PALERMO – Proclamato per domani lo sciopero nazionale dei ginecologi italiani. La contestazione nazionale partirà proprio da Palermo. Per l’occasione le associazioni, i medici e tutti coloro che operano nei punti nascita, nei consultori familiari e negli ambulatori ostetrici del territorio si daranno appuntamento all’hotel San Paolo Palace a partire dalle ore 10:00. Discuteranno, citando il comunicato ufficiale diffuso stamattina, “delle mancanze politiche rispetto ai problemi del settore ginecologico nazionale”.
“Sarà uno sciopero responsabile – rassicura Giuseppe Canzone, Segretario Regionale Fesmed (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) – nonostante l’altissima partecipazione, ogni struttura della città garantirà i parti e le urgenze chirurgiche. Siamo medici e prestiamo un servizio pubblico, non metteremmo mai a rischio la salute dei cittadini”. A causa dello sciopero, però, subiranno uno stop tutte le attività ambulatoriali e gli interventi chirurgici non urgenti.
Si tratta anche di uno “sciopero di solidarietà”, ovvero, una manifestazione di contrarietà ad un modus operandi che non implica nessun cambiamento ai rapporti di lavoro correnti. Potranno aderire tutti, anche chi non è iscritto a nessuna associazione o sindacato. Domani dalle 10:00 in poi all’hotel San Paolo, alla presenza del presidente della Regione Rosario Crocetta e dell’assessore alla Sanità Lucia Borsellino, si parlerà delle due emergenze che, a detta delle associazioni e dei sindacati, affliggono il settore ginecologico: la sicurezza dei punti nascita e la gestione dei contenziosi giuridico-legali.
“Le strutture in Italia sono assolutamente inadeguate sotto tre punti di vista – spiega il segretario regionale della Fesmed – strutturale, tecnologico e di organico specializzato. I medici per punto nascita sono pochi, gli stessi punti nascita sono troppo pochi rispetto alle esigenze e quelli esistenti non sono all’avanguardia e non adeguati agli standard richiesti dalla legge”. Tutto questo, evidenziano i sindacati, costituisce una concausa importante dell’altro punto all’ordine del giorno: il contenzioso medico-legale in campo sanitario.
“Ogni giorno i medici vengono citati in giudizio dai pazienti per i disservizi subiti – precisa Giuseppe Canzone – noi di certo non vogliamo inibire la libertà dei cittadini di ricorrere alle vie legali per farsi giustizia, ma di certo una situazione così precaria delle strutture non può essere imputata ai medici stessi. Le numerose cause intentate, innescano, a loro volta, meccanismi assicurativi perversi. I medici, come gli autoveicoli, non possono circolare senza regolare assicurazione, così per ogni causa e denuncia i prezzi delle polizze assicurative lievitano fino a raggiungere cifre improponibili”.
E la politica in tutto questo che fa? “La politica fa poco, e i medici, così come i cittadini, hanno bisogno di un sostegno molto più ampio – conclude Giuseppe Canzone. Troppo spesso siamo soli”.