra gli ospiti anche il vice ministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami e l’assessore regionale Alessandro Aricò. Teniamo i riflettori accesi sul Sud e sulla Sicilia”.

A Siracusa Lollobrigida ha bollato come “gossip” le indiscrezioni che lo vorrebbero fuori dal governo.
“Il ministro subisce i soliti attacchi strumentali. Sta dimostrando di lavorare giornalmente e senza sosta per un settore, quello dell’agricoltura, che era messo davvero male e che ora sta riprendendo fiducia. Non lo dico io, lo dicono gli stessi agricoltori. Tutto questo, però a qualcuno non piace e quel qualcuno cerca di mettere i bastoni tra le ruote a chi lavora per l’Italia”.

Da Roma, come vede l’andamento del governo Schifani?
“Si sta continuando in quel lavoro di riordino dei conti che era iniziato con il governo Musumeci. Certo, ci vogliono anni per rimettere la barca in sesto, ma il governo nazionale sta dando una grossa mano alla Sicilia”.

Quindi per voi andrebbe bene uno Schifani bis?
“Il nostro obiettivo è lavorare bene con questo governo. Se così sarà, di certo la coalizione non sarà messa in discussione. Poi non so se magari il presidente Schifani vorrà tornare a ricoprire ruoli importanti a Roma, è difficile discuterne oggi. C’è intanto l’obbligo di lavorare bene e dare risposte ai siciliani”.

Nell’ultimo giro di nomine sulla sanità si è parlato di correnti contrapposte tra voi meloniani di Sicilia, lei che lettura dà?
“Anche in questo caso si cerca sempre di trovare qualcosa che non va in un partito che invece sta lavorando benissimo. In Fratelli d’Italia non esistono correnti. Ci sono grandi legami d’amicizia, come tra me e Carolina Varchi, Raoul Russo, Salvo Pogliese e Alessandro Aricò. Impossibile avere delle correnti quando ci sono questi rapporti d’amicizia che durano da anni. Se venisse fuori una corrente Giorgia Meloni ne decapiterebbe l’eventuale capo. Ci possono essere delle idee diverse ma non delle correnti, e alla fine si fa comunque sintesi”.

Lei si è occupato di turismo, a Palermo da tempo c’è una querelle sul vertice di una delle massime istituzioni culturali della città che è anche creatrice di turismo: il Teatro Massimo.
“Mi sono occupato dei teatri siciliani quando ero assessore, adesso non più. Mi auguro soltanto che si trovi una sintesi perché i teatri sono perni centrali della cultura nelle nostre città. Bisogna farli lavorare bene”.

La parola ‘Turismo’ in Sicilia si porta dietro il caso ‘SeeSicily’. A distanza di anni, ritiene che quel progetto sia andato a buon fine?
“Guardo ai numeri e dico che a fronte del dato nazionale, che fa registrare un +5,5% del turismo, nell’Isola viviamo un +11%. La Sicilia sta facendo ottimi risultati, merito del lavoro fatto negli anni scorsi e che sta continuando con un assessorato che prima era considerato ‘di serie B’. L’apporto enorme dato da quel progetto al brand Sicilia è stato riconosciuto anche dall’Università Cattolica di Milano. Non comprendo tutto questo accanimento contro un piano che ha risollevato un settore che era stato messo in ginocchio dalla pandemia. L’Ue ritiene che ci siano delle criticità, in particolare su alcune somme non ritenute ammissibili dalle istituzioni comunitarie, ma non si tratta dell’unico progetto della Regione che registra questo tipo di problemi. Le dirò di più: se anche avessimo saputo di questi problemi, avremmo messo in campo ugualmente quelle misure che hanno aiutato le imprese”.

Ci sono stati comunque degli errori come quelli delle rendicontazioni.
“È capitato anche per progetti riguardanti le Attività produttive o le Infrastrutture ma nessuno ne parla. In questi casi esiste un meccanismo che consente alla Regione di ‘riproteggere’ quelle somme su altre fonti di finanziamento”.


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