Finanziaria, in cerca dell'accordo sul cuore della legge - Live Sicilia

Finanziaria, in cerca dell’accordo sul cuore della legge

I nodi da sciogliere sono principalmente attorno all'articolo 13 e all'articolo 22. Poi ci sono gli emendamenti aggiuntivi

PALERMO – Dopo giorni di lotta all’Assemblea regionale siciliana è arrivata l’ora di chiudere sulla legge di stabilità e in particolare sui punti di maggiore interesse del documento contabili. È atteso per oggi (ma la trattativa potrebbe fare slittare tutto fino a domani), infatti, il voto sul cuore della finanziaria. La seduta è riconvocata alle 16 ma tutto fa pensare che i tempi di avvio saranno lenti.

Stamattina Sala d’Ercole ha varato la norma sulle “Super Zes” e quella sulle risorse ad Asu ed ex Pip.

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Fra le norme che rimangono da approvare l’articolo 13 sulle riserve al fondo Autonomie locali. Ieri attorno a questo tema l’assemblea si era impantanata. Si tratta di un tesoretto di 30 milioni di euro che generalmente viene distribuito solo a determinati Comuni in ragione di norme speciali.

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Occorre votare anche l’articolo 22 che riguarda tutte le risorse congelate. La norma è il cuore della finanziaria. Dopo l’approvazione delle entrate concesse dallo stato a inizio settimana, 280 milioni di euro, adesso la partita sta attorno ai capitoli da scongelare. Si tratta così di decidere chi potrà subito giovarsi delle entrate e chi invece dovrà attendere una nuova erogazione di risorse.

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Da chiudere c’è infine la partita degli emendamenti aggiuntivi. I deputati si sono lasciati prima della pausa di pranzo con l’accordo di selezionare le norme più importanti da proporre al voto dell’aula. Su queste proposte però c’è il massimo riservo, è questa la fetta attorno a cui accordarsi. Le decisioni sulle norme da sottoporre al voto verrà assunta dai capigruppo e così c’è da attendersi che l’accordo possa essere di maggioranza e opposizione.

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I numeri d’altronde a Sala d’Ercole sono più che mai deboli. Ieri il governo è andato sotto tre volte. Alcune volte la debacle è stata pesante. In altri casi ha dovuto ritirare alcune delle sue proposte per evitare fossero impallinate dal voto segreto, segno di un accordo che mancato già all’interno della coalizione di maggioranza.


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