MILANO – “Tra 5 minuti mi do fuoco per tutte le vittime di usura. Addio”. Frediano Manzi, fondatore dell’associazione Sos racket e usura, lo ha fatto davvero. Ieri, intorno alle 20:30 davanti alla sede di Milano della Rai in corso Sempione, il padre della fondazione anti-racket si è cosparso di benzina, ha preso un accendino e ha appiccato il fuoco su se stesso. Attualmente in prognosi riservata è ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano: ha riportato ustioni multiple alle braccia e al tronco. A salvarlo il conducente del tram della linea che passa davanti alla sede Rai. Il conducente ha fermato il tram, ha preso l’estintore ed ha salvato la vita a Frediano Manzi: “Stavo transitando in corso Sempione – ha raccontato – quando ho visto le fiamme e istintivamente mi sono fermato. Poi ho capito che era un uomo e sono sceso con l’estintore e ho spento il fuoco che lo avvolgeva”.
Prima del gesto Manzi ha scritto a mano e consegnato alla Rai un plico spiegando le sue motivazioni di cui sopra e facendo alcune richieste: “Una commissione d’inchiesta sul caso Ferrigno”, o “rimozione del presidente del Fondo nazionale anti-usura”. Nelle richieste scritte il cuore di 10 anni di lotte e battaglie in difesa delle vittime di racket.
Dalle denunce e dalle segnalazioni dell’associazione di Frediano Manzi sono nate moltissime e dettagliate inchieste spaziando dall’usura alla commistione fra amministrazioni pubbliche e criminalità organizzata. In ogni caso, negli ultimi anni il fondatore di Sos versava in una depressione quasi delirante a seguito del finto attentato al suo negozio di fiori, fatto che diede il via ad un inarrestabile declino di credibilità e di notorietà.