“Spero che di lei si occupino altri Palazzi”. La richiesta del voto segreto. Poi, il caos. Il presidente della Regione Nello Musumeci ha lasciato per protesta, al culmine di un intervento durissimo, i lavori dell’aula. Pesanti le parole rivolte dal governatore nei confronti del deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino che aveva richiesto il voto segreto per un emendamento che portava la sua firma all’articolo della Finanziaria che si occupa dei contributi per lo sport.
A quel punto, il presidente della Regione ha preso la parola: “Si vergogni Sammartino, in un momento come questo lei chiede di nascondersi dietro il voto segreto”, poi l’affondo che ha scatenato la bufera a Sala d’Ercole: “Mi auguro – ha aggiunto infatti Musumeci – che di lei e di quelli come lei si possa occupare ben altro palazzo. Lascio l’aula per protesta”.
A quel punto il governatore, evidentemente nervoso, ha lasciato il Palazzo, insieme ai suoi collaboratori, mentre in Aula proseguivano i violenti scontri verbali tra deputati e anche esponenti del governo: “E’ una minaccia” protestavano deputati di opposizione. Il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché è stato quindi costretto a sospendere l’Aula.
Ma significative sono state, alla ripresa, le sue parole, sottolineate da un applauso dell’Aula: “Nessuna persona può essere incolpato per il voto segreto. Se il voto segreto sarà abolito, sarà sempre una decisione di questo parlamento. Sono molto dispiaciuto – ha detto – per quello che ha detto il presidente. Sono in grande difficoltà a giustificare il presidente della Regione, e non lo giustifico. Questo è un intervento che non doveva essere fatto. Chiederò un chiarimento – ha aggiunto – sulle parole che lui ha detto. Spero lo faccia qua in Aula. Difenderò fino alla fine le prerogative di questo parlamento, nei confronti di chiunque. Anche di fronte al presidente della Regione con cui ho un rapporto positivo e sto aiutando in tutti i modi. È forse un momento di grande stress e di grande fatica. Può succedere, ma non può succedere nei termini in cui è accaduto. Questo parlamento ha ricevuto un’offesa”.
E non si è fatta attendere la reazione dei partiti di minoranza. “L’intervento di oggi del presidente Musumeci costituisce un offesa grave e senza precedenti nei confronti di tutto il Parlamento siciliano. Apprezziamo la censura immediatamente espressa dal presidente dell’Ars Miccichè. Crediamo che mettere in discussione le prerogative di un Assemblea Parlamentare e offendere l’onorabilità dei suoi deputati, come ha fatto Musumeci, sia un comportamento irricevibile e incompatibile con l’alta responsabilità della funzione che ricopre” hanno dichiarato i capogruppo delle opposizione in Assembea regionale siciliana D’Agostino, Fava, Lupo e Pasqua.
La maggioranza: “D’accordo con Musumeci”
“In un momento in cui tutta la comunità siciliana si aspetta chiarezza da questo Parlamento, nella legge di stabilità, lei chiede di votare di nascosto…”. Queste sono le parole più importanti pronunciate dal Presidente Musumeci. Spiace, vorremmo dire “stupisce”, ma mentiremmo, che tanti colleghi dell’Ars, non condividano la posizione di Nello Musumeci. La richiesta di votare con voto segreto sui soldi dei siciliani, soprattutto in tale contesto emergenziale è inaccettabile anche perché di questa finanziaria sono state protagoniste le opposizioni in commissione bilancio. I deputati, soprattutto coloro che si sono precipitati a “gridare allo scandalo” per lo sfogo di Musumeci, avrebbero potuto criticare “i modi” con i quali il presidente della Regione ha argomentato le proprie ragioni, dissociandosi da talune sue affermazioni. Tuttavia, non stigmatizzare che proprio sulla finanziaria va fatta un’operazione trasparenza e verità a beneficio di tutte quelle categorie, dalle famiglie, alle imprese, agli operatori economici che aspettano una risposta concreta dal parlamento, non è condivisibile. La Sicilia è in ginocchio e rischia il collasso, da Roma non arrivano le risposte e gli aiuti richiesti e per questo che bisogna serrare le fila e difendere con le unghie e con i denti gli interessi di tutte, ma proprio tutte, le famiglie siciliane. Che il Presidente abbia lasciato l’Aula ci dispiace. Che l’uomo, il siciliano, si sia infuriato innanzi a tale inconcepibile richiesta è comprensibile ed assolutamente giustificabile. Questo Governo ha un cuore che pulsa. Un cuore ancora capace di indignarsi!Importante e determinante l’intervento del presidente Micciché che nel ribadire le prerogative istituzionali del Parlamento è riuscito a ripristinare calma e ordine necessari a riprendere i lavori con responsabilità e buon senso”. Lo affermano i capigruppo della maggioranza Eleonora Lo Curto (Udc), Tommaso Calderone (Forza Italia), Alessandro Aricò (Diventerà bellissima), Elvira Amata (Fratelli d’Italia), Carmelo Pullara (Popolari autonomisti), Antonio Catalfamo (Lega) e Luigi Genovese (Ora Sicilia).
Il governatore ribadisce: “Il voto segreto è una vergogna”. LEGGI QUI