PALERMO – Un “no” di peso che ha scatenato la polemica politica e conquistato anche le pagine dei giornali nazionali: il rifiuto del Comune di Palermo di acquistare direttamente il Capodanno di Gigi D’Alessio, targato Canale 5, ha creato un vero e proprio caso. Come ha raccontato Livesicilia lo scorso 2 novembre, infatti, le trattative fra il cantante e Palazzo delle Aquile erano in corso da mesi: sopralluoghi, quantificazione dei costi, scambi epistolari per poter organizzare al Foro Italico la terza edizione di “Gigi D’Alessio&Friends”. Un format che si è già svolto a Napoli e Bari e che garantisce alla città che lo ospita una ribalta nazionale sulla rete ammiraglia di Mediaset proprio la notte del 31 dicembre.
L’assessore Andrea Cusumano, però, a novembre ha risposto picche: il prato del Foro non si può utilizzare, visto che la semina è stata effettuata da poco dopo la kermesse del Movimento Cinque Stelle, e soprattutto il Comune vuole procedere con una gara a cui, se Mediaset vorrà, potrà partecipare.
Una risposta per niente gradita al cantante, che ha già organizzato il Capodanno nelle zone terremotate in segno di solidarietà a quella parte d’Italia colpita duramente dal sisma. Ma D’Alessio ha rilasciato alla stampa dichiarazioni poco tenere nei confronti di Orlando, dicendo di non voler ricorrere alle vie legali solo per affetto nei confronti della città.
“’Sono molto dispiaciuto per quanto avvenuto con Gigi D’Alessio, ma sono certo che comprenderà come e perché l’Amministrazione comunale non possa, né voglia creare inopportuni precedenti, procedendo senza criteri di evidenza pubblica all’aggiudicazione di un importante evento come quello del Capodanno – ha replicato, con un comunicato, il Professore – nessuna preclusione politica né personale, ovviamente, verso questo artista,che conosco da tempo e al quale ho sempre espresso apprezzamento, ma semplicemente la scelta di non derogare ad un regola che ci siamo dati e che è quella di ricorrere a gare pubbliche per i grandi spettacoli”.
E dire, però, che l’affidamento diretto non è certo una novità dal momento che è previsto per legge. Un ente locale, come ha anche confermato nel 2014 la Corte dei Conti della Liguria al sindaco di Loano (provincia di Savona), può ricorrere all’affidamento diretto: in base alla normativa, infatti, lo spettacolo di un artista è un prodotto unico per il quale non si può fare una gara e che è gestito da un’unica azienda, quindi si può evitare la gara. I comuni di Napoli e di Bari, nel 2014 e nel 2015, hanno acquistato lo spettacolo di D’Alessio nello stesso modo e perfino Palermo, negli anni Novanta, ha fatto ricorso a questa procedura come nel caso di alcuni Festini, di Palermo di scena e di Jovanotti nel 1999.
Il Comune, però, ha deciso di ricorrere alla gara scatenando, inevitabilmente, la polemica su un appuntamento, quello del Capodanno, che ultimamente è finito spesso sui giornali. Quello che chiudeva il 2012 e salutava il 2013, per esempio, è stato oggetto di alcuni esposti ma ha soprattutto tenuto banco dentro e fuori il consiglio comunale. E’ andata peggio l’anno successivo, quando la procedura seguita dal Comune è addirittura finita al centro di un processo a tutt’oggi in corso. Accuse, veleni e polemiche che hanno reso indigesto il cenone di San Silvestro e che rischiano di ripetersi anche quest’anno.