Cuore e racconto nel “Girotondo rossazzurro” di Orazio Provini

Cuore e racconto nel “Girotondo rossazzurro” di Orazio Provini

Le vicende del Calcio Catania raccontate da un giornalista "sempre in campo"

CATANIA – Probabilmente solo uno spirito libero come Orazio Provini avrebbe potuto regalare un diario suggestivo legato al Calcio Catania. Una pubblicazione che fa respirare un intenso ed accogliente profumo di casa. Una costellazione di riflessi e di esperienza che ti spingono sulla strada della curiosità e del godimento. Fatto anche di scatti e biglietti stralciati d’epoca. 

Girotondo rossazzurro – Algra Editore – di Orazio Provini salpa, come quella dei Malavoglia, nel pieno della nostra notte. In un frangente del blasone dell’elefante che prova a tirarsi fuori dalle sabbie mobili della Serie C. Il filo conduttore è ovviamente il Catania in una narrazione che è il racconto vissuto in prima persona. Dall’estate rovente del 1993, al ritorno in A; dalle liti con Di Marzio e Lo Monaco ai ritiri pre-campionato; da Massimino a Gaucci, fino a Pulvirenti, la Sigi e Pelligra.

Orazio Provini coinvolge in modo pieno e intenso. Lui che raccontava in modo quotidiano quanto accadeva dalle parti del buon vecchio Cibali. Diviso tra Antenna Sicilia e La Sicilia con puntate su La Gazzetta dello Sport. Il suo racconto è un minuetto con le note che sguazzano fuori racconto dopo racconto: scandite in maniera perfetta da leggere variazioni sul tema. Dove anche la storia di una parata o di una rete può diventare un simbolo.

È tornare agli anni ottanta e novanta. Quando si viveva la notizia di un gol o di un calcio di rigore da trasformare attaccati alla radio o alla telecamera (rigorosamente in modalità fuori fuoco dal campo di gioco). E al posto delle immagini video c’erano quelle della fantasia. 

Ma è enorme soprattutto il patrimonio di ricordi vissuti sulla propria macchina da scrivere prima e pc poi. Di incontri e di interviste. E non tutto è sempre bello e positivo. In Girotondo rossazzurro c’è una esemplarità sana, scarna seppur approfondita e senza la minima retorica. No. Non una semplice e tutto sommato facile sequenza di trionfi e bei ricordi. C’è la sofferenza, la battaglia (anche extracampo) di una maglia che – qui sì a voler essere retorici – si è tramutata in fede indefettibile.  

E Orazio Provini ne fa anche una testimonianza di umiltà: “Il calcio Catania ha segnato gran parte della mia vita, regalandomi enorme notorietà e, insieme, l’occasione di entrare nel cuore della gente, facendomi apprezzare fino a divenire quasi uno di casa”.

A noi resta l’istantanea di un cronista che ha costruito il racconto di una passione, prima che di una professione, giorno dopo giorno. A noi resta la visione di un mestieraccio e di una sequela di aneddoti che sarebbero altrimenti andati riposti negli sgabuzzini della memoria

Un sentimento, quello rossoazzurro, che continua ancora ad ispirare. Grazie alle centosessantadue pagine di Orazio Provini. Proprio come fosse un girotondo.


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