CATANIA – Le eruzioni vulcaniche in questi primi mesi del 2013 hanno tenuto col fiato sospeso i comuni etnei e non solo. Sono arrivati a quota dieci gli episodi di tipo eruttivo che da Febbraio hanno interessato il territorio creando molti disagi alle comunità dei paesi pedemontani, costretti a chiedere, ed ottenere, dalla Regione la proclamazione dello stato di calamità, a causa delle devastanti piogge di cenere vulcanica che hanno provocato danni inestimabili all’agricoltura e alle casse dei comuni.
L’ultimo episodio è avvenuto venerdì, ancora eruzione, forti boati, intense vibrazioni e nuova caduta di sabbia vulcanica, niente a che vedere con quella dello scorso marzo, in quanto più sottile, ma proprio per questo, più insidiosa per la salute.
Per saperne di più, LiveSicilia Catania, ha intervistato Giovanni Tringali, presidente dell’Istituto ricerca medica e ambientale di Acireale.
“I gas vulcanici – dice Giovanni Tringali- sono costituiti di vapore acqueo, anidride carbonica, cloro, azoto, anidride solforosa e fluoro; quando il magma comincia a risalire, la pressione delle rocce diminuisce e i gas meno densi del magma, migrano verso l’alto, spingendo con forza la porzione di magma sovrastante che viene notevolmente pressurizzata”.
“Questo fenomeno -aggiunge l’esperto- è la causa del fontanamento che ha ricoperto di lapilli i paesi pedemontani nei giorni scorsi; tuttavia, gas e lapilli non presentano alcuna radioattività, qualora respirata in grandi quantità, però,occorre sempre tenere presente l’azione del silicio che è presente nelle particelle di sabbia vulcanica e di minerali potenzialmente nocivi; le particelle a granulometria più fine possono pervenire fino ai bronchioli terminali ed esplicare azione meccanica di natura irritativa o allergica, infatti le particelle risospese possono anche veicolare pollini presenti nella polvere del suolo e ciò potrebbe costituire causa di insorgenza di sintomatologia asmatica o asmiforme nei soggetti atopici oltre a riniti, faringiti e congiuntiviti”.
“Quindi -conclude Tringali- in caso di caduta di cenere vulcanica si deve respirare sempre con il naso, bere almeno due litri di acqua al giorno, ridurre al massimo le attività fisiche nelle zone ad elevata polverosità,inumidire sempre la sabbia prima di rimuoverla può aiutare a prevenire fastidi di tipo respiratorio e non solo”.