Giornalismo, consegnato a Barresi il premio Mario Francese - Live Sicilia

Giornalismo, consegnato a Barresi il premio Mario Francese

La cerimonia di premiazione dopo due anni di assenza a causa della pandemia

PALERMO – Va a Mario Barresi la XXIV edizione del Premio giornalistico Mario Francese, manifestazione che torna dopo quasi due anni di assenza e che nel 2021 non si è svolta a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19. La cerimonia di premiazione è stata presentata da Lidia Tilotta, giornalista Rai del Tgr Sicilia.

Lucia Sgueglia è la vincitrice del Premio Giuseppe Francese. La giornalista Rai, inviata in Ucraina, non ha potuto partecipare alla manifestazione, colpita nelle ultime ore da un gravissimo lutto familiare.

Al Liceo D’Alessandro di Bagheria, per il cortometraggio La ragazza del mare, il premio Mario e Giuseppe Francese riservato alle scuole. 

«Sono emozionato come un bambino – è stata la prima reazione di Mario Barresi – Nell’albo d’oro del Premio Francese c’è il gotha del giornalismo. Da siciliano lo condivido con tutti i colleghi che fanno questo mestiere, magari per 3 euro a pezzo. Oggi abbiamo i social, riusciamo ad accedere facilmente alle informazioni. La pallottola non arriva più, arrivano però lettere di studi legali, richieste di risarcimento, querele, e questo non è facile da affrontare per tanti colleghi soprattutto freelance». 

All’inviato del quotidiano La Sicilia, viene riconosciuta la capacità di svelare le falsificazioni e i retroscena opachi della politica. Barresi segue a Nello Scavo, vincitore del premio nel 2020. 

Le motivazioni del premio a Barresi sono state rese note da Gaetano Savatteri, presidente della Commissione: «Ironico e disincantato, narra i vizi del potere siciliano senza scadere nel cinismo gattopardesco che abita nei Palazzi della politica regionale. Mario Barresi, cronista dalla frontiera insidiosa e sfuggente del malcostume pubblico e amministrativo, è stato uno dei primi ad accorgersi in Sicilia delle imposture di un’imprenditoria e di una politica che ha usato la retorica dell’antimafia per accreditarsi sulla scena isolana e nazionale. Capace di svelare le falsificazioni, attento nell’intuire i retroscena opachi e ambigui del teatro della politica, Barresi si è scontrato spesso con personaggi noti che detestano l’informazione e tentano di mettere a tacere i giornalisti con nuovi e sottili sistemi di intimidazione vidimati in carta bollata».

Lucia Sgueglia, vincitrice del Premio Giuseppe Francese, viene riconosciuta «la capacità di raccontare senza retorica alcuna le storie di uomini, donne e bambini travolti dalla guerra. Per l’umiltà, la professionalità e la capacità di mettersi continuamente in discussione nell’affrontare la complessità senza cadere nella semplificazione».

Ospite dell’edizione 2022 del Premio Francese è stato il magistrato Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, moglie di Giovanni Falcone, che ha dialogato col giornalista Felice Cavallaro – autore del libro Francesca (Solferino, 2022) – sul tema “Il volto della mafia trent’anni dopo le stragi”. 

«Rischiavamo di consegnare all’oblio Francesca Morvillo – secondo Felice Cavallaro – Tutto quello che lei ha fatto, invece, ha strette connessioni con l’attualità. Dobbiamo riscattare la memoria di Francesca Morvillo dal suo essere soltanto “moglie di”. Attraverso il romanzo, ricordiamo. Per evitare di ripetere gli errori, cosa importante tanto per i ragazzi, quanto per chi è più avanti con l’età. Gennaio 1979, la morte di Mario. Francese, è una linea di demarcazione. Da lì inizia una carneficina. Da nessuna altra parte al mondo è accaduto quello che è successo a Palermo in quegli anni. A partire da quello dobbiamo affrontare il presente». 

«Oggi gli insegnanti parlano di mafia nelle scuole – ha detto Alfredo Morvillo – questo è un fatto nuovo. Sono nate tante associazioni, tante fondazioni. È vero, ci sono state distorsioni, ma questo non pregiudica la linea tracciata e la via maestra. Paolo Borsellino diceva che la lotta alla mafia non è soltanto un fatto repressivo, ma culturale, quella cultura che dovrebbe farci apprezzare “Il fresco profumo della libertà e dei diritti”. Ai ragazzi dico: il miraggio del potere spesso abbaglia gli uomini. Le commemorazioni non impressionano più nessuno. Dobbiamo capire che se vogliamo onorare questi sacrifici dobbiamo stare lontano da tutto ciò che ha anche il benché minimo odore di mafia».

“Il volto della mafia trent’anni dopo le stragi” è stato anche il tema oggetto del concorso cinematografico che rappresenta la sezione del Premio Mario e Giuseppe Francese riservata alle scuole, vinta dall’istituto D’Alessandro di Bagheria per il cortometraggio La ragazza del mare. Riconoscimenti anche per le altre tre scuole finaliste, Archimede (Messina) per il video La sceltaBenedetto Croce (Palermo) per il video Pizzo e merlettiDon Bosco Ranchibile (Palermo) per il video Schegge

La Commissione che ha valutato i lavori, presieduta da Gaetano Savatteri e composta da Felice Cavallaro, Salvatore Cusimano, Silvia Francese, Roberto Gueli, Tiziana Martorana, Franco Nicastro, Nello Scavo e Lidia Tilotta, de La ragazza del mare ha premiato «la qualità della narrazione, delle riprese e dell’interpretazione» e «ha particolarmente apprezzato la capacità di coniugare la denuncia del fenomeno mafioso alle componenti dell’immaginario, del sogno, della metafora. Il livello espresso dal montaggio e il contributo musicale sui titoli di coda arricchiscono il lavoro e lo rendono ulteriormente meritorio».

Durante la manifestazione c’è stato anche spazio per la musica e la poesia, grazie alla partecipazione dell’attrice Ester Pantano, volto noto di alcune fiction di successo (Il Commissario Montalbano, Emma Tataranni – Sostituto procuratore, Makari) che si è esibita in due brani, accompagnata al contrabbasso da Lino Costa e dal chitarrista Alessandro Presti. Ester Pantano ha anche letto due poesie scritte dal giornalista Giulio Francese, Con i tuoi occhi e La tua macchina da scrivere. 

Chiosa finale con un momento musicale curato dalla fondazione The Brass Group, con Lucy Garsia accompagnata al piano da Giovanni Conte. 


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