CATANIA – “Chiediamo il conferimento della Laurea ad honorem a Stefania Noce e di dedicarle un’aula del Monastero dei Benedettini”. I ragazzi del Movimento Studentesco si uniscono alla richiesta dei genitori della giovane ragazza assassinata lo scorso anno a Licodia Eubea. E siccome, come hanno ricordato gli studenti, “il linguaggio è un terreno di lotta” è bene specificare il nome esatto del delitto che portato alla scomparsa di Sefania: il femminicidio. Nei giorni scorsi i genitori di Stefania hanno proposto una petizione finalizzata appunto a ricordare con gesti altamente simbolici (la laurea honoris causa e l’intitolazione dell’aula A2) Stefania e tutte le donne vittime di violenza di genere.
Centoquindici le donne vittime di femminicidio nel corso di quest’anno, l’ultima appena una settimana fa ad Enna. A fronte di quello che Giovanni Noce (padre di Stefania) ha definito un “bollettino di guerra”, contrastare il sessismo, il femminicidio e la violenza di genere è un “atto dovuto e necessario” che non può lasciare indifferenti. Come ha sottolineato Matteo Iannitti, infatti, si tratta di fenomeni su cui soprattutto gli uomini devo interrogarsi. L’assemblea di martedì avrà infatti una duplice funzione: chiedere all’Università di ricordare Stefania come merita e proseguire un percorso di sensibilizzazione e di presa di coscienza sulla violenza di genere. Il padre di Stefania è visibilmente commosso quando dice “Questa è una di quelle iniziative alle quali Stefania avrebbe sicuramente preso parte”. Questa è una certezza, il ritratto di Stefania pennellato dalle parole dei suoi “compagni” racconta di una giovane sempre in prima linea nelle lotte e nella difesa dei più deboli.
Una militante di sinistra e femminista che appena diciassettenne scriveva sul giornale del liceo un articolo dal titolo provocatoriamente emblematico: “Ha ancora senso essere femministe?”. La risposta alla domanda è sicuramente affermativa, per questo i ragazzi del Movimento Studentesco hanno deciso di intitolare con questa frase, ma senza punto interrogativo, l’assemblea di martedì. L’aula che ospiterà l’incontro è la stessa che i genitori e gli studenti vorrebbero dedicare a Stefania. Quell’aula A2 dove si svolse un’assemblea molto sentita e partecipata nei giorni immediatamente successivi alla morte di Stefania, un momento che segnò l’inizio di un percorso di consapevolezza sia femminile che maschile sulla violenza di genere. Dedicare un’aula a Stefania è un modo per tenerne viva la memoria e per indurre gli studenti ad interrogarsi. La petizione, che ha già raccolto più di settecento adesioni in pochi giorni, è disponibile sul sito http://www.movimentostudentesco.org/.