Ferrandelli: "Ecco il nostro schema per le amministrative" - Live Sicilia

Ferrandelli: “Ecco il nostro schema per le amministrative”

I calendiani scaldano i motori.
L'INTERVISTA
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PALERMO – Uno schema di gioco non preconfezionato che guarda alla specificità dei territori. E’ questa la stella polare dei calendiani siciliani pronti alla sfida delle amministrative. Lo dice a chiare lettere Fabrizio Ferrandelli che traccia la strada da imboccare bocciando invece su tutta la linea l’azione del governo regionale di Renato Schifani.

Ferrandelli, come procede il lavoro di Azione? Tracciamo un bilancio dopo i primi 4 mesi dal suo ingresso nella formazione capitanata da Carlo Calenda. 

Il percorso è più datato e inizia prima delle amministrative di Palermo quando lavorammo alla federazione con +Europa e non si è mai interrotto. E’ il proseguimento del progetto liberaldemocratico che oggi credo stia prendendo finalmente forma con la nascita del partito unico e con un grande spazio politico per i riformisti che non si sentono rappresentati. 

L’esito delle primarie del Pd rischia di agevolarvi? 

Più che agevolarci, rafforza il campo dei riformisti. Per questo stiamo accelerando con la nascita di un nuovo soggetto, che sia plurale, perché è chiaro che c’è uno spostamento del Pd sulla linea dei Cinquestelle.

Torniamo ad Azione e al vostro lavoro sul territorio.

Stiamo rafforzando la presenza del partito nei territori, sia in termini di classe dirigente sia di simpatizzanti, con il commissario regionale di Azione stiamo portando avanti questo lavoro sistematico di creazione di coordinamenti provinciali per il radicamento del partito. Direi che è un lavoro molto buono che si sta concentrando anche sull’individuazione delle donne e degli uomini migliori da esprimere all’interno delle compagini delle prossime amministrative di primavera.

Che schema di gioco avete in mente per le amministrative? Uno schema univoco ovariabile da territorio a territorio?

Uno schema di gioco legato alle realtà territoriali. Il nostro è uno schema molto libero indipendentemente dagli schemi di appartenenza politica. Se la domanda fosse: guardate al centrodestra o al centrosinistra? Io direi che abbiamo uno schema di gioco nostro che guarda alla qualità dei progetti e alla compatibilità degli uomini rispetto a questo.

A Catania?

Il clima sembra confuso. Il nostro parlamentare Giuseppe Castiglione sta seguendo tutte le interlocuzioni con lui c’è un confronto serrato. E’ chiaro che anche noi di Azione che stiamo lavorando a una lista stiamo guardando a quello che sta accadendo nel panorama etneo: un centrodestra che sembra molto litigioso e non serrato n ranghi, cosa che potrebbe lasciare spazio di nuove proposte politiche e di nuove aggregazioni, e di un centrosinistra che sembra in preda alla confusione e Non conforta la linea delle ultime ore. Mi sembra che Barbagallo avrà un appiattimento sui Cinquestelle. 

C’è un tavolo con i Cinquestelle che va avanti da mesi.

Sì e c’è una evidente debolezza del Pd nell’espressione di proposta e di guida dei processi che non facilità quel campo. Rispetto a questo noi stiamo incontrando i nostri potenziali candidati e stiamo guardando lo scenario per capire qual è l’aggregazione: lo schema è ancora aperto.

A Siracusa Francesco Italia è in campo ma non sembra attrarre altri alleati…

Io credo che abbia fatto un ottimo lavoro da sindaco che i siracusani apprezzano e che la sua battaglia può essere un po’ più solitaria dal punto di vista delle coalizioni ma molto rafforzata in termini di consenso. Credo che ad Azione e ad Italia faccia molto bene anche questa chiarezza di profilo, di indipendenza da schemi di gioco nazionali e regionali ma di adesione alle dinamiche del territorio e mi piacerebbe scommettere su una vittoria al ballottaggio perché ha lavorato molto bene quindi fa bene a tenere lontani, anche se è ricercato a destra e a sinistra, agenti inquinanti del profilo.

Non ci sono preclusioni rispetto al dialogo con il centrodestra. Rispetto alla coalizione che governa a Palazzo d’Orleans che idea si è fatto?

Credo che il governo regionale sia naufragato in 60 giorni senza vivere nemmeno la luna di miele. È minoritario nei consensi dei siciliani: Schifani non ha vinto con una maggioranza larga, ma aggregando in coalizione. Inoltre è in conflitto con il segretario regionale del proprio partito. Più che una finanziaria hanno trasformato la tabella h in una finanziaria, dando piccole mance ai deputati provando a tenere unito un voto di maggioranza senza una visione di Sicilia. E soprattutto con la firma in conferenza Stato-Regione Schifani si è dimostrato un presidente prono alle esigenze del governo nazionale, inginocchiato alle esigenze dei leghisti: non ha fatto gli interessi dei siciliani soprattutto quelli più deboli. 

Insomma, una bocciatura su tutti i fronti.

Non mi sembra ci sia vita. I deputati si aumentano trasversalmente gli stipendi dimostrando di non avere il polso di una Sicilia in ginocchio. Non solo chi soffre ma anche la classe imprenditoriale. Una Sicilia bloccata dal punto di vista della crescita. Basta viaggiare per le autostrade siciliane per capire che sono abbandonate, è una desertificazione. Non sembra che sia arrivato da pochi mesi un governo regionale che voglia rimettere le cose in pista. Sembra che la Sicilia sia destinata ad una lenta e lunga agonia.

Azione non è rappresentata all’interno dell’Ars. C’è stato qualche abboccamento con qualche deputato interessato a transitare da voi?

Sicuramenti abbiamo diversi contatti. L’unica cosa a cui non siamo disponibili sono i cambi di casacca. Non vogliamo aggregare ceto politico per essere rappresentati, non c’è spazio per il trasformista. Preferiamo fare sentire la nostra voce dall’esterno ma in maniera netta piuttosto che comprometterci con chi là dentro sembra morto. L’opposizione non pare sia in buona forma, anzi mi sembra che abbia agevolato sia l’aumento degli stipendi che la Finanziaria h (mi piace chiamarla così). 


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