Giù le mani dalle primarie. Le associazioni e i movimenti del cartello “Per Palermo è ora” battono i pugni sul tavolo e chiedono ai partiti che si torni “a un confronto sulla città, sui programmi e sui progetti”, dice Titti De Simone che annuncia per giovedì un incontro con i partiti per stabilire, in modo definitivo, il termine entro cui presentare le candidature. “Palermo vive un declino economico, sociale e culturale drammatico – dice la De Simone – aumenta la povertà e l’emigrazione. Su questo bisogna sfidarsi con il centrodestra, sulle privatizzazioni, sui trasporti, sulle partecipate, sui rifiuti e l’urbanistica. Le primarie non sono a disposizione dei partiti, non appartengono a nessuno, rimangono uno strumento imprescindibile”. Nessun passo indietro, dunque, sulle consultazioni la cui data rimane fissata per il 29 gennaio, ma movimenti e associazioni chiudono le porte a candidati che non siano del centrosinistra. “Noi non vogliamo l’alleanza con il Terzo polo – dicono i rappresentanti dei movimenti – ma è la nostra posizione. Se altri la pensano in modo diverso, partecipino alle primarie e saranno i cittadini a decidere. Non siamo contrari al Terzo polo per motivi ideologici, ma perché sono corresponsabili delle scelte di Cammarata”.
Adesso la parola passerà ai partiti, soprattutto al Pd che deve ancora sciogliere il nodo Rita Borsellino. Ma se i democratici non hanno mai messo in discussione le primarie, almeno non ufficialmente, a preoccupare è la posizione dell’Idv che ha annunciato, a più riprese, che se il Pd non chiuderà ufficialmente al Terzo polo non parteciperà alle primarie, con Leoluca Orlando pronto a candidarsi direttamente alle comunali il 21 marzo. “Il nostro è un appello – dice la De Simone – uno strumento di pressione sui partiti, vogliamo portare avanti una mediazione fra le posizioni in modo da avere le candidature entro dicembre. Se c’è il rischio che saltino le primarie? Certo che c’è, ma in quel caso ci frammenteremmo e saremo destinati alla sconfitta”.