Fondi Pnrr ai soli Comuni virtuosi? Lagalla a Sala: "Milano non è la regola" - Live Sicilia

Fondi Pnrr ai soli Comuni virtuosi? Lagalla a Sala: “Milano non è la regola”

Il sindaco di Palermo risponde all'omologo milanese che vorrebbe fare confluire nel capoluogo lombardo le risorse non spese
PALERMO
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“Credo che il mio amico sindaco di Milano non beneficerà dei soldi non spesi del Pnrr che sono destinati alla città di Palermo. Con l’aiuto del governo nazionale e con piccole deroghe motivate sui tempi, riusciremo a fare gli investimenti previsti e a realizzare i progetti”. Così il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sulla dichiarazione Giuseppe Sala su eventuali ‘residui’ del Piano.

Secondo il primo cittadino milanese, infatti, un governo saggio dovrebbe dare “più alle realtà locali e a quelle che hanno un track record secondo cui possono investire. Io dico, se ci sono dei residui, dateli a Milano”. Sala ha aggiunto che le parole del ministro Fitto sui ritardi dell’attuazione del Piano “suonano un po’ come una resa” di qui la proposta: “Siccome siamo ancora in tempo estendiamo a tutti l’operazione verità e diamo i fondi a chi li sta investire”.

Ma all’omologo milanese ha risposto il primo cittadino palermitano che ricorda di “avere allestito una task force comunale che monitora giornalmente lo stato di avanzamento dei progetti di spesa che fanno capo al Pnrr”.

“Comprendo lo spirito che anima Sala – spiega il sindaco di Palermo – ma è altrettanto vero che Milano non è la media del Paese. Del resto anche il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto ha fatto riferimento a situazioni di ritardo che riguardano l’intero Paese. Purtroppo non sono state messe in campo le necessarie semplificazioni delle procedure per la validazione dei progetti e, ad esempio, quelle per accorciare i tempi delle modifiche urbanistiche. Va posto subito il tema delle proroghe laddove sono ragionevoli e per tempi limitati. La mia amministrazione è motivata. Ma ci sono delle difficoltà oggettive per le quali sarebbe giusto ottenere un rinvio di qualche mese”.

Lagalla sul tema sollevato da Sala ha sottolinea che “se, ottenute le proroghe, si dovessero comunque creare dei residui per opere non più realizzabili, sarebbe legittimo ricorrere ad una distribuzione delle risorse secondo i principi di premialità e nel rispetto delle capacità di spesa dimostrate – aggiunge – ma si dovrà tenere conto delle specificità e delle differenze fra territori e rispettare il principio di solidarietà nazionale”.

L’Anci: i ritardi non sono colpa dei Comuni

La polemica coinvolge anche l’Anci. “Sui ritardi del Pnrr – ha detto il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, intervenuta in diretta a TgCom24 – i Comuni non hanno alcuna responsabilità, perché la fase di messa a terra delle risorse sta per iniziare, sono appunto iniziate le gare e l’aggiudicazione dei lavori; quindi, dei ritardi dei Comuni si potrà parlare soltanto fra un anno fra un anno e mezzo. Se ritardi si sono registrati, anche in sede di verifica da parte della commissione europea, essi ovviamente sono imputabili ai ministeri o altri soggetti che intermediano le risorse di cui i Comuni sono beneficiari”

In merito alla Pa che fa fatica a trovare le risorse umane per gestire il Recovery plan, Nicotra ha evidenziato: “Il Pnrr sta esaltando una fragilità tipica della nostra Pa, per cui sono in difficoltà le macchine amministrative dei Comuni così come ministeri”. Come Anci, ha aggiunto, “stiamo chiedendo che i contratti a tempo determinato, ottenuti a valere delle risorse del PNRR, non scadano nel 2026. Tutto questo perché molto banalmente molti giovani, che magari stanno entrando nei Comuni con questi contratti a tempo determinato, preferiscono andare via di fronte ad una prospettiva lavorativa molto breve, oppure avendo altre opportunità nel privato o nel pubblico con retribuzioni più elevate”.

“Vogliamo dare una prospettiva a questi giovani che fino nel 2026 lavoreranno sul Pnrr e chiediamo – ha sottolineato ancora Nicotra – che i Comuni, con disponibilità finanziaria e carenze in organico, possano assumerli dal 2027. E’ importante saperlo adesso, è una richiesta assolutamente ragionevole che il governo e il Parlamento devono accettare”


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