PALERMO – Giacomo Palazzolo lascerà definitivamente la Gesip. L’ex direttore generale e capo dell’ufficio legale della Partecipata del Comune di Palermo condannato in primo grado a due anni per la vicenda dello skipper Franco Alioto (l’appello è fissato per il 14 ottobre), che si prendeva cura della barca dell’allora sindaco Cammarata durante l’orario di lavoro, è destinatario di una lettera di licenziamento partita nei giorni scorsi dagli uffici di via Maggiore Toselli. Stesso destino anche per un altro dirigente della Gesip, Daniele De Almagro, direttore amministrativo e direttore del personale. Il processo di salvataggio dei quasi 1.800 lavoratori dell’azienda multiservizi, tornati al lavoro a regime ridotto in virtù di un accordo sulla Cassa integrazione che coprirà tutto il 2013, dunque ha tagliato fuori le uniche due figure dirigenziali di via Maggiore Toselli. Alla base del provvedimento firmato dall’attuale liquidatore, Carlo Catalano, arrivato al timone dell’azienda l’11 marzo, un semplice ragionamento: Gesip è una società in liquidazione e senza più committenti, quindi due figure dirigenziali e costose come quelle di Palazzolo e De Almagro, i cui contratti non prevedono l’accesso alla Cassa integrazione, non servono più.
Due dirigenti che, seppur accomunati dal licenziamento, hanno vissuto in realtà due storie ben diverse. Palazzolo venne sospeso nel marzo del 2012 a seguito della condanna subita per la vicenda skipper: l’ex liquidatore Massimo Primavera gli riconobbe comunque un assegno di sostentamento pari all’80 per cento del suo stipendio. Da allora, complice l’aggravarsi della vertenza Gesip, Palazzolo non ha di fatto messo più piede in azienda. Diversa la storia di De Almagro, che ha vissuto in prima persona tutte le vicissitudini della società come direttore amministrativo e i diversi cambi di vertice messi in atto nel tentativo di rimettere in rotta una barca ormai a picco. Da capo del personale, infatti, in tanti lo ricordano davanti ai cancelli di via Maggiore Toselli a cercare di calmare gli animi degli operai nel corso di lunghe e tesissime assemblee sindacali o di altrettanto nervosi faccia a faccia con i vari liquidatori che si sono succeduti alla guida della Gesip. Adesso, però, per entrambi sono partite le lettere di licenziamento che prevedono comunque il normale periodo di preavviso.
Se De Almagro continuerò però a recarsi in via Toselli durante questo periodo (calcolato per legge in base agli anni di servizio), occupandosi del processo di liquidazione fino al suo licenziamento (dal 2009 ha assunto anche l’incarico di direttore del personale senza compenso aggiuntivo, ricevendo peraltro encomi e riconoscimenti e intrattenendo ottimi rapporti con i dirigenti comunali), Palazzolo invece resterà sospeso. “Sono molto dispiaciuto ma non rimpiango nulla – commenta De Almagro – chi mi ha conosciuto sa che ho dato tutto senza risparmiarmi mai. Buon cammino a chi prosegue, mi auguro che almeno tutti gli operai e gli impiegati siano tutelati”.
“Al momento non ho ricevuto alcuna lettera ufficiale – dice invece Palazzolo – dal mese di settembre l’azienda non mi ha corrisposto più l’assegno di sostentamento che aveva stabilito con il provvedimento di sospensione dal lavoro. Ho fatto decreto ingiuntivo e poi ho scoperto di essere stato messo, nonostante la sospensione, pure io in cassa integrazione. Ho fatto presente all’azienda che i dirigenti per legge, e come anche da accordo quadro regionale, non possono esseri messi in Cigs. Se la mia persona non fosse stata colpita dal provvedimento disciplinare credo che l’azienda non potrebbe parlare di licenziamento perchè sono l’avvocato della Gesip e oggi la stessa continua a nominare avvocati esterni e a caro prezzo rispetto ai miei costi aziendali. L’avvocato Garilli, oggi consulente dell’azienda e in passato avversario della Gesip in qualche causa, avrebbe dato un parere che certifica la mia compatibilità con la Cigs, affermando anche che il mio assegno era troppo oneroso: mi stanno danneggiando in barba a qualunque norma e legalità che tanto stanno a cuore al sindaco Orlando. Ricordo al primo cittadino che il primo principio della legalità è la solidarietà umana e che due dirigenti licenziati non salvano né la Gesip, né il Comune”.