Gela, la proposta del comitato: | "Sì al consorzio di Catania" - Live Sicilia

Gela, la proposta del comitato: | “Sì al consorzio di Catania”

La mappa presentata dal comitato

Riforma, consorzi, gelosia per le autonomie. Da qui la proposta di un comitato.

GELA- La riforma sui liberi consorzi in Sicilia apre nuove scenari per la città di Gela. Questa mattina nel corso di una conferenza di servizi che si è tenuta nella stanza del sindaco Angelo Fasulo, il comitato per lo sviluppo dell’area gelese, presieduto da Filippo Franzone, ha presentato un piano denominato “B” che prevede l’adesione di Gela al libero consorzio dei comuni di Catania, con cui divide interesse economici oltreché continuità territoriale. Per dirla in altre parole, per Gela sembra sfumare il progetto di un libero consorzio in cui la città è capofila e quindi si accoda a Catania ed estende i confini verso la città etnea, così come dimostra la planimetria della nuova suddivisione amministrativa consortile che Franzone ha presentato oggi alla stampa.

Una provocazione? “Macché – risponde Franzone – questa è la causa del mancato riconoscimento della propria autonomia all’area gelese da parte di Palermo, che per ben due volte, ha preferito difendere i privilegi delle vecchie province, piuttosto che ascoltare le richieste giuste e democratiche provenienti da Gela. La nostra proposta democratica per una legge di riordino dell’ente intermedio è stata supportata da 18.655 firme di elettori siciliani. Sono stati soprattutto – accusa – due esponenti di spicco della politica palermitana ad impedire a Gela di raggiungere l’autonomia cioè Gucciardi e soprattutto Cracolici”.

Ad oggi, però, resta solo un’idea che si muove alla luce del fatto che “con queste regole è impossibile poter creare un nuovo libero consorzio”. Franzone fa riferimento ai parametri che è necessario esaurire per creare un nuovo libero consorzio, tra cui, una delibera per comune votata favorevolmente da almeno i 2/3 dei consiglieri comunali, la produzione di una stessa delibera, dove sia indicato l’ambito territoriale, sottoposta a referendum cittadino. Il tutto entro sei mesi. “Questo piano B sarà attuato nel caso in cui il commissario dello Stato dovesse accettare la Legge, così come il Parlamento siciliano l’ha partorita”, continua Franzone. Un’altra strada perseguita dal comitato per lo sviluppo dell’area gelese è quella giuridica. Venerdì scorso una missiva è stata inviata al Commissario dello Stato, il prefetto Aronica. I firmatari, il Comune di Gela, gli Ordini degli Avvocati e Commercialisti, hanno messo in evidenza alcuni punti della riforma “che a nostro avviso palesano incostituzionalità. Chiediamo – dicono – che il commissario impugni la legge di riforma che avrebbe solo cambiato il nome alle vecchie province mantenendone, per molti versi, non solo i confini ma anche i privilegi. Proveremo anche attraverso la Corte Costituzionale per ribaltare la Legge di Riforma dell’ente intermedio”.

Alla riunione erano presenti i sindaci di Niscemi e Butera, Francesco La Rosa e Luigi Casisi che hanno ascoltato le proposte del comitato dimostrandosi, per ora, disponibili a verificare le adesioni degli altri comuni disponibili. La Rosa, ha poi ribadito che “se si tratta di liberi consorzi, dobbiamo essere liberi di scegliere. Niscemi – dice La Rosa – vive su Caltagirone, Gela e Mazzarino ed è ora quindi necessario dare spazio all’economia e alla cultura. Non è più tempo di politiche per province”.

 


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