PALERMO – Mentre la Regione Siciliana scava e scopre di pagare affitti per locali vuoti, aumenta il timore che le brutte sorprese non siano finite. Non è da escludere infatti che setacciando le “dimore” degli uffici regionali in fitto passivo, che costano circa 40 milioni di euro annui, possano saltar fuori altri casi come quello che pochi giorni fa ha fatto infuriare il presidente Nello Musumeci. In attesa degli esiti di quella che il governatore ha definito “operazione verità”, è possibile tracciare una mappa delle locazioni e degli affitti che i dipartimenti dell’amministrazione regionale pagano a privati, anche coi soldi dei siciliani.
La maggior parte di questi affitti è rintracciabile sulla pagina del dipartimento delle Finanze e del credito. Un elenco di tre pagine, con molte voci a sei cifre corrisposte annualmente per l’uso di sedi in tutta l’Isola e maggiormente a Palermo. Tra i tanti soggetti beneficiari dei versamenti spicca “Prelios sgr spa”, grande gruppo immobiliare con sede legale a Milano, che gestisce il Fondo immobiliare pubblico Regione Siciliana. A Prelios la Regione corrisponde circa 25 milioni di euro, per l’uso di uffici che operano in svariati ambiti: si va dalla medicina dello sport a Siracusa, alla facoltà di Scienze agrarie di Catania, ai consistenti canoni pagati per le sedi palermitane degli assessorati al Bilancio, al Turismo, alla Famiglia e al Territorio. Una spesa che non passa inosservata, e che ha portato la Regione a manifestare più volte l’intenzione di riacquisire gli immobili del fondo; nelle ultime ore l’argomento è anche finito nel mirino dell’opposizione all’Ars.
Corposo anche l’elenco di locazioni del dipartimento dei Beni culturali e dell’identità siciliana, stando sempre ai dati raccolti sul sito ufficiale della Regione: più di un milione e mezzo di euro annui, versati nelle casse di proprietari privati per garantire l’attività degli uffici di Palermo, Messina, Agrigento, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta, oltre a quelli di Palazzolo Acreide, Galati Mamertino e Sambuca di Sicilia. Quasi 480 mila euro sono destinati all’ufficio della Soprintendenza dei Beni culturali del capoluogo, in via Pasquale Calvi, la cui locazione è iniziata nel 2004, a favore del Fondo pensioni per il personale della cassa di risparmio “Vittorio Emanuele”. Segue la locazione dell’ufficio messinese della Soprintendenza, che costa circa 220 mila euro a beneficio dell’Istituto delle suore del buon pastore.
Il dipartimento dello Sviluppo rurale e del territorio paga oltre 410 mila euro all’anno in locazioni per gli uffici periferici nelle province di Catania, Messina, Caltanissetta e Siracusa. Di questi, 173 mila sono destinati al Messinese, tra Messina (ufficio in via Giordano Bruno e posto auto in via Trieste) e Furci Siculo (ufficio in via Roma); 112 mila euro invece sono utilizzati dal dipartimento per locazioni a Catania, Caltagirone e Randazzo.
I canoni annui versati per gli uffici del dipartimento dell’Agricoltura ammontano a circa 55 mila euro, suddivisi fra tre immobili nel Nisseno, nel Trapanese e nell’Agrigentino: è qui l’immobile che costa di più al dipartimento, cioè l’ufficio dell’ex Sezione operativa assistenza tecnica in via Ovidio, a Sciacca, per cui la Regione sborsa oltre 26 mila euro all’anno.