Sergio Mattarella: "Dare continuità allo sradicamento della mafia"

Mattarella: “Dare continuità allo sradicamento della mafia”

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23 MAGGIO
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PALERMO – “‘La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine’: questo ripeteva Falcone, sollecitando coerenza e impegno educativo, spronando chiunque nella società a fare la propria parte insieme alle istituzioni, a ogni livello”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci.

Capo dello Stato: “Tenere alta la vigilanza”

“La mafia ha subìto colpi pesantissimi – ha aggiunto Mattarella – ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l’impegno civico cede il passo all’indifferenza”.

Il presidente della Repubblica ha ribadito che bisogna “tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali”.

Meloni: “Il governo è in prima linea nella lotta alla mafia”

“Il 23 maggio è la Giornata della Legalità, in memoria delle vittime della mafia. Ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta, tutti coloro che hanno sacrificato la vita per difendere i valori della legalità. E con loro, ogni vittima caduta per mano mafiosa”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, postando una foto di Giovanni Falconi e la frase “Gli uomini passano, le idee restano”.

“Il loro esempio e il loro ricordo – scrive – continuano a guidare la nostra azione. Anche in loro nome, il governo è e sarà sempre in prima linea nella lotta contro ogni forma di criminalità. Senza tregua, senza compromessi. Non dimentichiamo”.

Metsola: “Ha pagato con la vita il prezzo della verità”

“Il magistrato Giovanni Falcone era un coraggioso combattente che si rifiutò di tacere. E ha pagato con la vita il prezzo della verità. A 33 anni dalla strage di Capaci, rendiamo omaggio alla sua memoria, e a quella di tutte le vittime della mafia. La sua eredità è fonte di ispirazione. Non lo dimenticheremo mai.” Lo ha scritto su X la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. 

La Russa: “Falcone simbolo dello Stato”

“La strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, segna una delle pagine più drammatiche della nostra storia repubblicana: il giudice Giovanni Falcone ucciso in un attentato insieme alla moglie, Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Colpiti dalla mafia perché simboli di uno Stato che non si arrende alla criminalità”. Così su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa

“Insieme a Paolo Borsellino e a tanti altri servitori dello Stato, Falcone ha incarnato e rappresenta tuttora, la forza della legalità, il coraggio della giustizia, l’esempio di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Un’eredità morale importante che la nazione ha il dovere di custodire e tramandare di generazione in generazione. Oggi, a distanza di 33 anni, ne rinnoviamo il ricordo e ci stringiamo con affetto ai familiari delle vittime”.

Fontana: “23 maggio pagina tragica della nostra storia”

“Nel trentatreesimo anniversario della strage di Capaci, il mio pensiero va alle vittime della violenza mafiosa e alle loro famiglie, cui rinnovo la mia profonda vicinanza”. Così il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, nella Giornata della Legalità.

“Ricordo con gratitudine e commozione – continua – Giovanni Falcone, magistrato e servitore dello Stato, la moglie Francesca Morvillo, anch’ella magistrato di straordinaria umanità e rigore, e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Voglio ricordare anche le parole di Re Carlo III, pronunciate il 9 aprile nell’Aula della Camera: Falcone è stato un ‘leggendario procuratore antimafia’. Il 23 maggio 1992 resta una pagina tragica e incancellabile della nostra storia. Ricordarla oggi significa riaffermare con forza il dovere di contrastare ogni forma di criminalità organizzata e di promuovere, con determinazione, la cultura della legalità e la piena consapevolezza storica, in particolare tra i giovani”.

Schifani: “Lo sport può educare al rispetto delle regole”

“Lo sport può fare moltissimo, educare al rispetto delle regole. Proprio per questo come Regione siciliana abbiamo voluto dare degli incentivi alle famiglie più bisognose, consentendo a 16 mila ragazzi di poter andare in palestra a spese grazie ai fondi pubblici”.

Così il governatore della Sicilia, Renato Schifani , salendo sul placo, assieme al presidente dell’Assemblea siciliana Gaetano Galvagno e al presidente dell’Antimafia regionale Antonello Cracolici, alla cerimonia per l’anniversario della strage di Capaci, a Palermo.

