PALERMO – Congelare i soldi che la Sicilia deve allo Stato. Questa l’idea escogitata dai deputati dell’Assemblea regionale per “colmare” i tagli alla Finanziaria regionale. Si parla di qualcosa come 280 milioni di euro che la Sicilia deve a Roma attraverso lo strumento dello split payment (in pratica si tratta delle “quota” di Iva che la Regione deve versare all’Erario).
Una “mossa” che potrebbe tornare utile, quindi, a ripristinare tutte le somme tagliate del cosiddetto “allegato 1”, quello che prevede appunto gli stanziamenti per enti, associazioni, lavoratori. Mossa che ovviamente avrà anche degli effetti politici. Secondo la maggioranza che sostiene il governo, questo potrebbe in qualche modo costringere il governo centrale a pronunciarsi su un tema che investe migliaia di lavoratori. Allo stesso tempo, però, questa “sfida” allo Stato arriva proprio nel momento in cui è in corso il dialogo sulla possibilità di spalmare in trent’anni tutto il disavanzo. Come reagirà l’esecutivo romano?
Al di là degli effetti, però, quello dell’Ars al momento appare più che altro come un “escamotage”. La norma, infatti, è convinzione dei deputati in Assemblea, potrebbe essere impugnata nel caso in cui il governo centrale reagisse nel modo peggiore. E quasi certamente, a quel punto, bocciata dalla Corte costituzionale. Una eventualità allontanata da alcuni esponenti delle maggioranza, ma assai concreta. A quel punto, saremmo alle condizioni di partenza. L’Ars supererebbe la nottata di questa manovra, con la consapevolezza che un’altra nottata simile arriverà tra pochi mesi.