Frattura 'incartonata', Spampinato: “Ispettori in assessorato”

Frattura ‘incartonata’, Spampinato: “Gli ispettori vadano in assessorato”

La pubblica denuncia del sindacalista

CATANIA – “Altro che ispettori nei pronto soccorso, la Regione Siciliana invii gli ispettori in assessorato, per cercare non il ‘cartone’, ma le carte che dimostrano come il pronto soccorso di Patti non sia conforme alla legge. E i medici non possono essere sempre i capri espiatori”.

Parole di fuoco quelle di Riccardo Spampinato, il presidente siciliano Cimo-Fesmed, un odontoiatra molto noto nel mondo sanitario, che cura i diversamente abili in un reparto speciale. Dopo il caso della frattura immobilizzata col cartone nell’ospedale di Patti, interviene. Ecco il suo pensiero.

Il caso della gamba ‘incartonata’ è rimbalzato a livello nazionale, siamo messi così male nella sanità siciliana?
“Non siamo messi male perché l’immobilizzazione di una frattura è avvenuta con un cartone, ma perché il pronto soccorso di Patti non ha le unità minime necessarie previste dalla legge. Deve esserci un reparto di traumatologia e ortopedia, non un’unità operativa semplice, con due soli medici che garantiscono la mattina e non hanno la reperibilità”.

Questo cosa comporta, dal punto di vista pratico?
“L’ospedale non può avere il pronto soccorso, dovrebbero ispezionare l’assessorato per chiedersi come sia possibile che esista un luogo in cui l’utenza non trova risposte alle proprie esigenze. C’è una legge non rispettata, un atto aziendale non rispettato, con chi se la prendono? Con quel povero disgraziato del medico”.

Ma il medico non ha responsabilità?
“La collega, non essendo una specialista in ortopedia ha fatto quello che riteneva utile per il paziente, gli ha immobilizzato l’arto con quello che ha trovato. Prima mettono sotto accusa il capo sala e il direttore sanitario, poi il medico. Il pronto soccorso di Patti è aperto in modo illegale. Non ho altro da dire”.

Ci sono altri casi simili in Sicilia?
“Tutta la provincia di Messina, dov’è non c’è un reparto di ortopedia. La dottoressa Volo guardi dove non ci sono le condizioni minime previste dalla legge. Quanti medici ci sono in questo ospedale, quanti internisti, quanti cardiologi? Forse sarebbe meglio chiudere le strutture, per non mettere a repentaglio la salute dei pazienti?”.

Il medico diventa il capro espiatorio?
“Certo, ecco perché si licenziano e non partecipano nei pronto soccorso, nelle amministrazioni non hanno un amico, ma i governanti sono nemici giurati dei medici, vogliono la distruzione della nostra categoria. Se questo è il sistema per passare tutto al privato ci stanno riuscendo”.


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