Incendio doloso, muore un frate: fermato 52enne per omicidio - Live Sicilia

Incendio doloso, muore un frate: fermato 52enne per omicidio

Fiamme in una comunità di Riposto. Giallo sulla dinamica. Il sospettato è un ospite della casa famiglia. Indagano i carabinieri.

RIPOSTO – L’incendio doloso divampato stamattina alle 5 nella comunità ‘Tenda San Camillo’ di Riposto potrebbe essere solo un macabro tentativo per nascondere un brutale omicidio. Nel rogo ha perso la vita frate Leonardo Grasso, 78 anni, responsabile della struttura che da anni si occupa del recupero di tossicodipendenti.

La camera del religioso trasformata in scena del crimine

Il religioso è stato trovato dai Vigili del Fuoco a letto, nella sua stanzetta, avvolto dalle fiamme. Alcuni segni, diversi dalle ustioni, hanno immediatamente fatto capire che non si trattava di un incidente. Quando all’appello è mancato uno degli ospiti della struttura è scattata la caccia all’uomo da parte dei carabinieri. Il 52enne, P. B., ospite della casa famiglia e originario di Genova, è scappato con la Panda della vittima.

Fermato un 52enne con l’accusa di omicidio

La Procura di Catania ha emesso un decreto di fermo, eseguito dai carabinieri, nei confronti del 52enne. L’accusa è di omicidio e incendio doloso. Resta poco chiara la dinamica di quanto accaduto all’alba: l’incendio, dunque, potrebbe essere stato solo un vano tentativo per nascondere le tracce di colluttazione o aggressione. Il religioso sarebbe stato colpito a bastonate: una ricostruzione però non confermata dagli investigatori. Sarà comunque l’autopsia, disposta dal pm Angelo Brugaletta, a dare ulteriori elementi utili alle indagini.

La fuga in auto, la cattura e l’interrogatorio

Appena i vigili del fuoco hanno comunicato ai carabinieri, intervenuti sul posto, la natura dolosa del rogo sono state avviate le indagini per capire chi fosse l’autore. Così i militari hanno scoperto che mancava l’auto di fratel Leonardo e hanno indirizzato immediatamente i sospetti nel 52enne che aveva fatto perdere le sue tracce.

L’uomo, fuggito da Riposto, è stato poi bloccato dai carabinieri del Comando provinciale di Catania in via Di Prima (grazie all’antifurto satellitare installato nell’auto) e portato a piazza Verga. Il sospettato è stato interrogato dal pm Angelo Brugaletta alla presenza del suo avvocato di fiducia, Alessandro Vecchio. Un lungo esame durato dalle 9,30 alle 12 di questa mattina.

La confessione parziale

Il 52enne avrebbe fatto parziali ammissioni dicendo che ha versato alcol sulle lenzuola mentre fratel Leonardo dormiva e poi ha appiccato l’incendio con un accendino. Il movente sarebbe legato a delle tensioni personali tra l’ospite e la vittima. L’indagato, detenuto al carcere di Caltagirone, ha smentito l’aggressione. La sua inoltre non sarebbe stata una fuga, ma sarebbe andato a Catania con il pensiero poi di costituirsi. Ma questa versione non convince gli inquirenti, anche perché sarebbero state trovate delle tracce di sangue.

Incendio all’alba a Riposto

È stata una telefonata al 112 a lanciare l’allarme, forse le fiamme che si sono propagate oltre la camera di Fratel Leonardo, hanno fatto svegliare uno degli ospiti. Purtroppo i soccorsi sono arrivati tardi, frate Grasso era già morto. Nella Tenda San Camillo, oltre al religioso, vivono altri sei uomini che sono rimasti illesi. Alla Tenda San Camillo sono arrivate le pattuglie dei carabinieri della Compagnia di Giarre e della Sezione Investigazioni Scientifiche (Sis) del comando provinciale.

La relazione dei Vigili del Fuoco

I Vigili del Fuoco del Distaccamento di Acireale hanno immediatamente evidenziato ai carabinieri la natura dolosa del rogo. Ed infatti hanno formalizzato la comunicazione di reato agli organi inquirenti.

Una vita dedicata agli altri

Fratel Leonardo Grasso era un simbolo a Riposto. L’uomo che a 50 anni ha deciso di cambiare la propria vita prendendo i voti da frate camilliano. Un percorso dedicato completamente all’aiuto dei più deboli che lo ha portato verso la gestione della struttura per il recupero dei tossicodipendenti. La comunità catanese ha perso un uomo che – come ha confessato in un’intervista alla Vita in Diretta nel 2014 – aveva deciso si lasciare il vuoto dei fasti della mondanità per riempirsi il cuore della forza del dono agli altri.

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