PALERMO – Un vertice di maggioranza per ascoltare ciò che da tempo da più parti, a mezza bocca, viene sussurrato: i mal di pancia del centrodestra. Malumori, risentimenti, richieste di ‘attenzione’ alle proprie proposte che, se non tenuti nella corretta considerazione, rischiano di rendere più che accidentato il percorso della Finanziaria all’Ars.
Finanziaria, dalla prossima settimana si entra nel vivo
Il governatore Renato Schifani intende incontrare i partiti del centrodestra per serrare le file. Il presidente della Regione ha ‘fiutato’ il pericolo e così ha voluto convocare la sua maggioranza. L’incontro è programmato per le 10 di oggi ma potrebbe slittare di alcuni giorni. Bilancio e Finanziaria, del resto, oggi saranno soltanto incardinati in Aula.
Sarà comunicato anche il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti, che dovrebbe scadere giovedì, mentre la battaglia entrerà nel vivo non prima di lunedì 15 dicembre. C’è tempo per appianare le divergenze e trovare la sintesi che consenta una navigazione meno tormentata di come si presenti al momento. Non è escluso che il governatore chieda a tutte le forze di maggioranza un sacrificio rinunciando ad alcune proposte già approvate dalla commissione.
Lo spettro del voto segreto
“La mozione di sfiducia è stata stoppata senza alcun problema, la Finanziaria però è altra cosa”, rivela uno spettatore interessato di un centrodestra che da oggi è chiamato ad una nuova prova di compattezza. La votazione sulla mozione di sfiducia ha portato 41 voti dalla parte del governo ma l’appello nominale è cosa ben diversa da voto segreto e ora il peso specifico di ogni singolo deputato vale molto di più.
Con il ritorno della Finanziaria, infatti, torna anche lo spettro che ha agitato i sonni del governo in occasione dell’ultima variazione di bilancio. In una maggioranza che vive giorni di fibrillazione la possibilità di mandare segnali all’Esecutivo, sfruttando l’arma sfoderata dalle opposizioni, tenta più di un malpancista.

La variabile Cateno De Luca
Le variabili in gioco sono tante, partendo da Cateno De Luca. Il leader di Sud chiama nord ha votato la sfiducia, tenendosi così una porta aperta a sinistra, ma è rimasto in commissione Bilancio dove sono passati diversi suoi emendamenti. A sbloccare la situazione un incontro che il sindaco di Taormina ha avuto con il governatore pochi giorni fa, rivelato dallo stesso De Luca in una intervista al nostro quotidiano.
Finanziaria, nodi ex Pip e precari enti locali
Una decina di norme, ordinamentali e di spesa, sono entrate così nel ddl ed è proprio il ruolo interpretato da De Luca in questi giorni a fare storcere il naso ai partiti di maggioranza. Di questo e di altro si parlerà al vertice, che dovrebbe dare anche un segnale sul tema dell’aumento delle ore di lavoro agli ex Pip. Per affrontare il nodo era stato previsto un tavolo ad hoc composto dai capigruppo di maggioranza ma c’è chi attende rassicurazioni sul tema già oggi. Le stesse aspettative vengono coltivate anche per l’aumento delle ore lavorative dei precari degli enti locali, per il quale FdI è in pressing sul governo. A conti fatti, però, le due misure peserebbero non poco sul bilancio e l’esito di queste richieste è ancora ignoto.
Assenza: “Clima non molto sereno”
Che il clima non sia dei migliori lo conferma anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza. FdI e De Luca, del resto, hanno avuto un colorito duello in commissione su una norma riguardante l’utilizzo dei fondi del Parco archeologico di Naxos-Taormina. Acque invece relativamente tranquille dalle parti della Dc, dove il gruppo parlamentare ha ribadito vicinanza al governo nonostante lo scudocrociato non faccia più parte della Giunta. L’ipotesi di un rimescolamento delle carte nella squadra di governo, del resto, non è all’ordine del giorno.
Il governo, quindi, è atteso la prossima settimana dalla classica ‘prova del nove’. Dall’altra parte della barricata una opposizione che ha alzato il livello dello scontro abbandonando i lavori della commissione Bilancio. Pd, M5s e Controcorrente annunciano battaglia in aula con una pioggia di emendamenti e con il ricorso al voto segreto che potrebbe riportare a Sala d’Ercole la riedizione di un film già visto: quello delle ultime variazioni di bilancio che si conclusero con un testo falcidiato. Il vertice servirà a evitarlo, il boccino è nelle mani del governatore.