“Ho avuto l’onore di collaborare con Giovanni Falcone quando era giudice fallimentare e ho conosciuto una persona pratica e schietta, diversa da tante altre. Da lui ho imparato il pragmatismo delle decisioni. Sono convinto che, nel contrasto alla mafia, la Sicilia stia vincendo, ma non bisogna mai abbassare la guardia”, ha ricordato.

“Lo Stato ha reagito ai grandi attentati, tra le altre cose con grandi leggi, per esempio quella sul sequestro dei beni e quella sull’inasprimento del 41 bis – ha proseguito Schifani – Vi è stata una forma di reazione dall’alto e dal basso, un riscatto sociale della società civile e, soprattutto, dei giovani che hanno detto no alla mafia. Giovani a cui sono dedicate le nostre misure per lo sport, che consentono ai meno abbienti di frequentare le palestre a spese della Regione. Una misura in cui crediamo molto e che abbiamo proposto anno dopo anno e rifinanziato, perché siamo convinti che lo sport insegni il rispetto delle regole e le regole sono alla base delle comunità civili”.

Galvagno: “La Sicilia non dimentica”

“A 33 anni dalla strage di Capaci, il ricordo di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro è ancora indelebile”. Così il presidente dell’Assemblea regionale Siciliana, Gaetano Galvagno.

“Il loro sacrificio ha segnato per sempre la storia della nostra terra scuotendo le coscienze di un popolo che sembrava rassegnato. Ecco perché la Sicilia non dimentica”, ha detto.  

“Ma tutti, a partire da chi ha ruoli di responsabilità nelle istituzioni e nella società – aggiunge il presidente Galvagno – abbiamo il dovere di continuare a custodire e tramandare quei valori di giustizia, coraggio e libertà incarnati da Giovanni Falcone e da quanti non hanno chinato la testa fino all’estremo sacrificio. La loro memoria sia sempre d’esempio per combattere insieme, quotidianamente e in ogni modo, contro tutte le forme di mafia e di sopraffazione”.

Maria Falcone: “Ci voleva un museo che racchiudesse la memoria”

“Oggi sono contenta, in 33 anni ho girato in lungo e in largo l’Italia, la mia grande preoccupazione, a pochi giorni dalla morte di Giovanni, era che si disperdesse il loro patrimonio. Ci voleva un museo che racchiudesse le loro memorie, il museo del presente ora è una realtà”. Così Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone e Borsellino, in apertura delle celebrazioni, nel Palazzo Jung a Palermo, per il 33/esimo anniversario della strage di Capaci. Presenti i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Giustizia Carlo Nordio, e della Cultura Alessandro Giuli.

Fiammetta Borsellino: “La memoria si onora con la verità”

“Non c’è altro modo di onorare la memoria di Falcone e Borsellino se non cercando la verità sul più grave depistaggio della storia giudiziaria del Paese e su un errore giudiziario senza precedenti che è una ferita ancora aperta”. Lo ha detto, parlando della verità negata sull’eccidio di via D’Amelio, Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso nel ’92, intervenendo alle cerimonie di commemorazione dell’attentato di Capaci. “E’ stata negata al Paese l’opportunità di crescere nella luce e non nella menzogna”, ha aggiunto. 

De Lucia: “Cosa nostra continua a inseguire il denaro”

“Dove ci sono possibilità di fare affari la mafia arriva. Restano le vecchie ‘regole’, ma grazie alle forze dell’ordine Cosa nostra non è riuscita a ricostituire la Cupola, ma continua a inseguire il denaro”. Lo ha detto, nel corso delle cerimonie di commemorazioni della strage di Capaci, il procuratore di Palermo Maurizio  de Lucia , che in risposta alla domanda sulla presenza delle donne nei clan ha detto: “Cosa nostra è emancipata, non si fa problemi di ricorrere alle donne se servono”.

L’arcivescovo Lorefice: “Giornata di lancinante memoria”

Il 23 maggio è una giornata di lancinante memoria. È bene, anzitutto, verificarsi ed interiorizzare il senso della vita, personale e sociale, le motivazioni umane, morali e spirituali, nonché l’adempimento indefettibile, con disciplina e onore, delle funzioni pubbliche (Costituzione Italiana, art. 54) – fino all’eroica offerta dei corpi -, delle vittime della strage di Capaci voluta e pianificata per mano della perversa e abominevole struttura di peccato e di oppressione che è stata ed è la mafia: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo”. Lo dice l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice nell’anniversario della strage di Capaci.

