“Niente corsi per 5mila ragazzi” | Formazione, l’allarme dei salesiani - Live Sicilia

“Niente corsi per 5mila ragazzi” | Formazione, l’allarme dei salesiani

La denuncia di don Sapienza: “In ritardo i trasferimenti. Tanti ragazzi in mezzo a una strada”. La Regione: “Siamo in tempo”.

PALERMO – “Senza soldi non si canta messa”. È una battuta amara, quella con la quale don Benedetto Sapienza racchiude la questione. “Cinquemila ragazzi sono a spasso”, racconta, preoccupato, puntando il dito contro la Regione. I giovani in questione sono quelli che dovrebbero prendere parte ai cosiddetti corsi dell’Obbligo formativo (Oif). Per intenderci, si tratta di lezioni “sostitutive” alla scuola “classica”: corsi di formazione per imparare un mestiere, soprattutto, nati per contrastare la dispersione scolastica, appunto.

“Corsi nati per evitare che i giovani finiscano nelle mani nella malavita, o che entrino nella spirale del vizio se non nell’illecito”, spiega sempre don Benedetto, che oggi è il delegato regionale di uno dei più grossi centri di formazione che organizza questi corsi, il Cnos-Fap, guidato dai Salesiani. “Ma io parlo a nome di tutti gli enti che lavorano in questo settore”.

Un settore fermo, racconta don Benedetto. Perché, mentre la scuola normale è già iniziata da quasi un mese, agli enti che si occupano di Oif non sono ancora giunti i trasferimenti regionali per organizzare i corsi. E così, niente soldi e niente messa, ribadisce don Benedetto. “Ma ogni giorno – spiega – le famiglie vengono da noi chiedendoci se ci sono novità, se possono portare da noi i loro figli. Oggi siamo costretti a dire a chi deve iscriversi al primo anno, di rivolgersi alle scuole statali”. Una scelta che non è consentita a tutti, spiega il direttore dell’ente: “Ci sono molti ragazzi invece – dice – che hanno frequentato il primo anno e vorrebbero iscriversi al secondo. Non avendo ricevuto i finanziamenti, però il secondo anno non può partire. E così, il giovane non può andare avanti, ma non può nemmeno tornare indietro”. Sospesi, in attesa dell’arrivo dei contributi.

Un racconto che è in parte contestato dall’assessorato alla Formazione: “In realtà, i secondi, terzi e quarti anni – precisa il dirigente generale del dipartimento Formazione, Gianni Silvia – non potranno comunque partire prima di gennaio, visto che non sono stati ancora ultimati gli anni precedenti”. Ma su una cosa, gli enti dell’Oif e la Regione concordano: tutto sarebbe stato più semplice se, nel corso dell’ultima Finanziaria, non fossero stati ridotti i fondi per quei corsi da 20 milioni del bilancio regionale ad appena sette. “Noi stiamo facendo il possibile – spiega Silvia – sulla base delle risorse che abbiamo. Quando sono state tolte dal bilancio regionale abbiamo dovuto ‘compensarle’ attraverso i fondi europei. Ma lì il meccanismo è un po’ più complesso”. Quei soldi tolti agli Oif finirono infatti nel “calderone” della manovra finanziaria dopo le proteste dei disabili siciliani che spinsero il governo regionale a reperire nuove risorse. Dai giovani ai portatori di handicap. È la triste e classica storia di una “guerra dei fondi” per due categorie realmente bisognose.

“Oggi sono circa 250 le classi di primo, secondo, terzo e quarto anno che non possono partire – insiste don Benedetto – e ogni classe prevede tra i 15 e i 25 allievi. Stiamo parlando di cinquemila giovani in dispersione scolastica”. Ma la questione è anche “tecnica”. Per gli anni successivi al primo, spiega il dirigente Silvia “stiamo utilizzando le somme messe a disposizione dal Fondo sociale europeo. Questa spesa ovviamente prevede dei paletti che dobbiamo rispettare. Noi proveremo a stringere i tempi per fare in modo che già con l’arrivo del nuovo anno, possano arrivare i trasferimenti agli enti”.

Meno ottimista il delegato regionale del Cnos: “I bandi, per loro natura, – dice don Benedetto – rappresentano una strada lunga e piena di ostacoli: si rischia, insomma, che le procedure non si sblocchino prima di un anno. Non possiamo permettercelo”. Da qui, la proposta lanciata all’assessorato: “Pare – dice don Benedetto – che i finanziamenti del Fondo sociale europeo possano essere utilizzati anche tramite una ‘convenzione’, ad esempio, con gli Uffici scolastici regionali. Questo consentirebbe certamente di fare più presto”. Ipotesi allontanata dalla Regione, che ribadisce come l’utilizzo di fondi comunitari obblighi comunque al rispetto di alcuni passaggi, compreso il via libera della Corte dei conti. “Per quanto riguarda i primi anni invece – rassicura Silvia – c’è già una circolare che consentirà di far giungere i contributi già entro la fine del mese, o al massimo all’inizio di novembre. E presto ci ritroveremo anche i soldi frutto del definanziamento dell’Anfe che potremo ulteriormente utilizzare”.

Resta la preoccupazione dei salesiani: “Il target dei corsi dell’Obbligo formativo è rappresentato dalle fasce più deboli e più a rischio, come i giovani di 15, 16 anni che magari sono stati bocciati e non vogliono tornare a scuola. Noi – spiega don Benedetto – offriamo loro l’opportunità di imparare un mestiere”. I corsi, in particolare, formano i giovani in vista di un lavoro da parrucchiere o elettricista, estetista o commis, gelatiere, panificatore o esperto in impianti industriali, energie alternative, meccanica. “L’anno scorso – racconta don Benedetto – quindici ragazzi formati da noi in un corso del settore della meccanica sono stati assunti a tempo indeterminato da grosse concessionarie in tutta la Sicilia. Ma a chi viene oggi – conclude – siamo costretti a dire: non ci sono soldi”. E senza soldi, niente messa.


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