CATANIA – E’ arrivata a Palazzo Madama la notizia, apparsa sul Quotidiano Italiano e ripresa da LiveSiciliaCatania, sulla presunta parentopoli all’interno della Ferrovia Circumetnea di Catania. Quanto pubblicato ha infatti attirato l’attenzione dei senatori del Movimento 5 Stelle, Nunzia Catalfo, Andrea Cioffi, Sara Paglini, Sergio Puglia, Vito Rosario Petrocelli, Ornella Bertorotta e Vincenzo Santangelo, che hanno depositato un’interrogazione parlamentare. Parlano di “viva preoccupazione circa l’andamento e la gestione di una Azienda appartenente al novero della pubblica amministrazione” in relazione alle assunzioni e ai concorsi “che sarebbero stati assunti in maniera a dir poco sospetta – scrivono i pentasetllati – nonché l’avvenuto scorrimento di graduatorie di pubblici concorsi a vantaggio dei soliti noti, più o meno vicini a dirigenti della gestione, a rappresentanti sindacali e parenti della stessa”.
L’interrogazione prosegue ricostruendo quanto contenuto nell’articolo, in relazione ai concorsi pubblici banditi dalla Gestione governativa ferrovia circumetnea dal 2012 a oggi che “sarebbero stati dei vestiti cuciti su misura per soggetti introitati nella predetta azienda pubblica – si legge ancora – più per vicinanza ad ambienti politici e a rapporti personali e di parentela con dirigenti aziendali e sindacali che per effettivi meriti”.
Ma, l’aspetto che i senatori mettono in evidenza è, soprattutto, il “regolamento per il reclutamento di personale esterno, adottato con delibera n. 83 del 2012 del gestore dell’Azienda, nella persona del direttore generale del trasporto pubblico locale, ingegner Virginio Digiambattista”. Questo, stando all’interrogazione, prevede il riconoscimento di punteggio maggiorato per chi ha lavorato all’interno dell’azienda.
“Pertanto – si legge ancora – aver lavorato alle dipendenze della Circumetnea con un solo contratto a termine, per la durata fissata dal decreto legislativo n. 368 del 2001, ha comportato per i candidati privi del requisito un gap incolmabile con la successiva ed unica prova, il cui punteggio era stabilito nella misura massima di 20 punti”.
I senatori pentastellati parlano, quindi, di “vantaggi sporpositati” a favore di chi lavorava già in azienda, rispetto agli altri candidati e contestano il doppio punteggio, per infine tirare le somme: “Con gli atti sopra richiamati, l’amministrazione sembra avere inteso bandire concorsi a cui di fatto poteva concretamente aspirare, in larga parte, solo il personale in passato dipendente dell’amministrazione stessa, frustrando le aspettative di chi è alla ricerca di un’occasione di lavoro, in violazione dell’art. 97 della Costituzione e dei principi di imparzialità e correttezza nell’operato dello Stato, nonché del generale principio di affidamento e buona fede nel rapporto con la pubblica amministrazione”.
Non così per l’azienda che, punto per punto, risponde a quanto contenuto nell’articolo-denuncia che ha provocato a caduta l’interrogazione parlamentare. “La gestione diretta da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a far data dal luglio 2011, si è caratterizzata per la sua esclusiva connotazione tecnica, ben lontana da metodi riconducibili alla evocata presunta “gestione politica”, giammai ascrivibili alla scrivente”. E’ netta la posizione dell’attuale governance della Fce. “Al momento dell’insediamento di questa gestione, luglio 2011, esisteva una realtà aziendale incongruente a livello di forza lavoro – continuano – con numerose problematiche a ciò conseguenti anche in termini di buon andamento ed efficienza”.
I vertici della Fce evidenziano come l’azienda avesse una dotazione organica “non rispondente al personale in servizio, con un consistente numero di lavoratori con contratto a termine, fino ad un massimo di 110 unità lavorative, addetti che in alcuni settori erano in numero ben superiore a quello massimo previsto ed una pressante richiesta di stabilizzazione che, così come dimostrerà il contenzioso che in alcuni casi ne è scaturito, non era ricevibile”.
Sempre secondo Fce, “la situazione era caratterizzata da forti tensioni con le organizzazioni sindacali ed all’interno dell’azienda”, il che avrebbe portato i vertici a rivedere dalla base l’intera struttura aziendale, “coniugando le esigenze di urgenza, coi necessari, quanto imprescindibili, principi di legalità, trasparenza, razionalità, economicità e pubblicità che debbono imperniare qualunque attività intrapresa da soggetto pubblico e che ha costituito per questa Gestione e per la dirigenza tutta, un modello da cui mai derogare” – evidenziano.
“Cosicché, dopo svariate riunioni con i rappresentanti della Funzione Pubblica e della Ragioneria generale dello Stato – spiegano ancora – si è addivenuti alla condivisione di una linea di indirizzo, materializzatasi attraverso apposita direttiva ministeriale, relativamente alla gestione del personale improntata a garantire imparzialità e trasparenza nelle attività di reclutamento, salvaguardando, nei limiti dettati dalla normativa vigente, la professionalità acquisita dal personale che aveva prestato la propria attività con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato. È stato così avviato l’unico percorso legittimo per dare dignità ai lavoratori e garantire la trasparenza dell’azione amministrativa – continuano – cioè quello di bandire concorsi pubblici, nella connotazione esaustiva del termine, quindi con l’apertura a tutti gli aventi titolo. Da allora è iniziato l’iter di pubblicazione nella GURI di ben tredici bandi di concorso a tempo indeterminato e delle relative procedure di espletamento”.
L’azienda specifica inoltre come il livello delle professionalità coinvolte nelle commissioni abbia garantito la massima trasparenza e il rispetto delle regole di imparzialità, di come lo scorrimento delle graduatorie sia legittimo e di come, in relazione ai concorsi nello specifico, tutte le cifre indicate possanon essere reperite sul sito FCE nella sezione concorsi, con indicazione dei punteggi conseguiti. “E’ evidente – chiosano – la maniera distorta di rappresentazione dei fatti”.
Infine, Fce si sofferma sul numero di dipendenti totali, 336, rispetto “alla trentina” nominati nell’articolo e apparentati, in un modo o nell’altro, con sindacalisti. “La presente Gestione – concludono – ha bandito concorsi pubblici, in assoluto rispetto delle procedure previste, valorizzando la professionalità che negli anni i lavoratori a termine avevano conseguito”.