PALERMO – Il Pd non riceve più finanziamenti pubblici. Così, è costretto a licenziare. Una nota diffusa dal Partito democratico siciliano e indirizzata a sindacati e alla Federazione nazionale della stampa è chiara. E categorica: “Siamo obbligati a licenziare tredici persone”. Le persone in causa sono impiegate alla sede regionale del partito, in via Bentivegna. Si tratta di tutti i dipendenti del Pd regionale, lavoratori a tempo indeterminato con le mansioni di operai (3 persone), impiegati (otto) e giornalisti (due).
Tutti a casa. Il motivo? Lo spiega nella nota il tesoriere Salvatore Alessandro: “Essendo un partito politico l’attività dei lavoratori non è costante ma dipende, di volta in volta, dalle iniziative politiche decise dagli organismi politici. L’unione regionale – prosegue la lettera – segue direttamente le attività dell’esecutivo regionale nonché del segretario che non è stabilmente a Palermo ma, per sua natura, svolge attività politica in tutta la Sicilia e a Roma”. Per cui, si legge ancora nella nota, “con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti si ha l’assoluta necessità di rimodulare l’intera attività con un piano di riequilibrio atto a potenziare le unioni provinciali trasferendo competenze dall’unione regionale”.
Non arrivano i finanziamenti pubblici, per questo, dipendenti a casa. Senza alcuna “ancora di salvezza”. “Si esclude – si legge sempre nella nota del tesoriere – la possibilità di attivare l’adozione di strumenti alternativi al licenziamento”.
I tre “operai” svolgono le mansioni autista (due di loro) e “puliziere”. Il meccanismo scelto è quella della legge 223/1991, il cosiddtto “licenziamento collettivo”. Ma già i sindacati promettono battaglia. “Ci aspettiamo dal Partito democratico – ha dichiarato Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – una maggiore attenzione ai problemi dell’occupazione. Chiederemo misure alternative ai licenziamenti per salvaguardare i livello occupazionali”. Ma le pratiche sono già avviate. Pochi giorni dopo aver festeggiato la “festa dei lavoratori”, il Pd decide di metterne alla porte tredici.