Catania – Un ulivo è stato piantumato a Catania nel piazzale del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Universita’ dal rettore Francesco Priolo insieme con una studentessa, Chiara Tabita per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro a 30 anni dalla strage di Capaci.
“L’ulivo – ha spiegato il rettore Francesco Priolo – non è soltanto un ricordo delle vittime di mafia, ma simbolicamente le sue radici si uniscono a tutte quelle degli altri messi a dimora in questi 30 anni e quando li guarderemo penseremo a tutti quegli uomini e alle loro idee, a quelle tensioni morali che, come diceva Giovanni Falcone, ‘continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini’ indispensabili per sconfiggere la mafia. Sono passati 30 anni e tanto e’ cambiato, ma – ha aggiunto il rettore – ancora oggi la tensione nei confronti della legalita’ deve rimanere alta”.
A Librino
Trecento cappellini colorati con la scritta Capaci di Crescere attraversano l’ingresso del Polo Educativo Villa Fazio di Librino a Catania. Trecento studenti attorno all’Albero Falcone, che insieme alle Istituzioni si sono incontrati nel giorno del 30simo anniversario della strage in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta. E’ l’ottava edizione di Capaci di Crescere, appuntamento su giovani e legalita’ promosso dal consorzio Solco, Mosaico e Fondazione E’bbene, in collaborazione con la scuola Francesca Morvillo.
L’iniziativa e’ stata aperta con un minuto di silenzio per commemorare le vittime della strage. A seguire con il contributo del viceprefetto vicario, Giuseppina Di Dio Datola: “Le Istituzioni, le scuole, le organizzazioni e la comunita’ – ha detto – hanno il dovere di accompagnare le nuove generazioni ad essere costruttori di legalita’. E’ questa la sfida sociale e culturale che insieme dobbiamo percorrere affinche’ gli insegnamenti di uomini e donne come Falcone e Morvillo siano non soltanto eredita’, ma si trasformino in azioni concrete”.
“Quello che e’ successo 30 anni fa – ha ricordato mons. Salvatore Genchi, vicario dell’arcidiocesi di CATANIA – deve servirci da lezione per vivere il presente in maniera piu’ attenta ai valori dell’essere umano e alla ricerca del bene comune. I giovani devono essere costruttori del bene e animare le comunita’ di legalita’ e speranza”. “Le giovani generazioni devono crescere nella conoscenza del passato ma rafforzati in un percorso di liberta’ – ha sottolineato Antonio Scavone, assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro – e’ un impegno concreto, quello che devono mettere in campo, per contrastare tutte le forme di mafia e dare respiro allo sviluppo della nostra terra”.
“Ogni anno viviamo questo giorno con una consapevolezza diversa – ha osservato Claudia Pasqualino, presidente dei Mosaico – frutto di esperienze fatte sul campo. Siamo in campo con l’Unita’ di strada, attraverso cui intercettiamo tanti ragazzi smarriti che non sanno dove andare, siamo stati in campo quando sono crollate alcune palazzine in città e abbiamo accolto nei nostri alloggi le persone, siamo stati in campo durante l’emergenza ucraina. Siamo persone al servizio di altre persone. Le legalita’ e’ questo.