Gazebo o voto solo agli iscritti? | Pd al bivio verso il congresso - Live Sicilia

Gazebo o voto solo agli iscritti? | Pd al bivio verso il congresso

Alcuni big preferiscono primarie aperte. Diverso l'orientamento del commissario Losacco

Chiuso il tesseramento
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E adesso, chiuso il tesseramento, il Pd siciliano si affaccia alla fase congressuale. Circa 13mila gli iscritti in Sicilia, assai meno dei 40mila del passato, quando però vigevano i metodi dei signori delle tessere. Il tesseramento on line, una carta di credito una tessera, ha portato trasparenza e una riduzione degli iscritti. Catania ha fatto meglio di Palermo, rimasta sotto le duemila tessere. Il commissario Alberto Losacco adesso dovrà avviare la fase congressuale, a partire dai circoli per arrivare infine all’elezione del segretario regionale, possibilmente nella prima parte della primavera, prima della tornata di amministrative che coinvolgerà decine di comuni siciliani. Ma adesso il dibattito nel partito riguarda le modalità di elezione del segretario. Che il nuovo statuto nazionale del Pd prevede possa essere eletto dagli iscritti e non più con le primarie aperte al gazebo. Parlando a Livesicilia nei giorni scorsi, Losacco aveva lasciato aperte le due possibilità. Ieri, citato da Repubblica, il commissario ha detto di propendere per la scelta di fare eleggere gli organismi del partito dagli iscritti. Una prospettiva che sembra non entusiasmare qualche big del partito.

“Preferisco le primarie aperte. Ma non si è ancora discusso di questo – dice l’ex capogruppo Baldo Gucciardi -. Lo statuto vigente del partito siciliano prevede le primarie aperte. Io penso che si debba aprire un percorso unitario, con un confronto sui temi, un coinvolgimento degli amministratori e un dialogo del commissario Losacco e del gruppo dirigente con Roma, sopratutto dopo le dichiarazioni molto interessanti del segretario Zingaretti sulla nuova fase del Pd”.

Per i gazebo è anche Giuseppe Lupo, capogruppo al’Ars: “Valuterei la possibilità di primarie aperte per un maggiore coinvolgimento anche di chi non ha potuto tesserarsi”.

“Io preferisco le primarie aperte – si pronuncia Nello Dipasquale, deputato regionale di Ragusa -. Ma credo che ancora più importante sia attuare la massima unità possibile. Con un dibattito sul territorio. Chi corre verso rotture non fa il bene del partito né il suo”.

Angelo Villari, responsabile dell’area Orlando in Sicilia, la vede diversamente e si appella al nuovo statuto nazionale, “che prevede che i congressi provinciali e regionali si fanno solo con gli iscritti. Si deve rispettare lo statuto: le regole sono regole”.

In effetti, il nuovo statuto del Pd prevede all’articolo 21 che “l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Regionale e provinciale, nonché quella del Segretario e del Direttivo di circolo, avviene con il voto personale, diretto e segreto degli iscritti”. Ma un successivo comma dell’articolo contempla la possibilità che “in deroga al principio generale di elezione da parte dei soli iscritti, uno Statuto regionale può deliberare l’elezione del Segretario e dell’Assemblea da parte degli elettori del Pd”.

Non è questione di poco conto e c’è da scommettere che il tema diventerà centrale nel partito siciliano nelle prossime settimane. Di candidature in campo al momento c’è solo quella dell’outsider Antonio Ferrante, che vuole costruire dal basso la sua piattaforma. Il nome più gettonato nei pronostici è quello di Anthony Barbagallo. Il deputato regionale catanese di Areadem, la stessa corrente di Losacco, al momento non parla ufficialmente. La buona performance del tesseramento a Catania gli darebbe una marcia in più nella corsa solo tra gli iscritti. Ci sarebbe ancora in ballo il nome di Teresa Piccione, che era stata candidata dagli zingarettiani all’altro giro, ma non è detto che la palermitana intenda riprovarci. “Ci sono decine di nomi di livello, i nomi vengono dopo, prima si deve parlare di contenuti e di unità”, dice Gucciardi.

Sullo sfondo resta una geografia del partito ridisegnata dal tesseramento. Se la scissione renziana sembra essersi fatta sentire a Palermo, con una performance non entusiasmante, a Catania e Siracusa invece l’uscita di pezzi da novanta ha creato spazi e riaperto uno spirito di competizione interna. Resta l’urgenza di muoversi in tempi non troppo lunghi, così come il commissario Losacco ha ribadito più volte e come conviene un po’ tutto il gruppo dirigente.

 


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