Formazione, vitalizi e disabili | Le 'bugie' di Crocetta a 'L'Arena' - Live Sicilia

Formazione, vitalizi e disabili | Le ‘bugie’ di Crocetta a ‘L’Arena’

Il presidente snocciola in tv dati e fatti, spesso confusi. Nessuno chiede chiarimenti. Eccone alcuni

Il 'fact -checking' al governatore
di
5 min di lettura

PALERMO – Le questioni restano sospese fin dal primo minuto di gioco, sul campo de L’Arena di Giletti. Appena insediato, ricorda il noto conduttore, l’avvocato di Rosario Crocetta avrebbe ricevuto una telefonata di minacce da parte di un noto boss. “Questo per fare capire di chi stiamo parlando”, dice l’anchorman. Ma oltre a questo, si capirà poco: chi è l’avvocato? Chi è il boss? Quale è stata la minaccia? Ne è seguita una indagine, un processo? I dettagli, mai tanto essenziali, sono sfumati, nel polverone della trasmissione di Rai Uno. Era il primo minuto di quel programma. Ma da lì, la scena si ripeterà: accenni confusi, mezze bugie e soprattutto domande mai poste, fatti mai chiariti davvero.

11esimo minuto: “Non ho una maggioranza”

Per scaricare le responsabilità delle inefficienze del proprio governo, Crocetta punta il dito contro una “maggioranza parlamentare che non esiste”. È davvero così? I numeri dicono chiaramente altro: i deputati che oggi sostengono il governo Crocetta oscillano tra i 52 e i 56. Poco meno di due terzi di Sala d’Ercole, insomma, sta formalmente col governatore. Una maggioranza litigiosa? Senz’altro. Un fatto, però, legato anche alla scelta delle stesso presidente di aprire alleanze e la sua stessa giunta, a transfughi e cambiacasacca, compresi tanti esponenti politici eletti col centrodestra e abbracciati dallo stesso governatore.

12esimo minuto: “La Formazione costava di più e contava su 12 mila formatori”.

Anche in questo caso è errato sia il numero che il senso dell’affermazione. Quando Crocetta viene eletto, infatti, eredita certamente un settore fatto di sprechi, clientele e inefficienze palesi. Oltre, come poi appureranno le inchieste giudiziarie, che di malaffare. Ma i dipendenti, in quegli anni sono poco più di ottomila, compresi quelli che vengono riconosciuti come “ex sportellisti”. Adesso la Formazione costa di meno? Questo è vero. Ma intanto, non certamente nelle proporzioni indicate da Crocetta (la spesa per l’Avviso 20 non è così lontana da quella per gli ultimi bandi del governo in carica). E nessuno, di fronte a quelle affermazioni, ha chiesto ad esempio se quel risparmio sia stato ottenuto tramite il “licenziamento” di circa 4 mila dipendenti, né, ad esempio, se quel taglio si è tradotto in efficienza. La risposta a questo interrogativo è negativa: la Formazione in era Crocetta è andata avanti di flop in flop: dal Piano giovani naufragato insieme al “click day”, passando per gli altri errori del suo governo (sbagliato il regolamento sull’accreditamento, ritirato e riscritto due volte l’ultimo bando) che hanno bloccato il settore per oltre un anno e mezzo. Insomma, ha risparmiato? Certo. Ma il sistema, con lui, è ripartito? Ha funzionato? Chiaramente no.

12esimo minuto: “Ho licenziato 600 mafiosi tra gli ex Pip”.

Ovviamente non è vero. I precari di “Emergenza Palermo” sono circa tremila. Secondo Crocetta, insomma, uno su cinque sarebbe stato un mafioso. Fatti che non corrispondono al vero. Semmai, andrebbe spiegato come mai il governo ha avallato una norma che consente a un Pip coniugato anche – potenzialmente – con una persona milionaria, di ottenere comunque il sussidio dalla Regione. Lo ha fatto cambiando le regole sul calcolo dell’Isee, passando dal calcolo familiare a quello personale. Ma nessuno glielo ha chiesto.

