PALERMO- “Una truffa colossale, complice un presidente della Regione incapace di intendere e di volere, e un assessore all’Economia, mandato da Roma, che non fa gli interessi della Sicilia”. Il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè attacca a testa bassa il governo Crocetta e l’accordo con lo Stato in materia di entrate. “Dopo aver visto questa intesa non prendo il kalashnikov perché non sono un terrorista, ma ci sarebbe da farlo”, afferma Miccichè. Secondo il quale Crocetta “non è in grado di capire ciò che gli viene presentato, che firma quello che Baccei gli consiglia. Un po’ come se un pastore affidasse il proprio gregge al lupo”. Un governatore che “per tutto ciò che accade dà la colpa alla mafia, persino se erutta l’Etna”, insiste il coordinatore di Forza Italia.
Per il quale “l’unica colpa della mafia è averci dato questo governatore. Per paura di Cosa nostra i siciliani hanno votato lui che è il peggior presidente mai avuto”. Ma Miccichè non riserva parole al miele neanche per Baccei, definito “un nemico, come se a Roma affidassero il ministero dell’Economia a un uomo mandato dalla Merkel”. Secondo Miccichè “ha ragione Baccei ad aver gridato alla vittoria dopo la firma dell’accordo. Lui ha stravinto, portando a compimento il compito affidatogli da Renzi di togliere quanto più possibile alla Sicilia”. Motivo per cui Forza Italia pensa a presentare nei confronti di Baccei una mozione di sfiducia. Di accordo “nefasto” parla Marco Falcone, capogruppo all’Ars di Forza Italia, per il quale le restrizioni imposte alla Regione da Roma avranno l’effetto di “imbavagliare il bilancio”. Accordo da quale, secondo Falcone, non ci sarà nessun vantaggio per la Sicilia. “Lo Stato ha imposto di rinunciare alle sentenze intervenute dopo l’accordo del 2014, ma anche ricorsi presentati e pendenti, a fronte di appena 500 milioni di euro”. Un accordo “dai pesantissimi effetti finanziari e in assoluta violazione dello statuto, ed è la seconda volta” è il pensiero di Gaetano Armao, presidente di Sicilia nazione. L’intesa, spiega Armao, è stata siglata “senza condivisione da parte parlamento e senza rispettare la mozione dell’Ars che aveva censurato accordo del 2014, con il quale la Sicilia si impegnava a rinunciare ai contenziosi con lo Stato”. E sarebbero “almeno sette le sentenze vinte in Corte Costituzionale, di cui oggi perdiamo tutti effetti positivi”.
“Comuni ed ex province non sono nelle condizioni di poter approvare i bilancio di previsione a causa della totale incertezza che regna in Regione a proposito dei trasferimenti agli Enti locali – afferma vincenzo Figuccia, vice capogruppo azzurro all’Ars. Il Fondo per le Autonome verrà ridotto di oltre 100 milioni di euro e l’accordo tra Stato e Regione firmato nei giorni scorsi non prevede alcun beneficio per i comuni e le ex province, anzi persino il decreto Enti locali rimanda all’applicazione dell’accordo. Quest’ultimo appare una come grave violazione dello Statuto siciliano di cui si è reso protagonista il presidente della regione. In questo quadro a farne le spese sono i precari dei comuni, i dipendenti dei Liberi consorzi e Cittò metropolitane ed alcune categorie come i Pip che rischiano di prendere gli stipendi solo da settembre. E’ veramente vergognoso – conclude Figuccia – che il governo Crocetta non si adoperi per dare certezze finanziarie agli Enti locali, non avendo nemmeno erogato l’acconto sul contributo annuale”.
Non ci sta Gianfranco Vullo, deputato regionale del Pd: “L’accordo tra la Regione e lo Stato che ci porta in dote 500 milioni certifica il buon lavoro svolto dal l’assessore Alessandro Baccei – dice -. Chi oggi lo attacca ha davvero la faccia di bronzo. I risultati sono davanti agli occhi di tutti: la Sicilia ha finalmente i conti in ordine, il bilancio non è più drogato dai residui attivi fasulli, scenderà la compartecipazione alla spesa sanitaria, i comuni anche quelli in dissesto potranno stabilizzare i precari, il Pil della regione è in crescita ed è stato ridotto il deficit. L’accordo sottoscritto dal presidente Rosario Crocetta con la presidenza del Consiglio dei Ministri non viola lo Statuto autonomistico anzi rispetta la natura pattizia che regola i rapporti tra la Siciia e lo Stato fin dal 1946”.
*Aggiornamento ore 16.21
“Le parole di Gianfranco Miccichè si commentano da sole: sono imbarazzanti e pericolose”. Lo dice Alice Anselmo, presidente del gruppo parlamentare del Partito Democratico all’Ars, che oggi si è riunito per esaminare i termini del recente accordo Stato-Regione sulle norme di attuazione dello Statuto. “Ribadisco, anche a nome del gruppo PD, il sostegno al lavoro del governo regionale guidato da Rosario Crocetta – aggiunge – e all’assessore Alessandro Baccei che ha messo in atto un’opera di risanamento dei conti, ha lavorato per sbloccare l’erogazione di somme da Roma verso la Sicilia ed ha dato stabilità alla struttura organizzativa e finanziaria della Regione”.
“Capisco che ormai Miccichè abbia bisogno di spararla grossa per ottenere un po’ di visibilità, ma le sue parole hanno davvero superato il limite del buon gusto. Mi auguro che qualcuno, fra i suoi compagni di partito, glielo faccia notare”. Lo dice Fausto Raciti, segretario regionale del Partito Democratico in Sicilia, a proposito delle recenti dichiarazioni del coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè a proposito del presidente della Regione Rosario Crocetta e del suo governo.
Arriva anche la replica di Crocetta: “Negli anni Settanta si diceva ‘mettete i fiori nei vostri cannoni'”, dice in riferimento alle parole espresse da Miccichè (“Se fossi un terrorista userei il kalashnikov, ma non lo sono”). “Miccichè non è proprio una new entry, per cui si può permettere un linguaggio così ardito e aggressivo – è il commento di Crocetta -. E poi è anche un ex sessantottino, quindi mi sorprende. A me sembra un discorso rabbioso fatto da chi capisce di non avere nulla da contestare. Abbiamo 1,6 miliardi di euro in più. Finalmente riusciamo a fare il bilancio senza mutui e senza usare i soldi destinati agli investimenti”.
“Il delirio è di chi sostiene un governatore incapace, che sta svendendo la Sicilia alla premiata ditta Baccei-Renzi. Ignobile è attaccare Miccichè per le sue parole, che sottoscrivo, e voltarsi dall’altra parte di fronte al sacco dei siciliani. Raciti e Crocetta continuino con la semantica del politichese, che a difendere la Sicilia ci pensiamo noi”. Lo dice Giuseppe Milazzo, deputato regionale di Forza Italia. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il vicecapogruppo di Fi all’Ars, Vincenzo Figuccia: “Crocetta e Raciti attaccano Miccichè? Quella del nostro commissario è stata semplicemente una metafora, come più volte fatto da esponenti della sinistra, mentre il Pd è responsabile di un disastro reale e conclamato. Il presidente della Regione e il segretario Pd se la prendano con loro stessi e con le loro malefatte. Basta con la storia del ‘loro casti e puri e noi brutti e cattivi’. Ormai i siciliani hanno alzato la testa”.