“Si tratta di farsi provocare – società civile e istituzioni – se quelle profonde convinzioni stanno oggi camminando sulle nostre gambe – prosegue – Se il cambiamento mentale e culturale – necessario a sconfiggere la mafia che è una visione della vita oltre ad essere una struttura perversa di potere oppressivo – è un impegno costante ordinario di tutti nel rinnegare (abiurare!) i principi portanti su cui si alimenta la mafia”.

Grasso: “Cos’è che frena la verità?”

“La ricerca della verità e della giustizia è stato il motto principale che mi ha ispirato per tutta la vita e non può mancare”. Così l’ex procuratore ed ex presidente del Senato Pietro Grasso ai cronisti a margine della cerimonia a Palazzo Jung per i 33 anni della strage di Capaci. 

“Purtroppo la verità è difficile da raggiungere, dopo tanti anni, noi però dobbiamo continuare su questa strada. Io sono ottimista per la forza della speranza di trovare comunque la verità. Cos’è che frena la verità? Ho sempre detto che abbiamo avuto tanti collaboratori che vengono dalla mafia, forse ci vorrebbe qualcuno che collabori anche da qualche altra parte”.

Giuli: “La cultura è l’antitesi della mafia”

“La cultura è l’antitesi della mafia. Cosa nostra attecchisce tra l’ignoranza, la bruttezza e l’isolamento sociale. Dove c’è la bruttezza delle periferie sociali si annida il germe della mafia”. Lo ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli, intervenendo a Palermo alle commemorazioni della strage di Capaci di cui oggi ricorrere il 33esimo anniversario.

“Palermo è la città di Giovanni Falcone. La Sicilia ha sacrificato i suoi migliori uomini per insegnare a noi a non esser stranieri alla civiltà e alla cultura”, ha aggiunto.

Elly Schlein (PD): “Serve impegno costante contro la mafia”

“Oggi non posso che ricordare che il 23 di maggio onoriamo la memoria del giudice Falcone , di sua moglie, di tutti gli uomini della sua scorta vittime a Capaci – ha dichiarato la segretaria del PD Elly Schlein -. Riconfermiamo l’impegno che deve essere costante per cogliere l’insegnamento di come si contrasta il fenomeno mafioso che ancora esiste e incide sull’economia legale del nostro Paese e non solo”.

Salvini: “Eroi italiani”

“Trentatré anni fa, a Capaci la mafia colpiva lo Stato. Persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e i tre uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Simboli di legalità, giustizia, coraggio. Eroi italiani. Il loro ricordo vive in tutti noi, il loro sacrificio continua a indicarci la strada nella lotta quotidiana contro tutte le mafie”. Lo scrive sui social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. 

Musumeci: “Onoriamo la memoria”

“A trentatré anni dalla strage mafiosa di Capaci, che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e al personale di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, il nostro compito oggi non è solo quello di onorarne la memoria, ma soprattutto di lavorare affinché non si affievolisca il ricordo del loro sacrificio”. Lo dichiara il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci.

“L’impegno costante dello Stato e la cresciuta sensibilità dei cittadini – conclude – costituiscono una garanzia per costruire e consegnare ai nostri figli un’Italia migliore”.

Crosetto: “La Strage resta una ferita profonda e dolorosa”

“Il 23 maggio 1992 è una data che ha tragicamente segnato la storia del nostro Paese. La strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo, gli agenti della Polizia di Stato Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro di cui onoriamo la memoria, resta una ferita profonda e dolorosa”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Il loro coraggio, il loro sacrificio e la reazione spontanea della società civile – aggiunge il ministro – rappresentano un patrimonio inestimabile, che continua a ispirare ogni giorno i servitori dello Stato impegnati a difesa della legge e della democrazia. Lo Stato vince contro le mafie perché gli uomini delle Istituzioni si passano il testimone. Il nostro compito è essere all’altezza di raccoglierlo e portarlo avanti con determinazione e onore”.

Barbagallo (Pd): “La mafia non è affatto invincibile”

“Il 23 maggio è il giorno del ricordo di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. È il giorno del dolore per quell’atroce esplosione che squarciò in due l’autostrada e che fu l’inizio della sfida estrema lanciata da cosa nostra allo Stato. Ma il 23 maggio è anche il giorno della riscossa, del risveglio delle anime dei siciliani, e dell’Italia tutta”.