13esimo minuto: “I vitalizi? Vanno aboliti, ma io non posso farlo, perché deve farlo il parlamento”

Falso. I vitalizi non possono essere aboliti non per colpa del parlamento, ma perché il vitalizio non esiste più all’Ars già dall’inizio del 2012 quando anche in Sicilia è stato recepito il decreto Monti sui costi della politica. Secondo Crocetta, poi, in Sicilia non sarebbe operativo il “contributo di solidarietà” per le pensioni più alte. Non è vero, come ha spiegato in una sua replica anche su Livesicilia, Giovanni Ardizzone. Resta da capire poi se tra le “pensioni” da abolire, Crocetta faccia riferimento anche a quella di eurodeputato che, stando alle norme di Bruxelles, spetta già a lui da un paio di anni (a Bruxelles scatta al 63esimo anno di età).

13esimo minuto: “Abbiamo ereditato un disavanzo di due miliardi di euro e oggi i conti sono in attivo”.

Vero. Ma solo in parte. Nessuno ha chiesto, ad esempio, se per mettere a posto i bilancio, la Regione si sia indebitata. In effetti è proprio così. Quando si è insediato, Crocetta ereditava dagli oltre sessant’anni di autonomia, 4 miliardi di debiti dovuti a mutui, prestiti e anticipazioni di casa. In soli quattro anni, il governatore gelese è riuscito a raddoppiare questo debito portandolo a 8 miliardi. Che verranno pagati, ovviamente, dalle prossime generazioni. In qualche caso, per i prossimi trent’anni.

14esimo minuto: “Non vogliono approvare una mia legge che farebbe risparmiare ai Comuni 50 milioni. E poi mi dicono che non hanno i soldi per garantire i disabili…”.

Il governatore in questo caso mischia due faccende che non hanno alcuna attinenza. Ma anche in questo caso la realtà è un’altra. E sarebbe bastato, per conoscerla, semplicemente leggere una recentissima sentenza del Tar che ha condannato proprio il governo di Crocetta, per avere destinato all’assistenza dei disabili gravi una somma insufficiente: invece del 50 per cento del fondo per la disabilità, appena il 30 per cento. Un fatto che ha privato tante persone di una assistenza a volte vitale.

19esimo minuto: “I Forestali prima costavano 400 milioni ora ne costano 200”.

Purtroppo non è vero. La riduzione c’è stata, ma è molto più contenuta: dai circa 280 milioni ereditati da Lombardo ai circa 250 milioni delle ultime finanziarie regionali. Semmai, nessuno ha chiesto una cosa. Per ridurre le spese, il governo si era impegnato ad approvare entro sei mesi una riforma dei Forestali che avrebbe dovuto bloccare il ‘turn-over’. Se non fosse stata approvata in quei termini, diceva la norma, tutto sarebbe rimasto com’era. Quella legge è stata approvata? Ovviamente no. E così nulla è cambiato.

94esimo minuto: “L’assessore Micciché? Ha fatto bene a dimettersi, avrebbe dovuto farlo prima”

Un’ultima annotazione sulla velenosa dichiarazione rivolta all’ex assessore. Pensare che il problema storico dei disabili sia dovuto all’ultimo assessore è la più grave delle mistificazioni. Micciché arriva in giunta proprio per la decisione di Crocetta di creare un governo “politico”. E il governatore conosceva bene il nuovo assessore, deputato regionale come lui e anche segretario regionale del partito, ruolo, quest’ultimo, che l’ha portato frequentemente a dialogare con Crocetta in occasione degli innumerevoli vertici di maggioranza “chiarificatori”. Ma il problema dell’assistenza ai disabili e le inefficienze di quell’assessorato vanno oltre la responsabilità (che è palese, invece, per i modi con cui è stata gestita la singola questione dei fratelli Pellegrino), di Gianluca Micciché. Un assessorato, quello, dal quale in quattro anni sono passati, per decisione di Crocetta, quattro assessori in quattro anni (Bonafede, Bruno, Caruso e Micciché appunto). Cambiamenti che non hanno certo favorito il lavoro in quel ramo dell’amministrazione. Ma un dato costante, a ben guardare, c’è: in quegli anni il presidente della Regione era sempre Rosario Crocetta.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI