"Girgenti Acque, un caso patologico" | Fava porta l'Antimafia ad Agrigento - Live Sicilia

“Girgenti Acque, un caso patologico” | Fava porta l’Antimafia ad Agrigento

Dopo l'interdittiva, la Commissione dell'Ars si occupa del sistema di potere trasversale.

L'AUDIZIONE
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AGRIGENTO – “Il sistema di potere trasversale che s’era costruito attorno a ‘Girgenti Acque’ è un tema che intendiamo approfondire ben oltre questa giornata. Ci saranno audizioni, all’inizio dell’anno, a Palazzo dei Normanni perché pensiamo che un focus specifico su questa vicenda, su questo sistema, sulla sua trasversalità serva a raccontare non soltanto la vicenda specifica in se, ma a dare un contesto più complessivo su quello che accadendo in questa provincia e su ciò che può accadere in qualsiasi parte della regione Sicilia. E’ metafora perfetta di come incroci, incontri e interessi sovrapposti finiscano per rappresentare un vulnus grave alle regole della liceità e della legittimità”. Lo ha detto Claudio Fava, presidente della Commissione regionale Antimafia, in Prefettura ad Agrigento, a conclusione della giornata di audizioni. “Siamo lieti di aver avuto, accanto a noi, come nostro principale interlocutore, il prefetto di Agrigento – ha aggiunto Fava – perché questa interdittiva rappresenta un punto avanzato, determinato e coraggioso del modo in cui una Prefettura può essere luogo di tutela, prevenzione, attenzione, monitoraggio sul territorio. L’interdittiva antimafia non vuole accordarsi a vicende giudiziarie, ma è voluta intervenire a prescindere dalla vicenda giudiziaria. Occorreva intervenire in termini di prevenzione, raccogliendo il lavoro della Dia e di altre forze dell’ordine, per evitare minacce concrete per il territorio”.

“Questo resta un territorio vulnerabile, una vulnerabilità che si è evoluta nel corso del tempo: non c’è soltanto una mafia che oscilla tra elementi fortemente tradizionali e allo stesso tempo di grande modernità. C’è anche un livello superiore che il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio definisce una lobby trasversale: convergenza di interessi, un luogo in cui si cerca di seguire, intercettare, i grandi processi di spesa pubblica, collegata – nella sua trasversalità – ad ogni ambiente di tutela politica, senza un preciso colore, collegata anche a circuiti massonici meno limpidi, più occulti”, ha proseguito Fava, dopo aver ultimato le audizioni alla Prefettura di Agrigento. Accanto al presidente, i parlamentari regionali Margherita La Rocca Ruvolo, Carmelo Pullara e Stefano Pellegrino. “Gli imprenditori capaci di dialogare con Cosa Nostra e di rappresentare una forte presenza imprenditoriale sul territorio oggi ha lasciato il passo ad una nuova generazione, ha aggiunto Fava.

“La vicenda di Girgenti Acque è esemplare ed è tutto contenuto nell’interdittiva. Siamo di fronte – ha spiegato il deputato di Centopassi, parlando di “elementi patologici” – ad un consorzio temporaneo di Comuni, quindi con elemento di distinzione della temporaneità, che affida per 30 anni la gestione del servizio. E’ un ossimoro: ad una azienda privata, in condizione di monopolio, per 30 anni affidi il servizio. Tutti i paletti e le soglie di attenzione e verifica, che sono contenuti nella convenzione, non sono mai stati rispettati, né sono mai stati oggetti di controlli specifici. La patologia che s’è determinata è, dunque, che l’ente pubblico che doveva controllare e verificare che le condizioni poste nella convenzione venissero rispettate, non lo ha mai fatto”.

“Nemmeno la Regione ha mai chiesto conto e ragione dei controlli all’Ati – ha concluso Fava – Ci sono stati anche appalti e affidamenti senza appalto che da Girgenti Acque venivano offerti ad altre imprese private, sempre riconducibili alla famiglia Campione, che facevano in modo che risorse pubbliche, per un servizio pubblico, da una azienda privata finissero nelle mani di altre aziende private, sempre nello stesso circuito. Un sistema collaudato che ha avuto consensi perché questa è una terra che soffre di scarsa occupazione, di grande precarietà sociale e Girgenti Acque è la prima azienda privata per fatturato: 50 milioni di euro l’anno, per numero di impiegati: più di 700”. “Il punto non è assumere – ha aggiunto Claudio Favara, durante la conferenza stampa tenuta in Prefettura ad Agrigento, – ma se il destinatario dell’atto di benevolenza è un pubblico ufficiale o rappresentante delle istituzioni è chiaro che è un sistema di distribuzione di benefici e di prebende, un sistema di potere che ha capacità di consenso istituzionale. Questo il quadro che ci è stato consegnato, un quadro che riteniamo preoccupante”.


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