PALERMO – Mattinata di passione per gli automobilisti palermitani che, fin dalle prime ore del mattino, hanno dovuto evitare le principali arterie della città dove hanno sfilato due grandi cortei che hanno mandato il traffico in tilt. Già da ieri il Comune di Palermo aveva allertato i cittadini indicando le zone interessate dallo sciopero, specificando le vie alternative per evitare gli ingorghi. Anche la polizia municipale ha seguito lo snodarsi delle manifestazioni, indicando di volta in volta agli automobilisti i percorsi alternativi. A scendere in piazza, in occasione dello sciopero generale proclamato in tutta Italia, i sindacati Cgil e Uil, appoggiati dall’Unione degli Universitari, che si sono mossi alle 10.30 da piazza Verdi per giungere in via Cavour, di fronte alla Prefettura. Assente la Cisl, che avrebbe dovuto manifestare accanto alle altre due sigle sindacali, ma che ha deciso di scendere in piazza il 23 novembre, preferendo indirizzare la propria protesta contro il governo regionale.
Guidati dallo slogan “Uniti per il rilancio del lavoro e per cambiare la Legge di Stabilità”, con tanto di cartelli e bandiere, i sindacati sono scesi in strada per chiedere al governo nazionale di apportare delle modifiche la legge di Stabilità, rimpolpare la cassa integrazione e dare certezze a tutti i lavoratori, in vista dell’ormai imminente manovra economica. “Siamo qui contro la legge di Stabilità che penalizza i più deboli – spiega Calogero Virzì, presidente Uilpost Sicilia -. La politica continua ad andare contro i diritti di lavoratori e pensionati, mentre le istituzioni pensano solo al loro tornaconto personale“. Ad aderire alle manifestazioni indette a livello nazionale da Cgil e Uil anche l’amministrazione comunale che ha ritenuto necessario schierarsi a fianco delle sigle sindacali perché “mai come in questo momento, le politiche di contenimento della spesa pubblica si stanno trasformando in una mannaia sociale che rischia solo di deprimere ulteriormente l’economia creando nuovi disoccupati e nuovi poveri”. Al fianco dei sindacati anche gli studenti dell’Unione degli Universitari che hanno sfilato sotto lo slogan “Change The Way”, scelto per ricordare che la direzione non è ancora quella giusta e che l’unica strada da intraprendere deve mirare a una formazione libera e di qualità. “Siamo in piazza con la Cgil e la Uil – commenta Angelo Nuzzo – in virtù anche del patto di lavoro che abbiamo con il sindacato. Loro si mobilitano contro la legge di stabilità che tocca anche i comparti della scuola e dell’Università. Noi ci schieriamo soprattutto in difesa piena del diritto allo studio”.
A rendere caotica la giornata è stata soprattutto la concomitanza di un secondo corteo che si è mosso alle 9.30 da piazza Castelnuovo e che, dopo essersi snodato attraverso via Ruggero Settimo, via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, è giunto a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione. A guidare la manifestazione gli Studenti Medi che si sono radunati già dalle 9 a piazza Castelnuovo per protestare contro i tagli all’istruzione e la politica di austerità del Governo. “Siamo sempre pronti a riprenderci ciò che ci spetta, prima che i politici si prendano tutto – afferma Piero Folchini -. Vogliamo riprendere in mano il nostro futuro“. Presente anche il bacino della Formazione professionale, guidato da Cobas e Sinalp e da diverse associazioni dei lavoratori, che hanno rivendicato l’attivazione dell’Agenzia Unica della Formazione “stanchi delle false promesse e dell’situazione in cui versa il sistema formativo siciliano. “Chiediamo al governo Crocetta di dare voce ai lavoratori, ascoltando il sindacalismo di base – dice Maurizio Galici, sindacalista Cobas – Non si può e non si deve prospettare ai lavoratori un futuro di incertezze”. Hanno aderito allo sciopero anche gli studenti autonomi delle scuole Ernesto Basile di Brancaccio, Almeyda, Vittorio Emanuele II e III, che hanno voluto però far presente la loro lontananza dalla Rete degli Studenti Medi.
Ad aderire alla giornata nazionale di protesta anche Il Coordinamento regionale dei comitati No Muos, i lavoratori Gesip, i senza casa della città, gli sgomberati di via Calvi e i centri sociali Ex Karcere e Anomalia. Durante la mattinata una cinquantina di attivisti del movimento No Muos ha occupato gli uffici dell’assessorato regionale all’Ambiente e al territorio, in via Ugo La Malfa e ha srotolato uno striscione da una finestra, recante la scritta “Stop alla devastazione del territorio. No Muos in assedio”. Un gruppo di aderenti al comitato di lotta “Prendo casa” ha occupato, invece, l’assessorato regionale della Famiglia, in via Trinacria, scandendo lo slogan “La casa è un diritto! Palermo capitale dell’emergenza abitativa 2013”, che vuole fare il verso alla candidatura di Palermo Capitale europea della cultura nel 2019. Un gruppo di studenti del Coordinamento Universitario Autonomi ha occupato invece prima il Polididattico e poi un edificio inutilizzato all’interno dell’Ateneo per farne una biblioteca autogestita.
Le diverse categorie si sono mosse per il centro cittadino al suon di strofe e ritornelli contro il governo Crocetta, dietro striscioni che puntano il dito contro l’inadempienza della classe politica, ritenuta rea di pensare solo ai propri interessi personali. Giunti di fronte alla Regione, i manifestanti si sono schierati davanti alla polizia, in assetto anti-sommossa, con l’intenzione di occupare il Palazzo. Gli studenti, quasi tutti a volto scoperto, hanno cercato di oltrepassare la barriera delle forze dell’ordine, ma queste ultime hanno risposto con una carica, per disperdere la calca. Durante gli scontri, una ragazza, Bianca Giammanco, è stata fermata dalla polizia per circa un quarto d’ora e fatta entrare dentro un furgone. I manifestanti hanno intimato alla polizia di rilasciare la giovane, lanciando sassi che hanno più volte colpito gli agenti, al grido di “Bianca libera”. La giovane è stata liberata poco dopo e ha rassicurato di stare bene, nonostante un colpo ricevuto durante gli scontri: “Non ho capito più nulla. Sono stata colpita all’improvviso con una manganellata – racconta Bianca -, portata dentro il camion e minacciata da uno dei membri delle forze dell’ordine che mi ha intimato di portarmi all’Ucciardone. Eravamo solo venuti per rivendicare il nostro diritto ad entrare in uno dei Palazzi del potere e questa è la risposta che abbiamo ricevuto”.
L’Unione degli Universitari, riunita in Prefettura, ha condannato gli atti di violenza che si sono verificati davanti alla Regione. “Siamo e saremo sempre contro la violenza – comunicano – siamo scesi in piazza per protestare contro le manovre del governo che mirano a colpire l’istruzione pubblica. Condanniamo apertamente gli scontri che riteniamo essere un’arma mediatica a doppio taglio”.
*Aggiornamento ore 18,00
“Le cariche dell’antisommossa sono arrivate intenzionalmente a freddo
mentre noi non facevamo altro che assediare pacificamente il palazzo
della Regione. Non avevamo caschi, scudi o bastoni. Eravamo tutti a
volto scoperto (a parte qualche maschera di “V per vendetta” simbolo
della nostra protesta) e molti di noi erano tranquillamente seduti per
terra a rilassarsi dopo una lunga ed entusiasmante camminata”. Questo un frammento della nota inviata dal coordinamento studenti medi di Palermo in merito agli scontri di oggi.