"Gesip, ecco la nostra soluzione| Privati e tutela degli operai" - Live Sicilia

“Gesip, ecco la nostra soluzione| Privati e tutela degli operai”

Il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, illustra la ricetta degli imprenditori per salvare la Gesip e il comune. "Mettiamo a gara i servizi e tuteliamo i lavoratori. Ma le scelte vanno prese per il bene di tutti".

ALBANESE (CONFINDUSTRIA PALERMO)
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5 min di lettura

PALERMO – Mettere a gara parte dei servizi affidati oggi alle partecipate, incentivare l’assunzione dei dipendenti Gesip e predisporre un piano complessivo per la città. Questa la ricetta del presidente Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, che tende una mano al sindaco Orlando: “Mettiamoci in testa che Roma non ci darà soldi, cerchiamo tutti insieme una soluzione ma le scelte vanno prese nell’interesse di tutta la città”.

Presidente Albanese, la convince la proposta del sindaco di creare una società consortile per salvare la Gesip?
“La nostra preoccupazione è che l’eventuale società consortile da un lato rovini quanto c’è attualmente di buono nel sistema delle partecipate e dall’altro non risolva il vero problema di Gesip o delle altre municipalizzate, la cui criticità è rappresentata dalla mancanza di razionalità nell’espletamento del servizio”.

Ci sono in gioco però 1800 posti di lavoro…
“Ci rendiamo conto del gravissimo disagio che vivono queste famiglie, sappiamo bene che sono frutto di decenni di abusi nel reclutamento delle persone. Ma non è normale che ci siano così tante persone e così male organizzate. E’ necessario, quindi, trovare una soluzione salvando il savabile, ma senza però appesantire ulteriormente un bilancio asfittico. E per fare questo dobbiamo avere ben chiara una cosa: da Roma o dal governo regionale non arriveranno più soldi”.

Qual è la vostra proposta allora?
“Noi proponiamo di individuare i servizi che possono essere affidati mediante bandi di gara pubblici. Penso, ad esempio, a quasi tutti quelli della Gesip, compresi i cimiteriali; oppure al servizio di rimozione degli automezzi, svolto dall’Amat che perde un milione di euro, o a quello di scarificazione delle strade. Ma in quale altra città italiana avviene una cosa del genere? E poi, per pulire le strade oggi impieghiamo quattro persone quando il lavoro potrebbe farlo una sola. Ecco perché proponiamo i bandi di gara, di cui potrebbero usufruire anche le cooperative di giovani: ci farebbero spendere di meno e potremmo anche assegnare un punteggio più alto alle aziende che decidono di assumere gli attuali dipendenti della Gesip. Per ogni operaio assunto, un punto in più. In questo modo, potremmo salvare i posti di lavoro e risparmiare, ottenendo anche servizi maggiormente efficienti”.

Qualcuno, però, sostiene che i privati abbiano interesse a prendersi i servizi…
“Ho letto alcune dichiarazioni veramente assurde. Qui non c’è nessuno che vuole accaparrarsi qualcosa. Ma a chi pensano che possa interessare il servizio di raccolta dei rifiuti con una discarica come Bellolampo? Vogliamo parlare di come viene tenuta? O del servizio di spazzamento? C’è una visione distorta dell’impresa privata che, come è normale, fa interessi. L’impresa funziona ovunque, al Nord, ma questo sistema invasivo del pubblico non c’è da nessuna parte del mondo”.

Ma privatizzare i servizi basterebbe?
“Bisogna fare anche ricorso agli ammortizzatori sociali. Cominciamo a pensare alla cassa integrazione e alla mobilità, chiediamo in questo senso le deroghe al governo. Servono percorsi alternativi. Quando poi chiameremo queste persone a lavorare, capiremo chi ci sta e chi no. Non tutti alla Gesip, come in tutti gli ambienti del mondo, vanno a lavorare”.

E i servizi non privatizzabili?
“Quelli li deve svolgere il Comune ma con raziocinio. Il che non significa spostare le persone, ma farle lavorare e organizzarle in modo tale che il servizio renda al meglio con il minor numero di persone possibili. Questo significa fare impresa pubblica”.

Ma le aziende private sarebbero pronte ad assumere ex detenuti?
“Mettiamolo nel bando. Io ho avuto un ragazzo detenuto alle mie dipendenze ed è stata un’eccezionale esperienza. Al tempo stesso, non possiamo tollerare che qualcuno svolga due o tre lavori contemporaneamente e magari evade anche il fisco. Noi siamo vicini alla città e vorremmo fare qualcosa, ma non posso tollerare che un mio dipendente abbia tre lavori”.

Cosa chiedete al sindaco Orlando?
“Al sindaco diciamo che, prima di redistribuire la ricchezza, bisogna crearla. Gesip non crea ricchezza e fiscalità, va invertita la tendenza. Noi siamo disposti a tendere la mano al primo cittadino, che ha bisogno di tempo e ha le energie per poter trovare una soluzione. Ma al contempo diciamo che si deve cominciare a pensare che non si può andare avanti così. Soldi da Roma non ne arriveranno più, è inutile insistere, diciamolo chiaramente specie in camagna elettorale. Dirlo con chiarezza è un obbligo etico, e lo dico come rappresentante delle imprese private. La Gesip non ha risorse, nessuno ce ne dà, allora riorganizziamo tutto e adottiamo una visione strategica complessiva. Non basta andare a pietire qualche spicciolo. A questo bisogna accompagnare, poi, un cambiamento di mentalità”.

Relativamente a cosa?
“Non dobbiamo cercare il servizio per far lavorare le persone, non bisogna inventarsi il lavoro, semmai dobbiamo capire di quante persone abbiamo bisogno per svolgere i servizi veramente utili. Altrimenti è normale che il Comune fallisca. Va invertito il concetto, è il mercato che fa da regolatore. E’ giusto, ovviamente, che il sindaco si prenda a cuore la vicenda di queste famiglie, ma vorremmo facesse lo stesso con i lavoratori delle imprese private che soffrono in silenzio.  E mi faccia aggiungere un’altra cosa…”.

Prego…
“La città è di tutti, non solo dei consiglieri comunali o della Gesip. È delle imprese private, dei lavoratori, dei cittadini: le scelte vanno prese per il bene di tutti. Queste proteste scellerate non sono accettabili e faccio un appello alle forze dell’ordine: quando si blocca città, si produce un danno economico e sociale irreparabile. Il rappresentante di un’azienda o un lavoratore perde soldi che non recupererà; nessuno ripagherà il commerciante i cui clienti rimangono bloccati nel traffico. Troviamo una soluzione ma si abbia rispetto di tutti”.


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