PALERMO – Sede nuova, problemi nuovi. Ma tra pochi mesi, la Formazione siciliana rischia di esplodere definitivamente. Il faccia a faccia stamattina tra l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra e i sindacati sul caso Ial sembra quasi il prologo di tutto. Un incontro che in effetti non ha fugato i dubbi. Al punto da rendere necessario un “aggiornamento” al prossimo lunedì. Una cosa, però, appare certa. Gli 850 dipendenti dello Ial, ente privato dell’accreditamento a causa di irregolarità legata al Prof 2010 (in pratica, secondo l’assessorato, a fronte di un contributo di circa 20 milioni destinato alle spese del personale, l’ente non avrebbe garantito gli stipendi ai lavoratori) perderanno il loro status di impiegati “a tempo indeterminato”. “Questo significa – tuonano i sindacati – che la Regione sta solo creando nuovo precariato”. “Il governo – ha replicato l’assessore Scilabra – ha riscontrato gravi irregolarità, e nonostante tutto ha deciso di tutelare i livelli occupazionali”. Mentre fuori dagli uffici un gruppo di lavoratori promette: “Se ci tolgono lo status di lavoratori a tempo indeterminato, scoppia la guerra”. Appunto, la guerra. E al di là dei toni usati dai lavoratori, l’impressione è che davvero il giocattolo si stia rimpendo.
E che la “pressione” stia salendo oltre i livelli di guardia lo dimostra la presenza, di fronte ai nuovi locali dell’assessorato, in Corso Calatafimi, di dipendenti di diversi enti che si occupano di Formazione e istruzione: dall’Aran all’Anfe, dall’Iridas al Cefop. Mentre dalla politica arrivano altri “promemoria”: “Il governo non dimentichi – ha ricordato il deputato Pd Mariella Maggio – che ha già promesso il transito al Ciapi di Priolo anche di 1860 addetti agli sportelli funzionali”.
Uno per volta. Oggi era il giorno dello Ial. I sindacati sono stati convocati stamattina nella nuova sede dell’assessorato. Sede nuova, ma ancora non fornitissima di arredi. “Al massimo due rappresentanti per sigla, mancano le sedie” fanno sapere alcuni funzionari dell’assessorato. Alla fine, le sedie salteranno fuori. La riunione può iniziare. E il tema dell’incontro è quello: che fine fanaranno i lavoratori dello Ial? Dopo un’ora e mezzo di colloquio, i dubbi non sembrano sgombrati del tutto. Anzi. Servirà un aggiornamento, lunedì prossimo.
“Si è verificato purtroppo – fa sapere attraverso una nota la Cisl – ciò che temevamo e cioè la mancanza di una proposta del governo che contenga le garanzie di rapporto a tempo indeterminato per i lavoratori degli enti ai quali è stato tolto l’accreditamento. Il governo ha solo allo studio ipotesi di proposte temporanee (forse parasubordinato o autonomo) e che non fanno altro che modificare la condizione sociale già pesante dei lavoratori. Si conferma purtroppo un modo improvvisato e approssimativo di affrontare il governo del processo di riorganizzazione/riforma del settore della formazione professionale”. “La strada scelta dal governo – spiega Giusto Scozzaro della Cgil – porta con sé molti dubbi da chiarire. Non è improbabile che lo Ial decida, di fronte all’assenza del finanziamento, di licenziare i dipendenti. A quel punto che succederà? I corsi si svolgeranno nelle stesse sedi? E i contratti sottoscritti con lo Ial passeranno al Ciapi? Certo, auspichiamo che l’ente dimostri uno spirito collaborativo, e che possa chiarire le presunte irregolarità riscontrate. A quel punto, i lavoratori potrebbero rientrare nell’ente di provenienza. Ma in caso contrario, tra qualche mese che fine faranno?”. “Non abbiamo ancora chiara – aggiunge Giuseppe Raimondi della Uil – la natura del rapporto di lavoro che il Ciapi di Priolo ha intenzione di instaurare con i lavoratori. Chiederemo ulteriori spiegazioni nell’incontro di lunedì prossimo”. “Si tratta – aggiunge Giorgio Tessitore, sempre della Cisl – di una inaccettabile precarizzazione. A noi non cambia molto se i lavoratori vengono trasferiti al Ciapi o a un altro ente, purché il lavoro sia a tempo pieno, a tempo indeterminato e alle stesse condizioni economiche dell’ente di provenienza”. Ipotesi che al momento appare impossibile da percorrere. Il governo, infatti, sta andando verso un’altra direzione: quella di far “transitare” i lavoratori al Ciapi di Priolo attraverso contratti a tempo determinato. Contratti che finiranno, insomma, insieme alla prima annualità dei corsi del Piano giovani. Ma dopo, che succederà?
