GELA (CALTANISSETTA) – “L’Eni, a Gela, non sta mantenendo gli impegni assunti col protocollo d’intesa del novembre del 2014”. Lo ha denunciato il segretario provinciale della Filctem Cgil, Gaetano Catania, nella sua relazione di apertura dei lavori del terzo congresso sindacale di categoria. “L’azienda aveva annunciato l’avvio della produzione della green refinery per il luglio del 2017 – ha detto, Catania – e invece, dopo vari rinvii, siamo arrivati alla promessa del 31 dicembre del 2018, con possibile slittamento alla primavera del 2019”. “I programmati investimenti nel settore upstream (ovvero la campagna di ricerca e sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas in Sicilia) vengono costantemente rinviati – ha aggiunto il segretario Filctem – mentre le estrazioni, a causa di crolli e intasamenti dei pozzi, si sono ridotte da 20 mila a 12 mila barili giornalieri, col rischio di tagli consistenti ai livelli occupazionali”. Ci sarebbe da spendere la somma di un miliardo di euro. “E siccome – ha sottolineato – finita la costruzione della bio-raffineria bisognerà fare i conti con gli esuberi dell’indotto, in una città dagli alti tassi di disoccupazione giovanile, dove le morti superano le nascite, dove si rischiano spopolamento e desertificazione industriale, il sindacato chiede la riapertura di un confronto con l’Eni e le istituzioni ai vari livelli per una riqualificazione del territorio”.
(ANSA).