Giarre, l'allarme dei familiari:| “Ci sono pazienti abbandonati” - Live Sicilia

Giarre, l’allarme dei familiari:| “Ci sono pazienti abbandonati”

Il 3 aprile la protesta per chiedere il ripristino dei servizi di assistenza.

Centro di salute mentale
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GIARRE. Sono pronti a scendere in piazza e a protestare i familiari dei pazienti affetti da disabilità mentale, in cura fino a pochi mesi fa al Dipartimento di Salute Mentale di Giarre. La struttura, rimasta con un solo psichiatra e due infermieri a metà tempo, non riesce più a garantire i servizi prestati un tempo. L’annuncio dell’Asp di Catania, nei giorni scorsi, sull’arrivo di due nuovi medici psichiatri sul territorio aveva fatto pensare ad un ripristino delle attività. Così non sarebbe, secondo l’associazione dei familiari “Oltre l’Orizzonte”. Il provvedimento dell’azienda sanitaria avrebbe una durata di 3 mesi e, soprattutto, i medici non sarebbero destinati al Dipartimento, come chiedevano, ma agli ospedali riuniti di Giarre ed Acireale.

“Noi ringraziamo l’Asp di Catania per aver nominato questi due medici – dichiara Santina Bucolo, presidente dell’associazione “Oltre l’Orizzonte” – Teniamo conto del fatto che in questo momento di crisi ha fatto un grande sforzo, però i cancelli del Dipartimento di salute mentale restano chiusi. Noi temiamo che questi due medici non siamo destinati solo al territorio di Giarre. Qui – spiega – si fa della salute mentale e non si fa emergenza psichiatrica. Salute mentale significa avere un luogo dove, al di là degli ambulatori, si fa attività riabilitativa, domiciliare e soprattutto un luogo dove, se c’è un’emergenza o un bisogno, si può andare e trovarlo aperto. Ora è chiuso. Non c’è nessun cartello che dica quando riaprirà. Molte persone sono arrivate fin qui e lo hanno trovato semplicemente chiuso, senza una spiegazione. La legge dice – prosegue la presidente – che un centro come questo deve essere tenuto aperto 12 ore al giorno e 6 giorni su 6, con la reperibilità nei giorni festivi. Noi ci auguriamo che questi due medici, come ci è stato promesso, vengano destinati solamente a Giarre e che si riprendano le attività e che tornino gli infermieri che sono stati trasferiti. In questo momento c’è un solo psichiatra per 80mila persone e ci sono due paesi, Fiumefreddo di Sicilia e Linguaglossa, dove c’erano degli ambulatori, che da settimane non aprono, pur avendo delle prenotazioni e delle persone che aspettano ogni 15 giorni di poter vedere un medico”.

Sono tante e drammatiche le storie di chi, a causa dell’interruzione dei servizi erogati dal Centro, è praticamente rimasto solo e abbandonato a sé stesso. “ Una signora, che adesso ha una bellissima bambina, in pochi mesi ha fatto 5 Tso – racconta ancora Santina Bucolo – Ci si domanda perché? Quando era stata presa in carico era migliorata, ha partorito questa bellissima bambina, i servizi sociali hanno visto che era stabile grazie ai servizi prestati dal Dipartimento. Gli infermieri andavano a casa tre volte al giorno per darle la terapia e nello steso momento a controllarla. Questa persona adesso non sta avendo questa assistenza. Come andrà a finire? Questa persona ha in carico un minore e come questa ci sono tante altre storie. C’è il caso – prosegue – di due fratelli, lei schizofrenica e lui ritardato, che grazie anche al Comune, che dà il proprio contributo attraverso i servizi sociali, sono riusciti a rimanere nella propria casa. Questo è uno sgravio economico enorme per la società. Per non parlare delle acuzie. Ogni acuzie porta ad un Tso, porta un enorme dolore per chi lo subisce, per la famiglia e un grande dispendio di mezzi economici. Chi subisce un Tso viene portato al pronto soccorso dell’ospedale di Acireale ma lì non esiste un reparto di psichiatria e quindi viene mandato a Catania, se si trova un posto, o a Palermo, alcuni in Calabria, con un grande disagio per il paziente e per i suoi familiari. Perché dietro queste persone o non c’è nessuno o c’è una famiglia che soffre”.

L’associazione, che ha già organizzato una prima manifestazione per il 3 aprile, si dice pronta ad andare a protestare a Palermo e a sollevare il caso anche sulla stampa nazionale. “Questa è interruzione di un servizio medico”, conclude Santina Bucolo. Ad esprimere tutta la propria amarezza per le sorti del Dipartimento di Salute Mentale giarrese, fiore all’occhiello per l’intera Regione, anche Ettore Pagano, per tanti anni assistente sociale del Centro ed oggi volontario. “Quello che fa rabbia – dichiara Pagano – è che ad Acireale, dove oggi viene spostato il personale, non si sono sognati in tutto questo arco di tempo di fare una manifestazione o una protesta, né le famiglie, né il personale che vi lavora. Questo fa rabbia perché si continua a pensare che Giarre sia un serbatoio, come è successo per l’ospedale, dove il personale viene preso e spostato a piacimento. Si dimentica però – aggiunge – che questo è un servizio che funziona da 30 anni, che serve un bacino di 80mila abitanti e che non è una bottega dove si vende “a calia”, come si suol dire. Quindi sarebbe opportuno che chi ha le responsabilità del servizio facesse pressioni verso i propri superiori per avere altro personale che copra Acireale, perché non si può tamponare una situazione pregiudicandone un’altra. Finisce – conclude Ettore Pagano – che non funzionano entrambe, come di fatto sta accadendo”.

 

 


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