A giugno, insomma, potrebbe concludersi il conto alla rovescia della Formazione siciliana. Con una deflagrazione dalle dimensioni ancora difficili da prevedere. “La situazione dello Ial – spiega infatti l’assessore Nelli Scilabra – era certamente quella che destava maggiori preoccupazioni e che ci spingeva ad agire con maggiore celerità. Ma non è escluso che altri enti possano essere oggetto di provvedimenti analoghi”. E in effetti, già nei mesi scorsi, l’assessorato aveva avviato il procedimento di revoca dell’accreditamento a decine di enti. Una quarantina in tutto. I cui lavoratori potrebbero subire la stessa sorte: ente definanziato e transito temporaneo al Ciapi di Priolo. Che rischia di diventare, di qui a qualche mese, un ente con un libro paga composto da migliaia di nomi. Basti pensare che agli 850 dipendenti dello Ial, vanno aggiunti quelli dell’Aran, dell’Ancol, della Lumen, dell’Aiprig e del Cefop di Palermo. Altri trecento lavoratori circa. A questi, come detto, si aggiungeranno – stando alle promesse del governo – quelli degli sportelli multifunzionali. E ancora, ancora incerto il destino dei circa 350 licenziati dal Cefop, che da luglio protestano davanti ai locali dell’assessorato: “Il presidente della Regione – raccontano alcuni di loro – aveva assicurato che saremmo tornati a lavoro. Ma ancora non abbiamo notizie”. Mentre i dipendenti dell’Aram spiegano: “Ci rechiamo in una sede senza luce elettrica né acqua. Abbiamo scritto all’assessore, agli uffici. Nessuno ci dà notizie sul nostro futuro”.
Uno per volta. Oggi, era il turno dello Ial. “Siamo a difesa – ha detto al termine dell’incontro l’assessore Nelli Scilabra – della legalità e dei diritti dei lavoratori, se un ente riceve del denaro pubblico e non paga gli stipendi e non fornisce chiarimenti, deve essere sanzionato. Non ci siamo limitati, però, a revocare l’accreditamento all’ente Ial Sicilia – saggiunge – ma abbiamo contemporaneamente individuato una soluzione per mettere in sicurezza il personale dipendente. Altri governi avrebbero lasciato per strada i lavoratori, noi oggi dimostriamo di avere a cuore il futuro di donne e uomini che non devono pagare gli errori di altri. I tecnici dell’assessorato, guidati da Anna Rosa Corsello, stanno studiando il percorso tecnico da attuare, anche relativamente alle tipologie contrattuali da applicare. Intanto con chiarezza affermiamo che l’indirizzo politico è quello di ripristinare la legalità e salvaguardare il personale facendo transitare i corsi dello Ial Sicilia e degli altri enti espulsi dall’accreditamento regionale presso il Ciapi”.
Un destino che potrebbe essere seguito da altri enti, quindi, di qui a poco. “Non soltanto – conferma Nelli Scilabra – lo Ial Sicilia. I controlli saranno effettuati su tutto il panorama degli enti senza alcuna esclusione. La legalità vale per tutti. Il prossimo mercoledì incontrerò il Comandante regionale della Guardia di Finanza presso i miei uffici. Saranno loro ad effettuare le verifiche sugli enti, dobbiamo ripristinare trasparenza e rispetto delle regole”. Intanto, però, è iniziato il conto alla rovescia. Tra pochi mesi, la “bomba” Formazione professionale potrebbe deflagrare una volta per tutte.