Gela, pugni e una spranga: aggrediti soccorritori del 118 - Live Sicilia

Gela, pugni e una spranga: aggrediti soccorritori del 118

La violenza durante l'intervento di un'ambulanza in un'abitazione privata, la nota del Nursind: "Vicinanza e solidarietà al personale"

CATANIA – Equipaggio di un’ambulanza aggredito a Gela: è successo il 29 dicembre scorso, mentre l’ambulanza Charlie 6 del 118 stava conducendo un intervento in un’abitazione.

Appena arrivati sul luogo della chiamata d’emergenza, i tre componenti dell’equipaggio sono stati aggrediti con pugni e una spranga di ferro che ha frantumato il parabrezza dell’ambulanza. Lo rende noto il sindacato Nursind di Caltanissetta che manifesta “vicinanza e solidarietà” al personale.

La nota del Nursind

“Stigmatizziamo e condanniamo questo vile gesto – si legge nel comunicato diffuso dal sindacato delle professioni infermieristiche – il cui unico risultato è quello di creare nocumento voluto alla dotazione organica e strumentale del 118, di per sè già molto esigua, con un grave danno quindi all’intera collettività che vede così ridotta l’efficacia della risposta all’urgenza-emergenza sanitaria”.

“Il Nursind per voce di tutte le componenti della segreteria territoriale e aziendale – continua la nota – ricorda che gli eventi traumatici o luttuosi, per quanto dolorosi, mai devono sfociare in atteggiamenti al limite dell’inciviltà che possono solamente inficiare l’attività del personale sanitario, che soprattutto in questo periodo di pandemia si prodiga e si sacrifica in maniera encomiabile. Chiediamo interventi e misure urgenti contro l’annoso problema della sicurezza al personale sanitario e tolleranza zero. Non possiamo che condannare questo ennesimo e vile episodio di violenza. Si tratta di episodi gravissimi che non possono essere più tollerati nei confronti di chi ha sempre operato in prima linea per il bene della comunità̀, risorsa preziosa soprattutto in questa emergenza pandemica”.  

“La segreteria territoriale del Nursind – conclude la nota – si mette dunque a disposizione anche dal punto di vista legale per sostenere “gli operatori sanitari coinvolti nella spiacevole vicenda e nello stesso tempo si augura che l’azienda sanitaria di riferimento si costituisca parte civile in sede legale per vedersi riconosciuti e rimborsati i danni materiali cagionati nell’aggressione”.


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