La fine dell’era Sensi e l’inizio di quella Zamparini. Luca Ferri ha vissuto quella recente stagione di mezzo della storia del Palermo. Oggi ha 28 anni, gioca nella Cisco Roma, vicino casa, dopo avere indossato anche le maglie dell’Ascoli e del Teramo dopo l’esperienza siciliana.
Difensore, alto, di poche parole, occhi cerulei, capelli biondi. I tifosi lo ricordano così, anche se la sua immagine è un po’… stravolta. “I capelli non li ho più – racconta – ormai li taglio con la macchinetta, faccio tutto io…”. Un mezzo sosia di Simon Kjær, solo che il danese è una promessa del calcio europeo e con un minutaggio bassissimo in serie A ha già realizzato il primo gol, procurato un rigore e attirato a sé un coro di consensi positivi. “L’ho intravisto guardando in tv Torino-Palermo, ma non l’ho inquadrato bene…”, si limita a dire l’ex rosanero che con la Cisco adesso è a un paio di punti dalla zona play-off in Seconda Divisione.
Che Palermo vedi da lontano?
“Una bella squadra, che può valere tranquillamente la zona Uefa e ne sono contento. C’è una grande dirigenza alle spalle, è vero. Ma anche ai miei tempi la società era presente, non è vero che Sensi non si interessasse al Palermo. Non era fisicamente presente, ma i suoi collaboratori lavoravano molto bene”.
Quali sono i ricordi più belli della tua esperienza a Palermo?
“La cavalcata che si è infranta nella trasferta di Lecce. Era una stagione andata un po’ così, iniziata con Glerean in panchina, proseguita con Arrigoni e poi con Sonetti. È stato comunque un anno fantastico, un campionato pieno di emozioni. A momenti andavamo in serie A, pensa che bello…”.
Che gruppo ricordi? Qualche aneddoto inedito?
“C’era un periodo in cui la sera uscivamo tutti assieme, anche quindici persone. Nulla di clamoroso, nessuna notte folle. Alla fine magari si finiva tutti a casa mia e ci mettevamo a giocare a nascondino, fra gli altri c’erano Di Donato, Brienza, il portiere Aprile, gente con cui sono rimasto in contatto”.
Quali sono i tuoi momenti indimenticabili nell’esperienza siciliana?
“Il 5-1 con il Catania in uno stadio in delirio e la gara con l’Ascoli, alla fine della quale il Palermo fu promosso in serie B. Non dimenticherò mai quelle partite”.