PALERMO – La nomina di Marcella Cannariato nel futuro consiglio di indirizzo del Teatro Massimo, voluta da Renato Schifani, apre ufficialmente i giochi sulla governance della fondazione lirica.
Una mossa arrivata quasi a sorpresa, prima della pausa d’agosto, ma che in fondo così inaspettata non è visto che è ormai scaduto il mandato sia del consiglio di indirizzo uscente che del sovrintendente Marco Betta.
Lo statuto prevede che Regione, comune di Palermo e ministero dei Beni culturali indichino un componente a testa; il quarto è di diritto il sindaco, col ruolo di presidente mentre il quinto, in assenza di soci privati, viene scelto da Roma su una terza concordata da Palazzo d’Orleans e Palazzo delle Aquile.
I rapporti di forza
Al momento Roberto Lagalla non ha ancora indicato il suo consigliere, così come non lo ha fatto il dicastero guidato da Gennaro Sangiuliano: nomi da cui dipenderanno gli equilibri di piazza Verdi e quindi la conferma o meno di Betta.
Il sindaco vorrebbe lasciare il sovrintendente al suo posto, grazie all’appoggio di un pezzo di Fratelli d’Italia, mentre il ministro e Schifani sarebbero propensi a un cambio.
La mossa di Schifani
Il nome della Cannariato ha colto in contropiede gli addetti ai lavori. Imprenditrice palermitana, moglie di Tommaso Dragotto, è componente dell’assemblea nazionale di Italia Viva.
Cannariato è amministratrice unica della A&C Broker Srl e consigliere di amministrazione della Sicily by Car Spa e della Dragotto Holding Spa, oltre a essere da 11 anni la responsabile per la Sicilia della Fondazione “Marisa Bellisario”. In passato ha ricoperto il ruolo di componente dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia ed è stata esperta del ministro per le Pari opportunità.