L’Avviso c’è. I soldi, pare, ancora no. Il dubbio, oggi, coinvolge tanti soggetti. Dagli operatori degli enti di Formazione ai sindacati, passando persino da qualche deputato regionale che attacca: “Quel bando è carta straccia”.
Il bando in questione è l’Avviso 20. Il “bando dei bandi” della Formazione professionale. Annunciato come la vera rivoluzione del settore, soprattutto per lo “spostamento” del peso economico dei corsi sul Fondo sociale europeo. Stiamo parlando di circa 280 milioni di euro.
Ma il trasloco dal bilancio regionale ai fondi comunitari sarebbe, finora, soltanto nelle intenzioni di chi ha redatto l’Avviso. Dell’ormai ex assessore Centorrino, che ha lasciato la giunta dopo aver commentato con soddisfazione il varo di un bando “che resterà nella storia della Sicilia”. E anche del dirigente generale Ludovico Albert, che appena pochi giorni fa ha dovuto gettare giù il boccone amaro della revoca dell’Avviso 8. Un bando da 180 milioni fortemente censurato dalla Corte dei conti.
Adesso, le ombre si sono allungate anche sull’Avviso 20. Il piano triennale che dovrebbe partire subito. Anzi, immediatamente. Gli enti, infatti, sono obbligati a far partire i corsi entro 40 giorni dalla pubblicazione in Gurs dei decreti del dirigente generale Albert sull’approvazione delle graduatorie e sull’elenco dei progetti approvati. Ma ecco sorgere qui i primi dubbi. I sindacati, infatti, lamentano la tempistica. I corsi dovrebbero partire, come detto, 40 giorni dopo la pubblicazione del decreto di Albert (pubblicato a dire il vero, ecco un’altra anomalia, non sulla Gurs, ma sul sito del Fondo sociale europeo il 14 giugno scorso). Insomma, i corsi dovrebbero partire entro la fine di luglio, un periodo dell’anno considerato dalle sigle “non idoneo”.
Ma questo, tutto sommato, è forse il problema meno importante. Perché i sindacati sollevano forti perplessità anche sui finanziamenti promessi dall’Avviso. “Presto – ha detto Giuseppe Raimondi della Uil – il mio sindacato insieme a Cgil e Cisl chiederà un incontro al dirigente generale Albert, visto che ci sono diverse cose da chiarire”. A cominciare da un punto.
Non esistono ancora i cosiddetti “decreti di finanziamento” degli enti. Ai quali viene chiesto di far presto. Ma ai quali, però, non si garantisce il sostegno economico previsto dal bando. I decreti di finanziamento, tra l’altro, che di fatto “impegnano” le somme per le singole associazioni, dovranno essere ratificati dalla Corte dei conti, che sembra non aver ancora ricevuto notizia in merito. L’unico “visto” dei magistrati contabili, infatti, riguarda solo gli aspetti inerenti le graduatorie. Nulla a che vedere con i soldi. Anche perché la Regione starebbe incontrando alcune difficoltà a reperire la propria quota di co-finanziamento del bando. Una parte, però, sarà reperita dalle somme previste per i cofinanziamenti degli Avvisi “bocciati”. Gli altri, attraverso altri meccanismi.
Fatto sta che ancora i soldi non sarebbero disponibili. O, se ci sono (e dall’assessorato giungono, seppur in maniera informale, assicurazioni in questo senso), non sono comunque nella disponibilità degli enti. Ai quali è stato assicurato, anche in seguito al decreto di Albert del 14 giugno un acconto del 50% delle somme (una parte dopo l’avvio delle selezioni degli allievi e un’altra parte dopo la partenza di almeno la metà dei corsi previsti). Ma dall’assessorato arrivano assicurazioni: “L’Avviso 20 non sta incontrando nessun problema – ha detto il dirigente generale Ludovico Albert – ma da tempo c’è qualcuno che gufa”.
Ma gli attacchi, anche dal mondo della politica, sono già partiti. “Riportiamo Centorrino al centro dei riflettori – ha detto ad esempio il deputato del Pdl Francesco Scoma – per chiedergli conto e ragione della riforma del settore della formazione che è invece un flop. L’avviso 20/2011, tanto sbandierato, è per ora soltanto un pezzo di carta che ha ricevuto il parere positivo della Corte dei Conti. Così è perché la Regione non ha ancora inviato, per il necessario visto alla Corte, anche il decreto di impegno delle somme necessarie alla copertura finanziaria. Senza questo decreto e il relativo visto della Corte dei Conti – ha aggiunto Scoma – di fatto si obbligano gli Enti ad avviare i corsi entro termini perentori costringendoli anche ad accollarsi tutti gli oneri finanziari e giuridici senza che la Regione abbia adempiuto, invece, ai suoi obblighi oltre che doveri previsti dalla legge”.
Scoma ha anche annunciato un’interrogazione parlamentare col la quale chiederà al governo “quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di revocare la perentorietà del termine previsto per l’avvio delle attività corsuali, indicata erroneamente dal decreto 2376 e pubblicato sul sito internet del Fondo sociale europeo il 14 giugno 2012. E quali provvedimenti si stiano attuando affinché l’iter della Corte dei Conti possa essere accelerato – conclude – e soprattutto ottenere un esisto positivo permettendo così agli Enti, ai lavoratori e agli allievi della Formazione professionale di ricevere le necessarie risorse”.