PALERMO – Quando è arrivata la guardia di finanza, in abiti civili, davanti agli uffici dello stadio Barbera c’erano soltanto i magazzinieri, intenti a caricare il tir pronto per partire verso il ritiro austriaco l’Austria. A pochi giorni dal mancato closing per la cessione del Palermo al fondo rappresentato da Paul Baccaglini, in casa Palermo scoppia un nuovo caso. Questa mattina le fiamme gialle hanno perquisito la sede sociale del club di viale del Fante nell’ambito di un’inchiesta in cui si ipotizzano i reati di falso in bilancio, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio. Le perquisizioni avrebbero riguardato anche gli uffici del Gruppo Zamparini e l’abitazione del patron friulano.
I finanzieri hanno acquisito documenti e atti in presenza comunque del legale del Palermo, l’avvocato Enrico Sanseverino, ma intanto Zamparini a Livesicilia dice: “Sono esterrefatto. A Palermo ho lasciato 70 milioni del mio patrimonio, altro che falso in bilancio. Sono una persona onesta e specchiata”. Appena 24 ore fa, Zamparini aveva fatto chiarezza sulla trattativa che avrebbe dovuto portare il Palermo nell’orbita del fondo Integritas/Capital. “La cifra offerta è stata di 20 milioni di euro”, sono state le parole del patron friulano che ha comunicato anche le scadenze di un pagamento che si sarebbe chiuso soltanto nel 2020. Il 30 luglio di quell’anno, infatti, secondo l’offerta presentata da Baccaglini, sarebbe avvenuto il pagamento dell’ultima tranche di cinque milioni di euro. Il piano non è stato accettato e Zamparini è rimasto l’unico proprietario del club, che al momento vede la maggioranza del Cda dimissionaria: una mossa che ha portato alla decadenza automatica di Baccaglini dal ruolo di presidente che aveva assunto alcuni mesi fa.
Zamparini si dice “esterrefatto per quanto sta accadendo al club. Sono una persona onesta e specchiata – aggiunge -. Non so a chi ho dato fastidio. Falso in bilancio? A Palermo ho lasciato settanta milioni del mio patrimonio, altro che appropriazione indebita”. Il patron friulano racconta un retroscena che risale al 30 giugno, data in cui sarebbe dovuto andare in porto l’affare con il fondo rappresentato da Baccaglini. “Ho ricevuto una telefonata da Angelo Baiguera (executive manager del Palermo, ndr) che aveva incontrato alcune persone a Palermo. Era esterrefatto e mi disse: ‘Maurizio, mi hanno detto che se non vendi a Baccaglini vengono in Friuli e ti arrestano’. Mi sono messo a ridere e oggi accade tutto questo. Trovo veramente strano l’intervento della Procura dopo quella telefonata”. Zamparini parla anche dell’arrivo della guardia di finanza negli uffici del club: “Di solito i finanzieri eseguono controlli e se ravvisano elementi di reato avvertono la Procura, ma qui è avvenuto il contrario. Chi ha fatto un’istanza alla Procura di Palermo affinché la guardia di finanza accertasse reati che non esistono?”.
Adesso il futuro del Palermo è avvolto in una nube carica di punti interrogativi: “La giustizia farà il suo corso ma io sono preoccupato – dice Zamparini -. A Palermo hanno arrestato politici come Musotto e Mannino, che poi sono stati assolti. Io non sono un politico e non so a chi ho dato fastidio – ripete -. Sono ore decisive per il mercato, come faremo? Chi vuole distruggere il Palermo? Mia moglie vuole trasferirsi all’estero e fa bene, ci penserò anche io. La città? Non mi sento abbandonato dai palermitani, la maggior parte di loro sanno che sono una brava persona”. Un’ultima battuta su Baccaglini e l’offerta di Integritas/Capital: “C’era un contratto che prevedeva il pagamento del 100 per cento del Palermo entro il 30 aprile e quell’accordo era parte di un contratto più grande che riguardava altre mie attività. A un certo punto è saltato tutto e qualcuno a iniziato a screditare il Palermo sui giornali”.
Il debito del Palermo calcio ammonta a 40 milioni di euro. A svelarlo è stato lo stesso Zamparini nei giorni scorsi. “Una decina di questi milioni di debiti – ha spiegato – sono con Unicredit e Banca Nuova, una ventina con i procuratori e circa 6-7 milioni di contenzioso con l’Agenzia delle entrate”. Una parte del debito con l’agenzia delle entrate (1,8 milioni di euro) è stata rateizzata e il Palermo ha saldato la metà circa. Sulla parte restante non risulta al momento ci sia un accordo. Negli scorsi mesi Riscossione Sicilia aveva eseguito un pignoramento di 200 mila euro nei conti del Palermo,per vecchi debiti secondo Zamparini risalenti alla gestione Sensi. Per quello con i procuratori, Zamparini ha aperto in alcuni casi un contenzioso che perché ritiene di essere stato truffato. “Il Palermo è una società sana – ha più volte ribadito il patron friulano – siamo tra maggiori contribuenti delle entrate fiscali della regione Sicilia. Infatti dai dati rilevati la società Palermo Calcio ha durante gli anni della gestione Zamparini, dal 2002/2003 a oggi, versato come imposte la cifra di 265 milioni di euro.
*Aggiornamento ore 13.14
Il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, ha precisato che “l’indagine sul Palermo non riguarda la cessione del club”.