Lo dichiara il segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, che oggi a Palermo presenzierà alle iniziative della Fondazione Falcone, organizzate nel XXXIII anniversario della strage di Capaci.

Falcone – aggiunge – diceva: ‘La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. Tanti successi ha conseguito lo Stato da allora, numerosi gli arresti eccellenti, l’ala stragista della mafia è stata decapitata. Ma non bisogna abbassare la guardia, c’è ancora – conclude – tanto da fare per liberare la Sicilia”.

Oggi alle 17:58 le attività congressuali del Pd si fermeranno, nei circoli delle 6 federazioni al voto oggi, per un minuto di silenzio per commemorare le vittime delle stragi mafiose.

Antoci (M5s): “Omaggiamo il loro sacrificio”

“Oggi commemoriamo le vittime delle stragi mafiose, lo facciamo attraverso la memoria che questo luogo ci sollecita. Qui si respira la vita quotidiana di quegli uomini e quelle donne che hanno fatto del valore della scelta il senso e il seme del dovere di cittadinanza dal quale nessuno di noi può sentirsi esentato. Ecco, impegnarci tutti nel proseguire le loro azioni rendendo omaggio al loro sacrificio”. Lo dice l’eurodeputato Giuseppe Antoci, a Palazzo Jung a Palermo dove si apre il museo del presente.

Faraone (Iv): “Non esisterà giustizia senza verità”

“Oggi è il giorno del ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sono passati 33 anni dalla strage di Capaci, lo stesso possiamo dire per via D’Amelio e ancora siamo alla ricerca della verità”. Lo dice Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva.

“Per trentatré anni siamo rimasti impaludati da ricostruzioni farlocche e depistaggi di saltimbanchi e uomini senza onore in cerca di notorietà. Il ricordo è doveroso, donne e uomini di Stato sono morti per garantire ai vivi una società migliore, senza la mafia, conclude.

Lupi (Nm): “La lotta alla mafia non è conclusa”

 “Il 33° anniversario della strage di Capaci è un richiamo forte alla coscienza civile e politica del Paese. E’ il giorno in cui onorare il sacrificio di Giovanni Falcone , di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta significa ricordare che la lotta alla mafia non è mai conclusa, e che richiede coerenza, coraggio e responsabilità da parte di ciascuno di noi e la consapevolezza che il ricordo deve tradursi in impegno concreto”. Lo afferma il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.

Colosimo: “Atti del Maxiprocesso sono un’opera monumentale”

“Abbiamo deciso di pubblicare tutti gli atti del maxiprocesso alla mafia non solo per esporli nella libreria del museo della fondazione Falcone, ma anche per rendere fruibile un’opera monumentale. Il maxiprocesso a Cosa nostra svelò i gangli della mafia ed è una testimonianza tangibile del modo lavorare del pool antimafia di Giovanni Falcone“. Lo ha detto la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo durante le commemorazioni della strage di Capaci organizzate a Palazzo Jung, sede del Museo del Presente, dalla Fondazione Falcone.

Lagalla: “Il Museo del presente rafforzerà la memoria”

“Da 33 anni Palermo ricorda il 23 maggio, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo e tutti i suoi martiri che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia. Da oggi rinnoveremo ogni giorno la memoria anche grazie al Museo del Presente di Palazzo Jung, realizzato dalla Città Metropolitana di Palermo e dalla Fondazione Falcone“. Lo dice il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, che ha partecipato oggi alle commemorazioni per la strage di Capaci a Palazzo Jung.

“Uno spazio che diventa testimonianza viva da trasmettere soprattutto ai giovani per provare a guidarli verso il processo di cambiamento voluto dal giudice Falcone – aggiunge – Ma la città non cambia in un colpo solo o per merito di un singolo. Ognuno deve fare, quotidianamente, la sua parte. Le istituzioni, in particolare, hanno il compito di rafforzare la presenza dello Stato sul territorio con un’azione amministrativa capace di portare il cambiamento e rigenerare le comunità, in stretto raccordo con le forze dell’ordine. Questa amministrazione comunale ha realizzato numerose azioni per la legalità, convinti che servano esempi concreti, con l’intento di portare avanti idealmente l’azione di grandi uomini dello Stato come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e forniscono opportunità e strumenti per sedimentare una rinnovata cultura della legalità”.

