PALERMO – Incontri, trattative, caminetti. La Finanziaria 2026-2028 ha una coda ancora tutta da raccontare. Il rientro in Aula continua a slittare e mancano ancora nove articoli all’appello: bisognerà anche votare le tabelle di accompagnamento alla legge di stabilità.
Finanziaria, la partita prosegue
Sono i file nei quali si cristallizza la spesa degli assessorati il terreno di gioco sul quale si stanno confrontando le forze politiche. Quello che si gioca è in realtà il secondo tempo di una partita che ha già visto alcuni vincitori: quella dello stralcio delle norme dal testo base, avvenuto nei termini anticipati da LiveSicilia.
L’anomala maggioranza all’Ars
Il governo gongola per avere portato a casa l’impalcatura principale della manovra, mentre l’operazione di sfoltimento delle norme avvenuta nella notte ha colpito soprattutto quei partiti di centrodestra che avevano farcito la Finanziaria di norme aggiuntive. “Ora sono Pd, M5s, FdI e Mpa a dare le carte”, sottolineano diverse fonti di maggioranza che poi osservano come il ‘quartetto’ non sia poi così inedito. Sono infatti gli stessi gruppi parlamentari che segnarono la debacle dell’Esecutivo alle variazioni di bilancio di ottobre: l’opposizione chiedeva voto segreto, FdI e Mpa che restavano in Aula consentendo la Caporetto della maggioranza.
“Una maggioranza allo sbando, senza coordinamento, senza dialogo interno e senza alcuna visione politica”, sottolinea il vice capogruppo dei deputati Pd Mario Giambona che aggiunge: “Stiamo assistendo a una situazione mai vista prima, fatta di veti incrociati, fuochi amici e improvvisazione continua”.

Fari sulle tabelle
A distanza di mesi la scena si ripete, ma nelle segrete stanze di Palazzo dei Normanni, dove sembra che si stia mettendo mano alle tabelle con “forti ridimensionamenti” dei capitoli modificabili. L’antipasto si è avuto con l’annunciato ridimensionamento del fondo da 54 milioni di euro che finanzia la progettazione di nuove opere pubbliche e che viene affidato all’assessorato Infrastrutture.
Nel mirino le spese degli assessorati
Un caso tornato alla ribalta all’inizio della maratona della legge di stabilità e che ha costretto il governo ad annunciare un emendamento che modifica l’entità del fondo: da 54 a 50 milioni di euro. L’emendamento deve ancora essere votato e potrebbe non essere l’unica novità in un prospetto che segna tante altre spese finite ora nel mirino della maggioranza ‘alternativa’ di Palazzo dei Normanni.

