PALERMO – Fumata nera a Roma per il centro spaziale siciliano di Scanzano. Quello che oggi doveva essere l’incontro decisivo per il destino del sito della provincia di Palermo in prossimità di Corleone e dei suoi 26 dipendenti, in realtà è stato l’ennesimo buco nell’acqua. Il tavolo romano è stato posticipato di 15 giorni.
Assente all’incontro la Regione Siciliana che ha disertato il vertice facendo giungere al Mise un comunicato a seduta quasi iniziata. Presenti, invece, Fiom, Fim, Uilm nazionali, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari, e i rappresentanti della società Telespazio.
Nessun passo avanti è stato fatto nella trattativa tra sindacati e azienda: “Le parti – dichiara a LiveSicilia Enrico Salice, Rsu del sito di Scanzano – hanno mantenuto le posizioni espresse l’estate scorsa. Ovvero Telespazio ha dichiarato di essere disposta a trovare una soluzione ma non senza la cooperazione della Regione, ovvero l’erogazione da parte di Palazzo d’Orleans di contributi che permettano di salvare il centro spaziale. Nel luglio scorso, infatti, la Regione si era resa disponibile a finanziare con fondi propri e europei attività e progetti. Se entro quindici giorni la Regione non presenterà nessun piano di sviluppo per Scanzano, l’azienda provvederà all’avvio delle procedure per gli ammortizzatori sociali”.
L’azienda qualche mese fa aveva proposto di dirottare le commesse del sito di Scanzano in Francia. Telespazio, società del gruppo Finmeccanica, dopo aver messo in cassa integrazione i lavoratori ha trasferito la commessa Egnos, destinata alla ripresa dell’attività produttiva del sito di Palermo, al centro spaziale di Tolosa, in Francia. Adesso, dopo mesi di silenzio a seguito della richiesta di aiuto fatta dalla Fiom Cgil al governo regionale e al governo nazionale, i lavoratori questa mattina si sono dati appuntamento a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico per seguire il tavolo ministeriale. A sostegno dei lavoratori del Centro Spaziale di Scanzano in tutte le altri sedi Telespazio ed Egeos d’Italia è stato proclamato per oggi uno sciopero di tre ore, mentre hanno partecipato alla manifestazione davanti il Mise i lavoratori del Centro Spaziale del Fucino e della sede di Roma.
La società, la cui direzione generale è a Roma, conta su 1400 dipendenti, una rete di 4 centri spaziali e 22 siti dislocati in tutto il mondo. Il centro di Scanzano è una mega struttura di circa 3 mila metri quadri, costruito con fondi pubblici nel 1987 e costato diversi milioni di euro. Con la sua chiusura l’Isola perderebbe l’unica possibilità di partecipare ai programmi spaziali nazionali e internazionali. La disavventura del sito spaziale comincia già nel 2012 quando terminato il contratto con Telecom Italia vengono spente le due antenne di 18 metri dedicate al servizio di Tlc fonia/dati. L’operatività prosegue con il progetto Egnos (che utilizza 2 antenne di 9 e 4 metri), servizio che avrà termine il prossimo 31 dicembre e il progetto Sky-Logic (che utilizza una antenna da 9 metri). Nell’ottobre dello stesso anno la società fece sapere ai 26 lavoratori coinvolti che l’unica possibilità di sopravvivenza del centro spaziale era l’aggiudicazione della gara Egnos, gara che poi nel luglio 2013 venne effettivamente aggiudicata in parte a Telespazio che, però, decise di spostare le attività nel Centro di Tolosa in Francia, in parte in Spagna e di conferire le attività di logistica al centro spaziale del Fucino.
Telespazio aveva acquisito la commessa Egnos, in collaborazione con l’Enav, a seguito di una gara internazionale nell’ambito della Comunità europea: “Il progetto Egnos è stato acquisito per garantire almeno per 12 anni la continuità produttiva del sito spaziale della filiale di Telespazio dello Scanzano – dichiarano i rappresentanti Fiom e Uilm Palermo, Francesco Piastra e Silvio Vicari -. Di fatto la commessa è stata assunta come motivazione per supportare la richiesta di cassa integrazione ordinaria scaduta il 7 luglio scorso.
Dura la posizione dei sindacati presenti all’incontro Fiom Cgil, Fim e Uilm che ritengono “ingannevole e distorto il comportamento dell’azienda, che ha avuto accesso agli ammortizzatori sociali proponendo un piano strategico per il rilancio del centro risultato di fatto inesistente. Non si sta facendo davvero tutto – dichiarano i sindacati – per salvare il centro spaziale. Adesso la Regione deve presentare un piano specifico di rilancio del sito. La società, invece, deve dire chiaramente se per Scanzano c’è un futuro oppure no”.
Per il sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari “la riunione odierna sulla vicenda che interessa il centro spaziale di Scanzano ha segnato un importante risultato. Infatti, l’azienda – anche alla luce dell’assenza della Regione – ha accolto la proposta da me avanzata di non intraprendere azioni unilaterali, in particolare il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione parziale di attività, sino alla data del prossimo incontro fissato per la fine di ottobre”.
“L’obiettivo, adesso – prosegue l’esponente del Governo- è quello di scongiurare una chiusura del sito, individuando con il supporto della Regione soluzioni industriali che garantiscano la continuità operativa del Centro, attraverso il possibile affidamento a Telespazio di progetti a contenuto tecnologico con adeguata copertura economica e finanziaria”. Il Sottosegretario conclude sottolineando di aver ribadito – nel corso del confronto odierno – “la necessità che tutta la vicenda di Scanzano sia gestita attraverso un tavolo nazionale coordinato presso questo Ministero, evitando frammentazioni a livello locale, che avrebbero come effetto quello di indebolire gli sforzi fino ad oggi profusi. L’incontro di fine ottobre sarà quindi decisivo, per evitare che siano intraprese le soluzioni drastiche annunciate dall’Azienda”.