Cracolici: “Rilanciamo la lotta alla mafia”

Secondo il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, “trasformare questa giornata in memoria vuol dire non solo ricordare una giornata drammatica per l’Italia, ma costruire le ragioni di un impegno rinnovato dello Stato contro la mafia”. “C’è un grande rischio: spesso si dice che siccome la mafia non spara più – o spara meno – è venuta meno l’emergenza mafiosa, e quindi la necessità del contrasto dello Stato contro la mafia – sottolinea Cracolici -. Fase che l’Italia ha già vissuto, perché per oltre un secolo ha convissuto con la mafia senza dotarsi di strumenti di contrasto”.

“Oggi – ha aggiunto – dobbiamo rilanciare la lotta alla mafia con sistemi più efficaci, più moderni, ma anche più attrattivi verso le nuove generazioni che rischiano invece di essere affascinate dalla cultura mafiosa”. 

Amenta e Alvano (Anci Sicilia): “Promuovere la legalità”

 “Il nostro impegno, unitamente a quello del sistema degli enti locali, è promuovere la cultura della legalità e della memoria storica. Per questi motivi, ricordare le stragi di Capaci e di Via D’Amelio vuol dire trasferire, soprattutto ai giovani, gli ideali di giustizia che hanno caratterizzato l’opera dei giudici Falcone e Borsellino che rappresentano un grande esempio di coraggio e integrità”. Così, in una nota congiunta, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia.

“La nostra Associazione – continuano – da sempre esorta i sindaci dell’Isola a rafforzare il senso di comunità e di responsabilità civica, affinché il sacrificio di Falcone e Borsellino non venga mai dimenticato e perché la Sicilia possa continuare a essere terra di speranza e di rinascita”.

Il figlio di Vito Schifani: “Ricordo mio padre ogni giorno”

 “Oggi sono qui non per raccontare tanto la mia storia, ma per cercare di accendere una coscienza civile, una idea per il futuro per questi ragazzi, una piccola fiammella che poi magari diventi un grande incendio”. Così a Pescara nell’ambito della Giornata della legalità il capitano della Guardia di finanza Emanuele Schifani, figlio di Vito, l’agente di scorta di Falcone morto nella strage di Capaci, durante l’incontro sul tema ‘Giovani e Legalità’ nell’ambito della Giornata della legalità.

“Mio padre lo ricordo tutti i giorni – ha sottolineato – ma non lo ricordo solo io perché la memoria fortunatamente viene portata avanti anche da tanti miei colleghi che hanno in ufficio l’immagine iconica di Falcone e Borsellino”.

Secondo Schifani “i nostri ragazzi devono oggi essere capaci di dire di ‘no’ alle scelte troppo facili, devono essere capaci di prendersi il loro spazio nel mondo ed essere protagonisti perché sono loro il futuro. Speriamo che siano loro un giorno l’esempio”.

Nino Agostino: “La mia famiglia aspetta la verità”

“Questo corteo non è contro le istituzioni ma, anzi, cerca il dialogo con loro. Penso che la politica dovrebbe ascoltare quello che noi stiamo rappresentando in piazza. Ancora oggi, la mia famiglia, aspetta una verità che appare sempre più lontana”.

Così Nino Morana Agostino, nipote di Vincenzo Agostino, padre del poliziotto ucciso dalla mafia il 5 agosto del 1989 insieme alla moglie, che partecipa al corteo “Non chiedeteci silenzio”, organizzato da associazioni e studenti, con partenza da piazza Verdi a Palermo, nel giorno in cui ricorre il 33esimo anniversario della strage di Capaci.

Conte (M5S): “Onoriamo Rocco Dicillo a Triggiano”

“Vengono i brividi a stare qui. Rocco Dicillo era giovane, stava per sposarsi, aveva ancora tanti sogni da realizzare. Gli hanno strappato tutto perché stava proteggendo una speranza di nome Giovanni Falcone. Perché ha scelto di onorare la divisa, un’idea di Stato che non si piega a mafia e criminali. Era a Capaci, era un poliziotto nella scorta di quel maledetto 23 maggio, in cui fu ucciso assieme a Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro”.

