CATANIA – Sit-in per la liberazione di Del Grande. “Gabriele libero”, recita così lo striscione che i manifestanti hanno portato in presidio per accendere i riflettori sulle sorti del documentarista rinchiuso nelle carceri turche da undici giorni. “Gabriele si trova da undici giorni privato della libertà personale, senza la possibilità di nominare un avvocato né di interloquire con la sua famiglia, motivi per i quali ha deciso di intraprendere lo sciopero della fame”, si legge nel volantino redatto dal nutrito gruppo di sigle che ha firmato l’appello.
All’origine dell’operato del governo turno ci sarebbe, secondo i manifestanti, “il lavoro scomodo” di denuncia portato avanti da Gabriele. La risposta turca, insomma, sarebbe stata dettata dalla “cancellazione dello stato di diritto” messa in atto da Erdogan. “Chiediamo che le autorità italiane si adoperino fattivamente per una celere definizione della vicenda, impedendo con ogni mezzo alla Turchia di Erdogan che questo fatto venga utilizzato come strumento dell’ennesimo ricatto turco nei confronti dell’Italia e dell’Europa”, scrivono gli attivisti augurandosi che Gabriele faccia presto ritorno a casa. Svariate le realtà firmatarie dell’appello: Borderline Sicilia, Borderline-Europe, Asgi sezione Sicilia, Rete Antirazzista Catanese, Cooperativa Quetzal – La Bottega Solidale – Modica, Filieque Iblee – Modica, Chiesa Cristiana Evangelica Battista di Catania, Chiesa Evangelica Valdese di Catania, Associazione culturale Gammazita, Prc Coordinamento regionale dei comitati No Muos, Circolo Città futura.