CATANIA – Una vita dedicata agli altri quella di fratel Leonardo Grasso, 78 anni, morto questa mattina tra le fiamme divampate nella Tenda San Camillo. Un incendio doloso quello che è stato applicato all’interno della comunità di recupero per tossicodipendenti e per assistenza a malati di Aids di Riposto.
Frate Leonardo aveva preso i voti a 50 anni per dedicare la sua vita ai sofferenti. La “vocazione” era arrivata dopo una tragedia familiare: la morte dei genitori, a sei giorni di distanza l’uno dell’altro. Una perdita che ha cambiato la vita dell’ex agente di commercio.
Da una professione già avviata, Leonardo Grasso ha deciso di voltare pagina e diventare frate camilliano. Ma con una direttrice ben precisa, fare qualcosa per ‘aiutare gli altri’. E da lì la missione nella Tenda San Camillo di Riposto, simbolo per tutto il comprensorio jonico.
Nel 2014 fratel Leonardo partecipa alla trasmissione ‘La vita in diretta’ con Franco Di Mare per il quarto centenario della morte di San Camillo. ,
Durante l’intervista ha confessato di non avere alcun rimpianto e di essere felice nell’operare a fianco dei sofferenti e dei bisognosi. Il suo cammino molto spesso gli ricordava quella di San Camillo: dopo una vita di scelte scapestrate ha deciso di dedicarsi in tutto e per tutto agli altri.
Il ricordo del vescovo Raspanti
La notizia della morte di Fratel Leonardo Grasso ha portato cordoglio e incredulità in tutta la comunità della diocesi di Acireale. Il vescovo Salvatore Raspanti, questa mattina, si è precipitato alla Tenda San Camillo e segue ogni passo dell’iter investigativo. “Sono andato sul posto ed ho potuto constatare – commenta Monsignor Raspandi – lo sconforto tra i pochi ospiti ma anche il dolore dei padri e dei frati camilliani, ai quali porgo le mie più sentite condoglianze. Le Forze dell’Ordine stanno compiendo le loro indagini per fare luce su quanto accaduto. Il religioso si spendeva da tanti anni, con una generosità esemplare in questa struttura nella quale la diocesi, con l’8 per mille dalla Caritas, dona un contributo, fin da quando è stata fondata. Ragion per cui, tutto questo, ci lascia nello sgomento perché tutti conosciamo quella casa e le attività socialmente utili che venivano svolte all’interno. Eleviamo preghiere per il religioso e speriamo che la vicenda venga chiarita presto. In ogni caso è una perdita ed una ferita sia nella famiglia camilliana che nella nostra diocesi”.
“Ricordiamo fratel Leonardo nelle nostre preghiere”, è l’invito del Superiore Provinciale Padre Rosario Mauriello che ha inviato una nota di cordoglio attraverso fratel Carlo Mangione, responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali dei religiosi camilliani.
Fonte foto camilliani.org