“Fideiussioni, logo, management: prima il bene del Catania”

“Fideiussioni, logo, management: prima il bene del Catania”

Il momento delicato degli etnei nelle parole dell'opinionista e avvocato Giuseppe Rapisarda

CATANIA – Come rivivere un beffardo deja vu ci ritroviamo a far conto di una scadenza federale imminente ed al pericolo di un inadempimento che lascerebbe il segno di una sanzione in termini di penalizzazione di punti da scontare nel prossimo campionato di serie C.

Già questo basta a sancire la prima vera crisi “ambientale” di credibilità della governance Pelligra dal suo avvento alla guida del massimo sodalizio catanese di calcio risorto dalle ceneri del calcio Catania.

Pertanto gli occhi e l’interesse dei media e dei tifosi è oggi rivolto al superamento di uno scoglio, il deposito della fideiussione integrativa in Lega per l’avvenuto superamento del tetto ingaggi, con lo stesso patema che accompagnava i termini federali nel loro approssimarsi negli ultimi anni di vita del glorioso Catania 46.

Credibilità

Questa era l’unica continuità da schivare col passato.
Sullo sfondo di questa questione contingente, eppure importante e dirimente in termini di credibilità e spessore dell’attuale proprietà del Catania FC, appare un contrasto di vedute, latente da tempo, all’interno del management Pelligra.

Grella e Caniglia: visioni diverse

Da un lato l’attuale amministratore delegato Vincenzo Grella, che nonostante gli errori compiuti ed ammessi in larga misura, invita a convogliare attenzioni e forze del gruppo sul Catania, investimenti corposi inclusi anche sulle infrastrutture e sul recupero del centro sportivo Torre del Grifo da acquistare, col giusto prezzo, dalla massa fallimentare del 46.

Dall’altra il consigliere ascoltato da Pelligra, Caniglia, che ha una visione diversa, anche antitetica dei programmi di Grella, non considerando, a quanto è dato di conoscere, la realtà di Catania come asse centrale degli sforzi in termini di attenzioni ed investimenti del gruppo.

Riportare a casa i valori

In mezzo la questione delicatissima e molto avvertita a Catania del recupero di nome e logo del 46, operazione che ha denotato un passaggio a vuoto di troppo dell’attuale società da non ripetere.

Vanno riportati a casa per saldare la tradizione e la continuità, valori cari a tantissimi tifosi rossazzurri.
Sarà interessante capire, intanto, i prossimi sviluppi augurandoci tuttavia che si metta in primo piano il bene del Catania con un occhio di attenzione e riguardo alla passione infinita della sua gente.

Da non mortificare e prendere in giro.
Guai se fosse di nuovo così, sarebbe imperdonabile.


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