La pandemia “non è finita e in Italia la circolazione virale è ancora molto alta”. Lo afferma a Radio Cusano il presidente della Fondazione Gombe Nino Cartabellotta, sottolineando che è in atto una “frenata nella diminuzione dei casi” ed invitando a fare attenzione in particolare alle Regioni del Centro-Sud, dove già si assiste ad una “inversione di tendenza”.
“Con i dati della pandemia in netto miglioramento e la drammatica situazione in Ucraina che ha catalizzato l’attenzione pubblica, si rischia un grave calo di attenzione nei confronti del Covid, che è un problema tutt’altro che risolto. Il virus – precisa Cartabellotta – continua a circolare in maniera molto elevata nel nostro Paese: nell’ultima settimana in alcune regioni non solo si è arrestata la diminuzione del numero dei nuovi casi, ma in qualche regione si vede qualche lieve aumento. In questa fase infatti il dato nazionale è influenzato al ribasso dalle principali regioni del Nord, come la Lombardia con i suoi 10 milioni di abitanti, dove la situazione è particolarmente favorevole: questo ovviamente trascina verso il basso il dato nazionale mentre in diverse regioni del Centro-Sud come Abruzzo, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia si sta già verificando un’inversione di tendenza”.
In Italia, rileva l’esperto, “da un lato i numeri sono ancora alti, circa 38.000 casi in media al giorno e un tasso di positività dei tamponi in crescita: molecolari al 17,4% e antigenici al 13,4% che sono valori molto elevati. Dall’altro lato la popolazione suscettibile è ancora molto numerosa: over 50 non vaccinati o che non hanno fatto la terza dose che rischiano forme di malattia più grave. Fondamentale dunque mantenere il tasso di vaccinazione elevato”.
Sulla fine dello stato di emergenza Cartabellotta mette in guardia: “La pandemia non è finita, occorre continuare a monitorare le coperture vaccinali. Non si può escludere che nei prossimi mesi si debba fare ricorso a un nuovo richiamo vaccinale per le persone anziane e fragili. Inoltre, con una circolazione virale ancora così elevata non ci sono le condizioni per poter abbandonare le mascherine al chiuso”. Infine, un ultimo monito: “La gestione della pandemia sta per passare interamente in mano alle Regioni, attenzione alle diseguaglianze regionali”.