PALERMO – Per molti anni è stata abbandonata e ha conservato, in un ambiente umido e degradato, le ultime tracce della comoda residenza di Totò Riina e della sua famiglia. Ora la villa di via Bernini 52-54, ultimo covo conosciuto del boss, è una moderna caserma dei carabinieri. L’ultimo scacco al feroce padrino di Cosa nostra è stato vissuto come una giornata di festa.
Era il 10 maggio 2015 e finalmente lo Stato si riappropriava di un simbolo del potere mafioso e affermava una supremazia con titubanza esercitata: per giorni e giorni nessuno aveva perquisito quel covo. La ristrutturazione della villa ha cambiato molte cose. Ora la camera da letto di Riina è l’ufficio del comandante, il luogotenente Ciro Musto, con la foto del presidente della Repubblica, i crest dei carabinieri e i calendari dell’Arma. Un presidio di legalità. E quella che era una piscina è diventata una struttura utilizzata per l’archivio della caserma. La villa di Riina è stata confiscata al costruttore Gaetano Sansone. Proprio la villa di Sansone, che fa parte dello stesso residence ed è stata pure confiscata, è stata assegnata nel 2010 all’Ordine dei giornalisti di Sicilia. (ANSA).