Fece uccidere il marito| Un arresto nel Catanese - Live Sicilia

Fece uccidere il marito| Un arresto nel Catanese

Fermate altre tre persone
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Sarebbe stata la moglie, Teresa Trombino, a fare uccidere Giuseppe Giandinoto, 40 anni, assassinato con due coltellate al torace la notte del 27 agosto scorso davanti la sua abitazione a Caltagirone, nel Catanese. E’ l’accusa sostenuta dalla locale Procura della Repubblica che ha disposto il fermo della donna, in qualità di istigatrice, e di altre tre persone, compreso il suo convivente, che avrebbero avuto un ruolo nel delitto. Il reato ipotizzato dal procuratore capo di Caltagirone, Francesco Paolo Giordano, è di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione.

Alla donna sono stati concessi gli arresti domiciliari perché incinta. Un fermo è stato eseguito a Faenza, nel Ravennate. Il movente sarebbe di natura passionale e maturato anche nell’ambito di forti contrasti familiari. Per l’omicidio era stato già arrestato, poche ore dopo il delitto, il presunto esecutore materiale: un romeno di 20 anni, Marius Florin Maftei, che è ancora detenuto. A permettere la sua identificazione era stato la stesso Giandinoto che dopo essere rimasto ferito ha avvisato la polizia dell’aggressione subita, ha fornito infatti agli investigatori e prima di morire in ospedale aveva elementi per risalire al suo assalitore.

Le indagini della polizia si sono avvalse anche di intercettazioni. Secondo l’accusa Teresa Trombino, 38 anni, sarebbe stata l’ispiratrice del delitto del marito dal quale si stava per separare. La decisione sarebbe stata adottata subito dopo un’aggressione che avrebbe subito dalla vittima, al culmine di una lite per problemi familiari, e messa in atto due giorni dopo che l’uomo era stato messo agli arresti domiciliari per lesioni.

Per l’accusa, il movente sarebbe da ricondurre ai contrasti tra marito e moglie e anche a interessi economici, con benefici per Teresa Trombino, che aveva in affido i figli. Secondo la ricostruzione della Procura di Caltagirone, il piano sarebbe stato messo in atto durante una riunione avvenuta in un pub alla quale avrebbero partecipato il nuovo compagno della donna, Mario Failla, 34 anni, due presunti complici, Marco Tasca e Giacomo Orefice, entrambi di 32 anni, e il ventenne romeno. A quest’ultimo sarebbero stati promessi 500 euro se fosse riuscito a uccidere l’obiettivo. Il giovane presunto sicario ha sempre sostenuto di avere accoltellato Giandinoto per difendersi da una sua aggressione in strada.

I quattro fermi eseguiti dalla polizia, con quello di Orefice a Faenza, su disposizione del procuratore capo Francesco Paolo Giordano passeranno entro 48 ore al vaglio del Gip di Caltagirone che dovrà decidere sulla loro convalida. L’uomo fermato a Faenza, in provincia di Ravenna, si chiama Giacomo Orefice, ha 32 anni, ed è ufficialmente residente a Caltagirone. Solo da poche settimane si era trasferito nella città romagnola ospite di parenti, forse – sospettano gli inquirenti – proprio per cambiare aria dopo l’omicidio.


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