Lo scrive sui social il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a Triggiano, il paese in cui Rocco è nato. “A Triggiano abbiamo voluto onorarlo. Ma è domani e ogni giorno che continueremo la nostra ostinata lotta per la verità completa sulle stragi e su quel che è successo nel nostro Paese – prosegue Conte -. È domani e ogni giorno che dobbiamo chiudere tutte le porte in faccia alle mafie e all’inquinamento criminale dei nostri territori e delle nostre istituzioni. Abbiamo l’obbligo morale di non demordere mai”.

Il ministro Tajani: “La mafia non è invincibile”

La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle Istituzioni”. Lo afferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X in missione in Messico.

Nel giorno del 33^anniversario della strage di Capaci anche da Città del Messico ricorderemo con una mostra fotografica Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il loro sacrificio per la libertà è un monito nella lotta ai narcotrafficanti anche qui in Messico”.  

La ministra Casellati: “Falcone ha rivoluzionato lotta alla mafia”

 “Oggi ricordiamo Giovanni Falcone, assassinato da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Falcone ha rivoluzionato la lotta alla mafia, introducendo nuove strategie investigative e processuali, come il metodo del maxiprocesso”. Lo dichiara, in una nota, la ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati.

Pur consapevole dei rischi, ha scelto di andare avanti, spinto dal senso del dovere e da un profondo amore per lo Stato. Ogni italiano dovrebbe conoscere la sua storia e onorare il suo sacrificio: con la memoria e con l’impegno quotidiano, portando avanti i valori per cui ha dato la vita e facendo la propria parte per rendere questo splendido Paese un posto migliore”.

Di Dio (Confcomercio): “Ribadiamo il nostro impegno contro la mafia”

“La strage di Capaci è un evento drammatico che ha segnato profondamente la coscienza del Paese e che continua a rappresentare un simbolo del sacrificio di chi ha scelto di servire lo Stato e difendere la legalità a qualunque costo”. Lo dice Patrizia Di Dio, vice presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia con delega alla legalità e alla sicurezza, in occasione del 33esimo anniversario della strage di Capaci

“Confcommercio ribadisce con forza il proprio impegno nel contrasto alla criminalità organizzata al fianco delle Istituzioni e nella promozione della cultura della legalità e della sicurezza che sono presupposti imprescindibili per la crescita e lo sviluppo non solo delle imprese, ma dell’intero Paese”.

“Partecipiamo con convinzione alle iniziative promosse dalla Fondazione Giovanni Falcone e alle celebrazioni che si tengono oggi a Palermo al Museo del Presente. Un luogo – prosegue Di Dio – che, mi piace ricordare, Confcommercio ha sostenuto sin dalla sua nascita e che è un esempio concreto di impegno per la promozione della legalità, dell’etica economica e della responsabilità sociale. Un luogo da visitare e condividere per mantenere viva la memoria e costruire una cultura della legalità che coinvolga tutte le generazioni, valorizzando anche il ruolo fondamentale delle imprese sane, che costituiscono la spina dorsale del tessuto economico del Paese”. 

Cisal: “Affermare la legalità”

“L’unico modo per onorare la memoria di chi ha lottato contro la mafia, fino a perdere la vita, è affermare la legalità in modo concreto in ogni ambito pubblico e privato, togliendo alla criminalità ogni spazio d’azione. A 33 anni dalla strage di Capaci, ricordiamo con tristezza e gratitudine il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e chiediamo alle istituzioni, alle parti sociali e alla società civile di fare fronte comune perché si tenga alta la guardia”. Lo dicono Cisal Sicilia e Cisal Palermo nel 33esimo anniversario della strage di Capaci.

Asael: “Impegno dei Comuni”

“La ricorrenza del 33esimo anniversario della strage di Capaci, oltre che un doveroso ricordo di quella tristissima pagina della storia del nostro Paese, deve essere una occasione per un doveroso richiamo ai valori della legalità e del senso del dovere nei nostri comportamenti quotidiani di cittadini”. Lo dice l’Asael, l’associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani.

“In questa giornata va evidenziato anche l’importante ruolo dei Comuni nell’esaltazione dei valori della legalità con quotidiani comportamenti istituzionali diretti unicamente al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini”.

“Nella lotta alla mafia ed ad ogni forma di criminalità organizzata – afferma il presidente, Matteo Cocchiara – gli enti locali edi loro amministratori, da sempre impegnati nella costruzione del benessere per i propri cittadini, devono essere allo stesso tempo protagonisti nella diffusione della cultura della legalità e del senso civico”.


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