PALERMO – Il sindaco di Giardinello Antonio De Luca respinge le accuse. Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Antonio Maltese, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari che gli ha imposto il divieto di dimora nel Comune in provincia di Palermo.
Avrebbe aiutato l’ex finanziere Giuseppe Ciuro, rilasciandogli una certificazione di residenza ritenuta falsa, affinché potesse creare un nuovo nucleo familiare a reddito zero e non pagare i 200 mila euro di spese di giustizia per la condanna subita da Ciuro al processo sulle “talpe in Procura”.
Il sindaco non ci sta e punta il dito contro il suo accusatore, un vigile urbano, che ha riferito di avere subito pressioni dal sindaco affinché certificasse che Ciuro vivesse in una casa in realtà disabitata. Secondo De Luca, il vigile avrebbe scaricato su di lui le colpe per evitare di finire nei guai.
A De Luca, sospeso dal prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, viene anche contestata l’esistenza di un presunto accordo corruttivo con un dipendente di un Comune limitrofo. Quest’ultimo avrebbe promesso a De Luca l’appoggio politico tramite una sua parente, già consigliera comunale, in cambio della promessa della stipula di una convenzione di 18 mesi con il Comune di appartenenza.
“Nessun accordo illecito”, ha spiegato il sindaco nel corso dell’interrogatorio. Anche perché, a suo dire, il voto della consigliera non era utile a tirarlo fuori dalla situazione politica che lo vedeva in minoranza.
Anche Ciuro ha risposto alle domande del Gip. Gli avvocati Eolo Alessandro Magni e Marco Ingroia, si limitiamo a dire che, “dall’esame degli atti di indagine messi sino ad ora a disposizione della difesa, riteniamo che la truffa ai danni dello Stato non ci sia stata. Sempre dalle indagini emergerebbero alcune incongruenze, favorevoli alla difesa, che evidenzieremo nel prosieguo dell’attività processuale”.