TERMINI IMERESE – Gli ex lavoratori dell’indotto Fiat hanno mantenuto la loro promessa. Per la prima volta nella sua lunga storia, il carnevale più antico di Sicilia, quello termitano, ha dovuto fare a meno dei suoi popolari carri allegorici, bloccati dagli operai che, rimasti senza ammortizzatori sociali dallo scorso primo gennaio, da tempo avevano minacciato di fermare la manifestazione per ottenere ascolto dalle istituzioni.
“Per l’ennesima volta – dice Michele Russo, rappresentante sindacale della Cisl – siamo stati presi in giro dal governo regionale, che ci promette, e ci ha promesso, di darci la cassa integrazione in deroga e fin oggi non ci ha dato nessuna risposta. Blocchiamo i carri del carnevale per farci sentire. La protesta non finirà finché non ci sarà assicurato il lavoro”.
“Questa per noi è una dimostrazione nei confronti del Comune, ma soprattutto della Regione siciliana – Aggiunge Roberto Mastrosimone, delegato Fiom – perché i lavoratori dell’indotto che dal primo gennaio sono senza cassa integrazione non possono essere presi in giro. Da troppo tempo attendono delle risposte che non arrivano mai”.
A cercare di sedare gli animi, che in mattinata sembravano piuttosto esasperati, è arrivato il sindaco della cittadina del Palermitano, Salvatore Burrafato, che ha tentato inutilmente di far desistere gli operai dalla protesta fornendo loro abbondanti rassicurazioni. “Se non ci fosse stato l’impegno di Crocetta sotto il profilo della copertura finanziaria – dice Burrafato – avremmo avuto grosse difficoltà, ma il governatore ha sottoscritto quanto promesso durante un incontro. Siamo al primo posto tra le aziende in provincia di Palermo in lista per la liquidazione della cassa integrazione in deroga. Tutti noi sappiamo però che prima bisogna fare l’accordo quadro e poi l’accordo provinciale. Mercoledì sarà stipulato l’accordo quadro. La disponibilità economica è sufficiente, ci sono tutti i presupposti perché la vicenda si concluda bene”.
Gli operai, assiepati, davanti ai cancelli del magazzino comunale che ospita i carri allegorici, tuttavia non desistono dalla loro manifestazione. “Il presidente Crocetta – prosegue Roberto Mastrosimone – si era assunto un impegno nei confronti dei lavoratori e lo ha anche scritto, ma già in altre due occasioni non si è definito l’accordo quadro. Il problema non è il tavolo di mercoledì, non siamo preoccupati per l’accesso all’ammortizzatore sociale, ma per i tempi in cui questo può avvenire. Non possiamo attendere aprile per avere i soldi”.
“Questa protesta – afferma Giovanni Scavuzzo della Fim-Cisl – vuole sollecitare le istituzioni perché mantengano gli impegni presi nei confronti dei lavoratori le cui famiglie da tempo versano in condizioni di disagio, mettendo in secondo piano anche l’aspetto più importante, che è quello della reindustrializzazione. Vigileremo perché tutti i lavoratori siano coinvolti negli ammortizzatori sociali”.